Genitori separati, quando intervengono gli assistenti sociali?

Ilena D’Errico

18 Luglio 2023 - 23:41

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Genitori separati, quando intervengono gli assistenti sociali per i figli minori e che cosa succede in questi casi.

Genitori separati, quando intervengono gli assistenti sociali?

L’intervento degli assistenti sociali può essere fonte di preoccupazione per i genitori, che temono di essere giudicati negativamente nel loro operato o addirittura di essere allontanati dai figli. In realtà, a meno che ve ne sia grave necessità, gli assistenti sociali lavorano per favorire gli interessi dei minori, compreso quello a un rapporto stabile con i genitori e gli altri legami affettivi.

Di fatto, però, è naturale che per attivarsi l’intervento dei servizi sociali ci sia comunque una situazione di disagio o necessità, non necessariamente grave ma comunque meritevole di particolare attenzione. Il ruolo degli assistenti sociali assume poi particolare rilevanza per i genitori separati, un po’ perché la prassi richiede un’analisi esterna in caso di conflittualità, un po’ perché le dinamiche familiari sono ampiamente analizzate rispetto a quanto succederebbe senza separazione.

Quando intervengono gli assistenti sociali se i genitori sono separati

Prima di capire quando intervengono gli assistenti sociali per i minori figli di genitori separati è bene ricordare che negli interessi riconosciuti ai minori c’è il diritto alla bigenitorialità. Significa che è preferibile che i figli siano cresciuti da entrambi i genitori o che comunque possano coltivare legami di qualità con entrambi. Chiaramente, ci sono poi dovute eccezioni, ma perché sia leso il diritto alla bigenitorialità è necessario che sia per evitare un danno maggiore.

Questo accade quando un genitore non è ritenuto idoneo a occuparsi dei figli, magari addirittura pericoloso o assente. Non è comunque cosa comune l’allontanamento di un genitore, tanto meno di entrambi. L’intervento degli assistenti sociali, pertanto, non è mai rivolto al diverso collocamento del minore, a meno che ciò si riveli indispensabile per la sua sana crescita.

Quando i genitori si separano, l’intervento degli assistenti sociali avviene essenzialmente per due ragioni: un’estrema conflittualità che impedisce la valutazione da parte del giudice, così si richiede un’analisi obbiettiva e professionale, oppure le conseguenze che la separazione ha provocato nel minore, che ad esempio risulta particolarmente trascurato o messo in situazioni di pericolo.

Cosa succede quando intervengono gli assistenti sociali

L’intervento degli assistenti sociali può essere sollecitato anche da un grave impoverimento, fattore non raro in seguito a una separazione in cui solo uno dei due genitori rimane a occuparsi dei figli. Gli assistenti sociali sono quindi chiamati a valutare le condizioni di vita dei minori, fornendo supporto in tal senso ma senza forzare il distacco dai genitori.

Si ribadisce, infatti, che la giurisprudenza considera tra i diritti principali dei minori quello di crescere con entrambi i genitori, tanto che di prassi si opta per l’affidamento condiviso, anche qui a meno che ci siano situazioni compromettenti per la vita del minore stesso.

È vero che l’attenzione dei servizi sociali può essere segnalata per moltissimi aspetti, ma è di norma rivolta all’aiuto del minore all’interno del nucleo familiare. Tanto per fare un esempio, gli assistenti sociali non tolgono un bambino alla sua famiglia perché è trascurato, nel senso che è vestito male per le cattive condizioni economiche della famiglia.

Ovviamente, tuttavia, saranno necessari degli interventi per cercare di dare al minore delle condizioni di vita migliore, tutelando al tempo stesso i suoi legami familiari. Ciò è possibile soltanto quando i genitori non sono considerati inadatti o pericolosi, si fa quindi riferimento a condizioni particolarmente gravi:

  • Trascuratezza fisica e malnutrizione del minore;
  • maltrattamenti, violenza fisica e morale ai danni del minore;
  • condizioni di pericolo dovuti a prostituzione o dipendenze dei genitori;
  • incapacità di provvedere ai bisogni del minore.

Esistono peraltro casi in cui è obbligatorio segnalare la situazione ai servizi sociali, ad esempio quando il minore è in stato di abbandono o di pericolo, o vittima di prostituzione.

È chiaro che, quando sono entrambi i genitori a non risultare idonei sarà predisposto l’affido del minore, pur mantenendo nei limiti del possibile i contatti con i genitori, magari in modo supervisionato. Nulla esclude, infatti, che in seguito a una riabilitazione i minori possano tornare a stare con la famiglia, che è anzi la soluzione auspicabile. Molto spesso, peraltro, il tribunale predispone l’affidamento ai servizi sociali mantenendo il collocamento presso i genitori. Di fatto le decisioni vengono prese dal servizio sociale nell’interesse dei figli, che però continuano a vivere con i genitori.

Ovviamente questa soluzione non è adatta nei casi sopraelencati, quando si rende necessario allontanare il minore dal luogo pericoloso e predisporre l’affidamento presso terzi (comunità, un’altra famiglia). L’affidamento ai servizi sociali mantenendo la collocazione presso i genitori si presta a quelle situazioni in cui i genitori, o il genitore che sia, sono per così dire “senza colpa”.

Se mancano le condizioni o la volontà, però, l’affido può sfociare perfino nell’adozione.

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