Gigante informatico licenzia migliaia di persone. Non ne ha più bisogno grazie all’IA

Ilena D’Errico

6 Settembre 2025 - 18:37

L’intelligenza artificiale colpisce ancora. Migliaia di persone hanno perso il lavoro.

Gigante informatico licenzia migliaia di persone. Non ne ha più bisogno grazie all’IA

La rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale ha rispolverato un timore profondo, mai del tutto sopito: la sostituibilità dei lavoratori. Si è a lungo discusso, cercando di tenere a bada le paure, dei vantaggi dell’IA, come pure del valore aggiunto e insostituibile del personale umano. Proprio come per l’avvento delle macchine, tuttavia, alcuni posti di lavoro diventano oggi superflui. Quando gli stessi compiti possono essere svolti dall’IA, in maniera più economica e veloce, nessuno può davvero biasimare le aziende che facendo i propri interessi preferiscono implementarla.

Certo, allargando gli orizzonti è possibile continuare ad avere un’occupazione, magari anche affidandosi all’IA come strumento, ma intanto moltissime posizioni sono a rischio. Soltanto di recente un gigante informatico ha licenziato migliaia di persone, considerate non necessarie poiché i loro compiti possono essere svolti dall’IA. Si tratta di Salesforce, che ha quasi dimezzato il personale del servizio clienti, purtroppo sulla stessa scia di molte altre realtà.

I licenziamenti dovuti all’intelligenza artificiale stanno aumentando pressoché ovunque nel mondo, un problema dovuto al progresso e non arrestabile che però richiede interventi rapidi. I lavoratori stessi, ovviamente, devono fare il possibile per mettersi al riparo.

I giganti informatici licenziano migliaia di persone per l’IA

Quella di Salesforce non è una situazione isolata e per quanto controversi siano i risvolti non è nemmeno condannabile. Secondo quanto si apprende dalle dichiarazioni del Ceo Marc Benioff i chatbot basati sull’intelligenza artificiale, la “Agentforce”, sono così efficienti da poter spesso sostituire gli addetti umani. Così, i lavoratori del servizio clienti sono rapidamente passati da circa 9.000 a poco meno di 5.000, con licenziamenti che hanno lasciato a casa grosso modo 4.000 persone.

Complessivamente, il 50% del lavoro necessario all’azienda Salesforce viene svolto dall’intelligenza artificiale, una scelta che la rende - a dire di Benioff - più efficiente e funzionale. Qualcosa di simile sta accadendo in tutte le big tech, come pure fuori dal settore tecnologico, toccando tutti quei compiti come la gestione dell’assistenza clienti (almeno in un primo livello), le mansioni ripetitive, l’inserimento e l’elaborazione di dati e così via.

Non hanno più bisogno dei lavoratori per l’IA?

Aziende e imprenditori in generale devono ovviamente guardare ai propri interessi, senza alcun limite al di fuori della legalità. Le considerazioni etiche sono personali ed estremamente soggettive, pertanto ognuno deve trarre le proprie considerazioni. Non è bello che migliaia di persone siano rimaste senza lavoro, sicuramente, ma l’azienda avrebbe dovuto tenerle e sopportare costi maggiori? Secondo qualcuno sì, un atto morale dovuto visto che riguarda il sostentamento di altrettante famiglie. Secondo altri no, visto che ognuno è responsabile della propria situazione lavorativa.

Soltanto pochi, però, possono realmente dire che nella stessa situazione di Salesforce avrebbero agito diversamente, a meno che non si tratti di competitors che davvero hanno privilegiato l’aspetto umano rispetto al tornaconto economico. E se quella dell’intelligenza artificiale fosse soltanto una scusa? Questo cambierebbe completamente la prospettiva, anche perché il livello dell’intelligenza artificiale di oggi pone ancora dei limiti. A pensarla così è l’analista Ed Zitron, esperto (e fortemente critico) dell’industria tecnologica.

Secondo Zitron, infatti, moltissimi dei licenziamenti avvenuti per la sostituzione dell’IA negli Stati Uniti sarebbero un semplice pretesto per ridurre il personale, assunto in numeri eccessivi durante la pandemia. Così, oltre a liberarsi dei costi superflui, le aziende si accattivano gli investitori mostrandosi più efficienti e sicure. Così le big tech crescono, a scapito dei lavoratori, anche se forniscono prodotti peggiori e subiscono un netto calo di qualità.

Di fatto, tutte le grandi aziende tecnologiche stanno operando massicci licenziamenti (specialmente nel settore del servizio clienti) per l’integrazione dell’IA, con effetti sotto gli occhi di chiunque che abbia chiesto l’assistenza per problemi più difficili di quelli risolti dalle Faq. Insieme alle big tech, anche le istituzioni pubbliche, che hanno molti compiti automatizzati da relegare alle IA, ma non sempre adeguati sistemi di sicurezza.

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