In che modo i depositi delle banche europee reagiscono alla digitalizzazione? L’analisi della BCE, che presenta i depositi a rischio.
Fuga depositi, rischi di liquidità, corsa agli sportelli delle banche o anche “bank run”. Sono queste le parole chiave presenti in un’analisi che la BCE ha pubblicato oggi, lunedì 11 agosto 2025.
“Mind the App: do European deposits react to digitalisation?”: è il titolo dell’approfondimento che porta la firma degli economisti della Banca centrale europea Luisa Fascione, Juan Ignacio Jacoubian, Beatrice Scheubel, Livio Stracca, Nadya Wildmann e che è stato redatto per esaminare le dinamiche che interessano il settore bancario nei momenti in cui si manifestano episodi di grandi stress, simili a quelli - è stato citato espressamente - della crisi delle banche che risale al marzo del 2023.
Digitalizzazione e social media, quali effetti sui depositi delle banche?
Quella che, per chi non lo ricordasse, venne scatenata dalla notizia della corsa agli sportelli che colpì per prima la banca regionale americana Silicon Valley Bank, e che poi si diffuse a macchia d’olio in tutto il mondo, coinvolgendo le altre banche e contagiando i mercati globali a colpi di sell sulle azioni del settore.
Gli esperti della BCE hanno esaminato il modo in cui in generale i depositi europei reagiscono e hanno reagito finora al processo di digitalizzazione, in particolare nei casi di eventi significativi, così come anche alla diffusione di notizie e alert vari sui social media.
“ Questo paper esamina l’impatto della digitalizzazione e dei social media sui flussi dei depositi, in particolare durante i periodi degli stress finanziari ”, esordisce lo studio, che ricorda come “il terremoto bancario del marzo del 2023, incluso il caso della Silicon Valley Bank”, abbia “dimostrato il modo in cui i servizi finanziari digitali e il rapido diffondersi delle notizie attraverso le piattaforme come X (ex Twitter) accelerino i flussi in uscita (dai depositi)”.
La BCE introduce il concetto di depositi a rischio, deposits-at-risk (DaR)
Gli esperti della BCE hanno reso noto intanto di avere introdotto un concetto ad hoc, “nell’utilizzare un campione di grandi banche direttamente vigilate dalla Banca centrale europea ”, estrapolando alcuni dati, inclusi quelli stilati dall’agenzia di statistica Eurostat e forniti da Bloomberg, in questo ultimo caso relativi al sentiment rilevato sui social media.
Si tratta del concetto di “deposits-at-risk (DaR)”, ovvero del concetto dei depositi a rischio, concepito allo scopo di esaminare il fenomeno dei “flussi in uscita estremi”, in sostanza di quelle situazioni in cui si verificano casi di grandi fughe dei depositi dalle banche: “Nell’applicare la regressione dei quantili, analizziamo la relazione tra la digitalizzazione, i social media e la volatilità dei depositi ”, precisa il paper.
“Maggiore utilizzo servizi online banking amplifica flussi in uscita estremi dai depositi”
Il risultato dello studio? Le conclusioni che sono state rese note dagli esperti sono le seguenti:
“Le nostre conclusioni rivelano che il maggiore utilizzo dei servizi di online banking amplifica in modo lieve i flussi in uscita estremi dai depositi durante i periodi di stress, sebbene questo effetto non sia esacerbato dalla disponibilità delle APP di mobile banking. Fattore importante”, hanno continuato gli economisti dell’Eurotower “ né l’online banking né l’utilizzo delle APP di mobile banking ha un effetto causale sulla volatilità dei depositi in tempi normali. In più, il ruolo dei social media nello scatenare i deflussi dai depositi sembra essere significativo soltanto in casi idiosincratici, come quello avvenuto con la crisi della Silicon Valley Bank, più che essere un fattore sistematico di instabilità ”.
Detto questo, dall’analisi della BCE è emerso anche che gli sviluppi tecnologici potrebbero finire con “ l’agire alla stregua di (fattori) di amplificazione e/o provocare la propagazione di stress di liquidità al sistema finanziario più ampio ”, in una situazione in cui le banche hanno aumentato i loro canali di comunicazione digitale, lanciando per esempio le chatbot o intensificando la loro presenza nei social media.
In generale, si legge nell’analisi della BCE, “un accesso più conveniente e più veloce ai servizi digitali delle banche (e alle notizie che riguardano la propria banca locale) potrebbe rendere il comportamento dei depositanti più sensibile a qualsiasi cambiamento che possa influire sui loro risparmi e sulle loro decisioni di investimento ”.
Cosa fanno i depositanti retail in tempi normali e come si comportano in tempi di stress
La BCE ha fatto notare inoltre che, se “in tempi normali i depositanti retail potrebbero diventare più propensi a trasferire i loro fondi verso opzioni (di investimento) a rendimenti più alti, quando la politica monetaria diventa più restrittiva e i tassi di interesse salgono”, negli “episodi di stress, i depositi potrebbero diventare più volatili, e ulteriormente amplificati dai flussi di notizie, in quanto i clienti retail possono reagire immediatamente accedendo ai loro conti bancari online o attraverso gli smartphone ”.
Praticamente, si legge nel rapporto, “la nostra analisi indica che la digitalizzazione amplifica i flussi dei depositi in entrambe le code di distribuzione, ovvero esacerba sia i flussi in entrata che i flussi in uscita estremi”, con effetti che risultano “ particolarmente pronunciati nel caso dei depositi retail non garantiti, quando la digitalizzazione viene misurata sulla base della disponibilità di una APP di mobile banking” (che, evidentemente, rende il cliente delle banche più reattivo alle notizie e alle turbolenze dei mercati).
“Nei tempi di normalità”, invece, “ l’impatto (della presenza di una APP di mobile banking) sui flussi dei depositi è vicino allo zero ”.
La BCE ha aggiunto inoltre che, a condizione che si trovino nella coda di distribuzione, le banche più grandi sembrano essere invece interessate da deflussi più bassi in tempi cattivi, dunque di stress finanziario, e da flussi in entrata inferiori in tempi buoni.
Per quanto concerne l’impatto delle notizie che circolano sui social media e che, nel caso specifico del crac della Silicon Valley, è stato sicuramente importante nel convincere diversi correntisti a optare per la corsa agli sportelli, gli economisti della Banca centrale europea hanno sottolineato che, dall’analisi effettuata, i social media di norma non tendono ad amplificare i movimenti dei depositi a livello mensile.
I social media tendono insomma a ricoprire un ruolo cruciale nello scatenare i deflussi dei depositi soltanto nei casi idiosincratici, senza confermarsi un fattore sistematico di instabilità.
La BCE ha invitato infine tutti a ricordare che, “sebbene il nostro studio confermi che la digitalizzazione condiziona i flussi dei depositi, lo stesso sottolinea anche il bisogno che ci siano dati sulla digitalizzazione a livello di banche” che rendano la comparazione più efficare, al fine da poter comprendere le conseguenze del feomeno in modo più puntuale.
Insomma, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere più a fondo l’effetto della digitalizzazione sull’andamento dei depositi.
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