Garlasco, ecco quanto è costato ad Alberto Stasi essere condannato e come sta pagando

Ilena D’Errico

12 Agosto 2025 - 17:01

Ecco quanto è costata economicamente la condanna ad Alberto Stasi e come fa a pagare queste somme.

Garlasco, ecco quanto è costato ad Alberto Stasi essere condannato e come sta pagando

I nuovi sviluppi investigativi sul delitto di Garlasco portano inevitabilmente l’attenzione su Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi. Questioni su cui negli anni l’interesse è calato, anche comprensibilmente: è giusto che il colpevole di un omicidio debba pagare un risarcimento alla famiglia della vittima e quanto ad altri costi sopportati, è difficile attirare la simpatia mediatica con quest’onta. Adesso, però, quando il dubbio sulla posizione di Stasi aleggia nuovamente - per quanto non vi sia nulla di conclamato al riguardo - anche l’aspetto economico della vicenda diventa necessario alla comprensione.

La condanna di Alberto Stasi ha infatti avuto un costo anche patrimoniale, tra risarcimento, spese legali, processuali e di detenzione. Un costo ingiusto, qualora la condanna si rivelasse sbagliata, ma che difficilmente potrebbe essere recuperato integralmente. Proviamo a capire a quanto ammonta effettivamente questa spesa e come sta pagando Stasi, ancora in regime di semilibertà.

Quanto è costato ad Alberto Stasi essere condannato?

Tra le voci principali che compongono la spesa sostenuta (o da sostenere) da Alberto Stasi per la condanna per omicidio c’è il famigerato risarcimento alla famiglia Poggi. “Famigerato” perché è oggi tornato al centro della discussione, secondo qualcuno addirittura rappresenterebbe il motivo per cui la famiglia, assistita dall’avvocato Tizzoni, rifiuta ogni ipotesi alternativa a quanto sancito dall’ultima sentenza definitiva. Al di là di questo, è vero che Stasi doveva alla famiglia Poggi, i genitori Rita e Giuseppe e il fratello Marco, una somma sostanziosa: 1,1 milioni di euro, comprensivi di interessi e spese legali.

Questa somma è poi scesa in seguito a un accordo tra le parti, ammontando circa a 850.000 euro. Alcune fonti affermano che Stasi ha già pagato per intero questo debito, ma la mamma della vittima, Rita Preda, ha dichiarato di averne percepito per il momento solo metà (dicendosi pronta a restituirla se necessario). Ci sarebbero poi circa 200.000 euro da versare (o versati per quanto ne sappiamo) allo Stato italiano come rimborso per le spese sostenute per i periti del giudice nominati nel processo di primo grado e nell’appello bis.

C’è poi la quota di detenzione, le spese sopportate dal detenuto per il mantenimento in carcere, corrispondente a circa 110 euro al mese, quindi intorno a 20.000 euro in totale. Incalcolabile la spesa per la difesa, su cui peraltro non c’è alcun dettaglio, fatta eccezione per la somma di 11.600 euro dovuta allo studio Lucido per la difesa nel primo mese di inchiesta, da sommare a 11.500 euro liquidati subito. Insomma, le spese per Alberto Stasi non sono state poche, soprattutto perché non ha iniziato subito a lavorare e non ha accettato l’eredità paterna (decisione contestata senza successo dalla famiglia Poggi).

Come sta pagando Alberto Stasi

A quanto si sa, Alberto Stasi ha cominciato a lavorare come centralinista per una compagnia telefonica almeno nel 2017, percependo uno stipendio da circa 1.000 euro al mese. Dal 2023 lavora fuori dal carcere di Bollate come contabile, percependo uno stipendio senza dubbio superiore di cui però non si conosce l’entità. In media, considerando la poca esperienza di Stasi, potrebbe aggirarsi intorno a 1.400 euro mensili.

Il lavoro sta sicuramente aiutando Stasi a pagare i propri debiti, anche se l’importanza delle cifre (di cui almeno 400.000 euro pagati, considerando le dichiarazioni della famiglia Poggi) lascia presumere un aiuto dalla famiglia. Sul punto, c’è il massimo riserbo, anche se Alberto Stasi nelle poche dichiarazioni pubbliche ha fatto presente il completo e faticoso supporto dato dalla madre. Le indiscrezioni, peraltro, parlano di grandi debiti della famiglia Stasi a causa della vicenda processuale.

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