Futuro delle banche: come si evolverà il sistema finanziario post-coronavirus?

Anna Maria Ciardullo

13/05/2020

13/04/2021 - 09:40

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Il futuro delle banche si gioca su una serie di sfide, che vanno dalla trasformazione digitale a un nuovo modello operativo e di leadership. Come si evolverà il sistema finanziario post-coronavirus?

Futuro delle banche: come si evolverà il sistema finanziario post-coronavirus?

Il futuro delle banche e l’evoluzione del sistema finanziario post coronavirus sono al centro del dibattito tra i player del settore, alla luce delle nuove sfide messe in campo dall’emergenza.

Quello attuale, infatti, è un momento delicato per gli Istituti, che devono riuscire a dare sostegno alle famiglie e alle imprese non solo sul piano economico, ma anche sociale.

Alcuni rappresentanti del mondo bancario sono stati invitati oggi da Accenture in video conferenza a discutere di come stiano concretamente affrontando l’emergenza, che ha posto loro la sfida di garantire protezione e continuità a dipendenti e clienti e all’intero ecosistema di business italiano.

Futuro delle banche: evoluzione del sistema bancario italiano

Mauro Macchi, Europe strategy&consulting Lead di Accenture, ha sottolineato come il sistema bancario abbia dimostrato una grande flessibilità nell’affrontare l’emergenza coronavirus, con un rapido passaggio allo smart working, la messa in sicurezza delle filiali aperte e l’implementazione di prodotti e servizi in digitale.

In questa crisi, la funzione delle banche ha assunto una forma del tutto diversa rispetto all’ultima recessione nel 2008, quando gli Istituti erano stati parte del problema.

Con il loro nuovo ruolo sociale, oggi sono infatti attori protagonisti della soluzione. Lo stato di salute del settore è altrettanto cambiato rispetto ad allora, forte di una situazione patrimoniale più robusta, alla base della sostanziale tenuta dell’ecosistema e di un’expertise più avanzata nella gestione dei crediti deteriorati.

“Quella che ci attende sarà la più grande prova di leadership che ricordiamo, poiché è nostro compito trasmettere nuova fiducia e immaginare nuovi modelli di business più resilienti e anti fragilità, che ci proiettino in un contesto agile costruito su nuovi valori”

ha spiegato Macchi.

Secondo quest’ultimo, stiamo passando dall’età dell’automazione a quella dell’emozione, dove le banche diventeranno come una sorta di organismi biologici, più umanizzati, autentici ed empatici, veri partner di fiducia per le imprese e le persone.

La sfida della digitalizzazione

La trasformazione digitale abbraccia tutti i nuovi paradigmi in gioco e, se il settore bancario era già ampiamente orientato verso questa direzione, la crisi in tre mesi gli ha fatto fare un balzo di almeno 3 anni in avanti. Questo non vale solo per le banche, ma per tutti i settori e anche per i cittadini.

Secondo una ricerca di Accenture, infatti, il 10% degli italiani che prima dell’emergenza preferiva svolgere le proprie operazioni esclusivamente all’interno delle filiali, passerà in futuro ai canali digitali. Le filiali stesse erogheranno, quindi, i servizi di consulenza online. Ciò consentirà di portare a scala lo smart working, agevolando le richieste dei dipendenti e permettendo un risparmio dei costi di real estate.

Ci sono solide basi dunque affinché i passi avanti fatti con la spinta della crisi diventino cambiamenti strutturali.

“La banca tratta dati, quindi, ha per definizione una natura digitale, ma ha al contempo ha una dimensione umana, e sono queste le due anime del settore sulle quali si dovrà continuare a lavorare con l’obiettivo primario di creare valore per tutti gli stakeholder, sistema Paese compreso”

ha aggiunto Nazzareno Gregori, direttore generale, CREDEM.

Le previsioni per il futuro delle banche

Per il 2020, ormai, è difficile immaginare un outlook positivo e il futuro appare altrettanto incerto, ma la digitalizzazione consentirà quantomeno un risparmio in termini di costi per il sistema bancario.

“Questa crisi non va sprecata, ma usata come occasione per fare una sorta di reset, eliminando tutte le iniziative ad alto sforzo e basso impatto”

ha commentato Giovanni Sabatini, direttore generale, ABI.

In questo scenario, si prevede per il 2020 un calo dei ricavi pari al 5/7%, una crescita delle rettifiche su crediti del 40/50% e un conseguente impatto negativo sui profitti pre-tax del 50/60%.

La creazione di un nuovo modello operativo basato sul digitale può consentire un risparmio dei costi fino al 15% e, accompagnato a una rinnovata relazione di fiducia con la clientela e all’implementazione di una nuova offerta di servizi data driven, nel 2022 potrebbe portare a una crescita dei ricavi fino al 4%.

“Anche se avvertiamo in modo molto pesante la responsabilità di garantire il supporto adeguato per la tenuta del Paese, all’attuale esigenza di sostentamento stiamo già affiancando l’impegno per capire come aiutare le imprese negli investimenti post ripresa, affinché possano crescere e non soltanto sopravvivere”

ha aggiunto Mauro Pastore, direttore generale, ICCREA.

Il settore bancario: resilienza e priorità strategiche

Secondo Ranieri De Marchis, co-chief operating officer, Unicredit, il pendolo si è spostato in maniera drastica e ora la domanda da porsi sull’evoluzione del sistema bancario è se dopo l’uscita dall’emergenza quest’ultimo troverà l’equilibrio tra nuovi e vecchi modi di operare.

Il sistema finanziario negli ultimi due anni ha già risposto a cambiamenti forti, determinati dall’open banking, dall’avvento di nuovi player, dal quadro normativo imposto dalla PSD2, e dunque si spiega facilmente perché abbia reagito così bene all’impatto della COVID-19. Lo ha fatto notare un’altra relatrice, Liliana Fratini Passi, direttore generale, CBI.

Ogni banca vorrebbe essere più digitale, data driven, cloud, agile e scalabile e non essere solo autoreferenziale, ma proiettata verso un ecosistema di partnership che le consentano di essere anche aperta e connessa, con un modello di supply chain distribuito.

Le banche vorrebbero essere altresì più umane, per rafforzare la componente della fiducia, efficienti nell’uso delle tecnologie smart, per operare modalità predittiva e investire solo in operazioni ad alta rilevanza.

Per coadiuvare questo percorso di evoluzione del sistema bancario post-coronavirus, sarà necessario un quadro normativo semplificato che acceleri i processi d’innovazione e una maggiore integrazione delle norme europee, per favorire la cooperazione e le aggregazioni.

Flavio Valeri, chief country officer Italy, Deutsche Bank ha sottolineato infine che si dovrà ragionare in termini di leadership condivisa, implementando sistemi più aperti ed esternalizzati, che consentano partnership di valore con un ecosistema di fornitori specializzati. E ancora, si dovrà favorire un business di piattaforma e meno di presenza fisica, abbracciando il trend dell’agilità operativa, anche grazie al potenziamento dell’infrastruttura IT.

Su queste sfide e questi impegni si gioca il futuro delle banche italiane e con esse il sostentamento dell’intero sistema Paese.

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