Tra minacce quotidiane, tensioni interne e una fase due incerta, Lorenza Morello analizza il fragile equilibrio politico e sociale di Gaza dopo l’accordo di pace.
Sembra essere un fragile equilibrio quello che regna oggi a Gaza, dopo l’accordo di pace tra Hamas e Israele. Non passa giorno senza nuove minacce da parte di Donald Trump o dello stesso Benjamin Netanyahu, che hanno paventato la possibile ripresa del conflitto qualora il gruppo che gestisce la Striscia non ottemperi ai punti dell’intesa.
Tra regolamenti di conti interni e una cosiddetta “fase due” ancora molto nebulosa, le incertezze sul futuro della regione sembrano crescere di giorno in giorno. La popolazione civile continua a vivere in uno stato di tensione costante, mentre il panorama politico resta instabile e complesso.
Per fare chiarezza su queste dinamiche, abbiamo intervistato Lorenza Morello, giurista d’impresa e profonda conoscitrice delle questioni mediorientali. Secondo Morello, l’accordo di pace, seppur un passo positivo, rimane estremamente fragile: ogni giorno porta nuove sfide e minacce. La stabilità dipenderà non solo dall’adempimento degli accordi, ma anche dalla capacità delle leadership locali e internazionali di gestire tensioni interne e pressioni esterne.
Lorenza Morello sottolinea come la “fase due” dell’intesa sia ancora poco chiara e lasci ampio margine a fraintendimenti e conflitti futuri. La gestione dei punti controversi dell’accordo, in particolare quelli legati alla sicurezza e al controllo del territorio, sarà cruciale per evitare il ritorno alla violenza.
Concludendo, Morello avverte che il futuro di Gaza resta segnato da incertezze: un equilibrio delicato che richiede responsabilità e dialogo costante, sia a livello locale che internazionale, per trasformare l’intesa in una reale possibilità di pace duratura.
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