Dai miti fratricidi dell’antichità alle guerre economiche di oggi: la lezione dei Bronzi di Riace.
Due corpi perfetti, scolpiti in bronzo nel V secolo a.C., giunti fino a noi dalle profondità del mare di Calabria. Due guerrieri, forse Eteocle e Polinice, i fratelli di Tebe che la mitologia greca ricorda come protagonisti di una delle più terribili guerre fratricide.
La loro storia è un monito senza tempo. Dopo la morte di Edipo, il loro padre, Eteocle e Polinice si accordarono per governare Tebe a turno. Ma Eteocle non rispettò il patto, scacciando il fratello. Polinice cercò rifugio ad Argo, dove sposò Argeia, figlia del re Adrasto, e radunò un esercito di sette principi per riconquistare la città: da qui il mito dei Sette contro Tebe.
La battaglia fu distruttiva e inutile: i due fratelli, nonostante fossero legati dal sangue, combatterono per il potere, incapaci di cedere uno all’altro, fino a uccidersi a vicenda davanti alle mura della loro città, lasciando dietro di loro una città devastata, famiglie distrutte e legami spezzati. [...]
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