G20: cosa è stato detto (e cosa no) sulla Russia

Violetta Silvestri

9 Settembre 2023 - 15:58

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Il G20 si apre in un clima difficile. La dichiarazione congiunta ha trovato un compromesso sulla guerra in Ucraina, con parole suilla Russia che lasciano intravedere le ostilità tra Usa e Cina.

G20: cosa è stato detto (e cosa no) sulla Russia

Il G20 delle divisioni e del clima teso trova un primo compromesso sulla dichiarazione congiunta nella quale si esprime la posizione delle potenze inerente la guerra in Ucraina.

I leader non sono riusciti a condannare l’invasione russa dell’Ucraina dopo che Cina e Russia hanno respinto il linguaggio che accusava Mosca del conflitto, evidenziando la mancanza di consenso globale a sostegno di Kiev.

La dichiarazione del vertice di Nuova Delhi si riferisce solo alla “guerra in Ucraina”, una formulazione che i sostenitori di Kiev come gli Stati Uniti e gli alleati della Nato avevano precedentemente respinto poiché implicava che entrambe le parti siano ugualmente complici.

Alla fine è prevalsa la linea soft, o meno diretta e incisiva, nella quale il conflitto rimane senza aggressori e aggrediti. L’ennesima prova, questa della dichiarazione G20, di un mondo alla ricerca di nuovi equilibri geopolitici con Usa, Cina e Russia a fare da perni.

G20 e Russia: cosa (non) è stato detto e cosa c’entra la Cina

La dichiarazione congiunta del G20, elaborata in settimane di negoziati e ore di intenso dibattito tra diplomatici mentre il vertice era già in corso, è frutto di un compromesso e in un certo senso rappresenta un duro colpo per i Paesi occidentali che hanno trascorso l’ultimo anno cercando di convincere i Paesi in via di sviluppo a condannare Mosca e sostenere l’ Ucraina.

In un comunicato congiunto di 83 paragrafi volto ad approfondire l’attenzione del forum multilaterale sul Sud del mondo, la dichiarazione di Delhi ha omesso parole dalla dichiarazione dello scorso anno che condannavano apertamente l’aggressione russa contro l’Ucraina.

La formulazione “la maggior parte dei membri ha condannato fermamente la guerra” è stata una delle numerose modifiche. Gli Stati membri del G20, piuttosto, hanno deciso di appoggiarsi ai principi della Carta delle Nazioni Unite sull’integrità territoriale e contro l’uso della forza.

Riferendosi alla guerra, il ministro indiano degli affari esteri S Jaishankar ha detto: “È un dato di fatto che oggi questa è una questione molto polarizzante e ci sono molteplici punti di vista al riguardo. Ci sono opinioni diverse su questo argomento, quindi penso che in tutta onestà fosse giusto registrare quella che era la realtà nelle sale riunioni”.

Che la questione dell’aggressione russa all’Ucraina sia divisiva è ormai un dato di fatto. E la Cina, che in realtà non ha mai detto apertamente di difendere Putin, pur non avendolo mai attaccato e continuando a fare affari con Mosca, rimane la grande protagonista.

L’assenza di Xi Junping ha fatto discutere più di una sua eventuale presenza. Il presidente ha saltato l’incontro per la prima volta e ha invece inviato il secondo quadro del paese, il premier Li Qiang, in quello che alcuni analisti hanno descritto come un “affronto”.

Tuttavia, la formulazione del comunicato rifletteva ancora molti punti di chiave per la politica cinese, come ad esempio che il G20 dovrebbe limitarsi alle questioni economiche internazionali e al discorso sull’Ucraina e sulle armi nucleari. La Cina ha anche fortemente pubblicizzato il suo ruolo nel sostenere l’adesione all’Unione africana.

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