Gas, l’emergenza non è finita: l’Ue vuole tagliare i consumi, tornano i razionamenti?

Giacomo Andreoli

21 Marzo 2023 - 14:30

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La Commissione europea ha proposto ai governi dell’Unione europea di estendere fino a marzo 2024 il taglio dei consumi di gas: l’obiettivo, tramite i razionamenti, è tenere ancora bassa la domanda.

Gas, l’emergenza non è finita: l’Ue vuole tagliare i consumi, tornano i razionamenti?

L’emergenza gas non è ancora finita in Europa. Il prezzo del metano al Ttf di Amsterdam continua ad essere molto basso, sotto i 50 euro al megawattora oramai da inizio anno. Ciò nonostante le forniture dalla Russia sono ridotte ai minimi termini e i vari Stati europei, nonostante la riduzione della domanda, temono possibili problemi tra l’estate e l’autunno di quest’anno.

L’Italia e gli altri partner, infatti, non hanno ancora sostituito a pieno il gas russo e le scorte sono si più piene che in passato, ma potrebbero esaurirsi presto in autunno e in inverno. Per questi motivi la Commissione europea vuole tenere ancora bassa la domanda di gas e ha proposto di continuare con il taglio forzato dei consumi, che potrebbe portare anche a veri e propri razionamenti.

L’Ue vuole tagliare ancora i consumi di gas

L’esecutivo Ue ha proposto ai vari governi europei di estendere di un anno, fino al 31 marzo 2024, il regolamento di emergenza che prevede il taglio coordinato del 15% della domanda di gas.

Secondo Bruxelles la proroga è necessaria per “garantire la sicurezza dell’approvvigionamento” in vista del prossimo inverno e “la stabilità dei prezzi”. La misura, infatti, è in scadenza questo 31 marzo ed era stata concordata dai leader Ue nel luglio 2022 su base volontaria come parte del maxi-piano energetico RePowerEu.

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Secondo il ministro italiano dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, per quel che riguarda il gas, “alla fine la sfida è quella dello stoccaggio di gas sul 2023-2024”. Secondo l’esponente del governo, essendo ad oggi ancora al 60% dello stoccaggio 2022, “qualche speranza buona c’è di arrivare al 90% riserve e almeno 15 miliardi di metri cubi prima della stagione invernale”.

Nel frattempo, ha aggiunto, “avremo più rigassificatori, ed è chiaro che danno sicurezza. Perché si può acquistare gas via mare ovunque. Intanto noi dalla Russia ancora qualcosa stiamo prendendo, circa 15-20 milioni di metri cubi al giorno”.

Gas, l’Italia non è in linea con gli obiettivi Ue

L’asticella fissata da Palazzo Berlaymont non è un obbligo, ma si basa sul principio della volontarietà. Secondo un report di Eurostat di dicembre, però, che il nostro Paese è tra gli ultimi nell’Ue nella classifica di chi più ha ridotto i consumi di gas, senza essere riuscito a centrare l’obiettivo del calo del 15%.

La Finlandia, secondo Eurostat, ha invece tagliato di oltre il 50% i propri consumi, con Francia e Germania che sono andati sopra il 20%.

L’obiettivo europeo è e rimarrebbe volontario, ma in caso di emergenza può sempre diventare un vincolo obbligatorio, imposto dalla Commissione europea. Per ora ogni Stato membro potrà scegliere come raggiungere il target, ma se ci sarà bisogno saranno necessari interventi generalizzati, in linea con i piani straordinari già elaborati dai singoli governi.

Arrivano i razionamenti Ue sul gas?

In ogni caso l’Italia potrebbe chiedere una deroga. Quest’ultima è prevista nel caso in cui i Paesi membri abbiano superato i loro obiettivi di riempimento degli stoccaggi di gas o se sono fortemente dipendenti dall’esportazioni di gas, ma anche in caso di netto aumento dei consumi. A quel punto l’obiettivo o vincolo di riduzione dei consumi scenderebbe dal 15% al 7%.

Si tratta della percentuale che era stata già prevista dai piani dell’ex ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. I razionamenti, quindi, in Italia non dovrebbero andare al di sopra delle previsioni del governo Draghi, con al massimo delle lievi restrizioni per l’aria condizionata in estate e il riscaldamento in autunno/inverno, come accaduto già nel 2022. Potrebbero però esserci anche degli spegnimenti controllati dell’illuminazione pubblica e del riscaldamento in edifici comunali nelle città.

In ogni caso, secondo Andrea Giuricin, dell’istituto Bruno Leoni, se il taglio dovesse riguardare le aziende che usano metano per produrre elettricità si rischierebbe di lasciare l’Italia al buio. Inoltre in molti temono che un taglio dei consumi del 15% - che sembra comunque scongiurato vista la possibilità di deroga - vorrebbe dire una sorta di lockdown, con un ritorno ai livelli del Covid.

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