Pensionati italiani all’estero, niente flat tax se a pagare è l’INPS

Anna Maria D’Andrea

29 Agosto 2019 - 17:30

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La flat tax per i pensionati che si trasferiscono dall’estero non spetta agli italiani titolari di pensione pagata dall’INPS. A segnare i confini della tassa piatta del 7% è l’Agenzia delle Entrate.

Pensionati italiani all’estero, niente flat tax se a pagare è l’INPS

Niente flat tax per il pensionato italiano all’estero che decide di tornare in Italia qualora a pagare la pensione sia l’INPS.

L’Agenzia delle Entrate fissa i limiti di un’agevolazione introdotta nel 2019 e che ha da subito suscitato l’interesse dei tanti pensionati che, per fuggire dalle tasse, si sono trasferiti in Paesi esteri.

Uno tra i tanti che attirano pensionati con la promessa di pagare meno tasse è il Portogallo. Nel Paese, tra le agevolazioni, è prevista la possibilità di richiedere il riconoscimento dello stato di “Residente non abituale” che, secondo la normativa locale, prevede l’esonero dal pagamento dei tributi sulla pensione per 10 anni.

La flat tax del 7% per i pensionati che si trasferiscono in Italia, in una delle regioni del Sud, è stata voluta per creare una sorta di regime concorrenziale ma, come specificato dall’Agenzia delle Entrate, le regole previste sono ferree.

Pensionati italiani all’estero, niente flat tax se a pagare è l’INPS

La Legge di Bilancio 2019 ha introdotto uno speciale regime agevolativo per i pensionati titolari di redditi esteri che decidono di trasferirsi o tornare in Italia.

Non solo pensionati italiani, ma anche i cittadini esteri titolari di redditi da pensione possono accedere all’imposta fissa del 7%.

La tassazione ridotta è riconosciuta per 9 anni ed esclusivamente nel caso di trasferimento in uno dei comuni appartenenti al territorio delle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, con popolazione non superiore a 20.000 abitanti.

La flat tax per i pensionati che si trasferiscono in Italia non si applica solo sulla pensione, ma sui redditi di qualsiasi categoria, purché siano prodotti all’estero.

La norma lo specifica più volte: la flat tax del 7% si applica esclusivamente sui redditi esteri. Vien da sé che non si può beneficiare del regime agevolato qualora, pur essendo residente all’estero, il pensionato percepisca una pensione dall’INPS.

Come specificato dall’Agenzia delle Entrate nella risposta all’interpello n.353 del 29 agosto 2019:

“Considerato che per poter fruire del regime agevolativo in argomento è necessario che i redditi da pensione siano erogati da soggetti esteri, la circostanza che il reddito percepito venga erogato dall’INPS, soggetto residente in Italia, esclude che l’Istante possa usufruire del regime di favore di cui all’art. 24-ter del TUIR, nell’ipotesi in cui decida di trasferire la propria residenza fiscale in Italia dopo aver maturato il periodo minimo di residenza estera richiesto dalla norma agevolativa (cinque periodi d’imposta).”

Agenzia delle Entrate - risposta interpello n. 353 del 29 agosto 2019
Applicabilità ad un soggetto titolare di pensione erogata dall’INPS dell’imposta sostitutiva sui redditi delle persone fisiche titolari di redditi da pensione di fonte estera che trasferiscono la propria residenza fiscale nel Mezzogiorno – Articolo 24-ter del TUIR – Articolo 11, comma 1, lett. a), legge 27 luglio 2000, n. 212

Flat tax pensionati esteri, requisiti stringenti

Si applicherà per 9 anni la flat tax del 7% per i pensionati che dall’estero decidono di trasferirsi in Italia. La risposta dell’Agenzia delle Entrate smonta però uno dei motivi che aveva portato all’introduzione della tassazione agevolata: consentire agli italiani “scappati dalle tasse italiane” di ritornare in Patria.

I requisiti per accedere alla tassazione agevolata sono quindi stringenti ed è chiaro che ne restano fuori i tanti pensionati INPS che si sono trasferiti in paesi come il Portogallo, particolarmente attrattivi per alcune categorie di contribuenti.

Resta tuttavia particolarmente importante l’agevolazione prevista, il cui obiettivo è quello di favorire gli investimenti, i consumi ed il radicamento nei comuni del Mezzogiorno di più piccole dimensioni.

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