Fintech: le 5 figure professionali più richieste nel 2023

Niccolò Ellena

15/02/2023

17/03/2023 - 14:51

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Il fintech è uno dei settori più in crescita d’Italia e ha ottime prospettive di assunzione. Ecco quali sono le 5 figure professionali più richieste nel 2023.

Fintech: le 5 figure professionali più richieste nel 2023

Il settore fintech offre molte opportunità di lavoro: nei prossimi due anni, secondo quanto riportato da una ricerca di EY e Fintech District, moltissime aziende del settore sono intenzionate ad assumere nuovi professionisti. Allo stesso tempo, le imprese lamentano un’insufficienza di figure professionali per soddisfare la domanda del mercato. Viene perciò da chiedersi quali siano le figure ricercate da queste aziende.

A chiederselo potrebbero essere persone che stanno valutando si cambiare settore lavorativo oppure giovani che, in procinto di scegliere l’università da frequentare, vogliono cercare di fare una scelta che in futuro li ripaghi degli sforzi fatti. Per aiutare queste persone, Money.it ha selezionato le 5 figure professionali ben pagate e molto richieste nel settore fintech.

Web developer

Una delle figure professionali in generale più richieste nel settore fintech (ma non solo) è quella del Web developer. Questo professionista si occupa di gestire e programmare tutti gli aspetti di cui si compone un sito Web. Attualmente esistono tre principali tipi di Web developer: back-end, front-end e full stack. Nel primo caso lo sviluppatore si occupa di programmare tutto ciò che non è visibile su un sito da parte di un visitatore; mentre lo sviluppatore front-end gestisce e programma tutto ciò con cui l’utente esterno può interagire. Il full stack, infine, fa entrambi.

Per svolgere questa professione non è necessaria una laurea, anche se può essere d’aiuto. Quello che fa davvero la differenza è la conoscenza dei linguaggi di programmazione e delle tecnologie peculiari del settore. Alcune delle conoscenze fondamentali sono le tecnologie front-end (HTML, CSS, JavaScript, jQuery); i linguaggi di programmazione (JAVA, PHP, Python); le librerie e i framework (come Laravel e Django).

Cercando online infine emerge che lo stipendio di un Web developer può variare abbastanza. Molto dipende dall’anzianità del programmatore, dagli anni di esperienza, dall’azienda in cui lavora e molti altri fattori. Tendenzialmente, in Italia, lo stipendio medio si aggira intorno ai 30 mila euro all’anno.

Data Scientist

Un’altra figura professionale di cui c’è sempre maggiore bisogno è quella del data scientist. Il compito di questo professionista è quella di ricavare informazioni e trend utili attingendo a grande masse di dati. Questi dati possono essere ricavati dalle azioni che gli utenti svolgono su un determinato sito internet, oppure all’interno di un’app. Una volta raccolti, i dati vengono analizzati dal data scientist, che in questo modo fornisce insight pratici all’azienda che è a sua volta in grado di migliorare il servizio.

Sono diverse le lauree che possono essere utili per svolgere questa professione: statistica, economia, informatica, matematica, fisica e ingegneria; ciò che le accomuna tutte è una notevole componente quantitativa e matematica, essenziale per svolgere una professione dove i calcoli sono all’ordine del giorno.

Il ruolo di un data scientist all’interno di una fintech è fondamentale: queste aziende ogni giorno hanno a che fare con moltissimi dati messi a disposizione dagli utenti. Il compito di queste figure professionali è quello di analizzarli e fare in modo che l’azienda possa trarne degli insight, applicandoli poi alle piattaforme o al proprio servizio.

Lo stipendio medio per un data scientist che lavora in Italia è di circa 35 mila euro all’anno. Naturalmente, come nel caso precedente (e anche in quelli successivi) molto dipende dal contesto, dall’anzianità che si è raggiunta e dalle proprie capacità.

User experience e user interface designer

Un user experience (UX) designer è responsabile di progettare l’esperienza complessiva che l’utente ha quando interagisce con un prodotto o un servizio, concentrando la propria attenzione sulla facilità d’uso e l’accessibilità. L’UX designer si occupa di definire i flussi di interazione dell’utente con il prodotto, la struttura dell’informazione, i prototipi e i test dell’usabilità.

Un user interface (UI) designer, invece, è responsabile della progettazione dell’interfaccia grafica del prodotto o del servizio. Si occupa di definire l’aspetto visivo e l’interattività degli elementi dell’interfaccia utente, come icone, pulsanti, moduli di input e layout.

La differenza principale tra un UX designer e un UI designer sta nella loro area di competenza. L’UX designer si concentra sull’esperienza generale dell’utente, mentre l’UI designer si concentra sull’aspetto visivo e sull’interattività dell’interfaccia. Tuttavia, queste due figure lavorano spesso insieme per garantire che il prodotto finale offra un’esperienza utente coerente e soddisfacente.

Molte persone che svolgono questa professione hanno alle spalle un percorso accademico legato alle arti visive come ad esempio design oppure architettura. Tuttavia questo percorso non è obbligato, in quanto molti degli strumenti utilizzati per la professione possono essere studiati anche in maniera autodidatta. In particolare, questi strumenti sono Adobe XD, Photoshop, Illustrator. e After Effect.

Il ruolo di questi designer all’interno di un’azienda fintech è molto importante: per fare in modo che un utente scelga un’app rispetto a un’altra, la sua esperienza conta moltissimo. Se avete provato un’app o una piattaforma facile da usare, realizzata in maniera da sembrare semplice e intuitiva, allora probabilmente alle sue spalle si trova un UX-UI designer che ci ha lavorato duramente per consentire un’esperienza coi fiocchi.

Lo stipendio medio di un UX-UI designer in Italia si aggira intorno ai 30 mila euro.

Cloud engineer

Ogni giorno le aziende fintech e non solo devono gestire i numerosissimi dati prodotti dalle azioni dei propri clienti. Per riuscirci è fondamentale appoggiarsi a un’infrastruttura cloud adeguata alle esigenze della fintech. Ma qual è la figura che si occupa di monitorare il funzionamento dell’infrastruttura? La risposta è il cloud engineer, ossia una figura che deve occuparsi della manutenzione dell’infrastruttura, ma anche della sua sicurezza.

Per svolgere adeguatamente questa professione sono necessarie molte competenze e conoscenze. Eccone alcune:

  • infrastrutture cloud (privato, pubblico, ibrido);
  • conoscenza dei fornitori di servizi cloud (AWS, Azure, Google Cloud);
  • conoscenza dei linguaggi di programmazione (Python, Java);
  • conoscenza dei protocolli di sicurezza come ISO 27001;
    e molte altre ancora.

Possedere tutte queste competenze non è affatto semplice, ma comunque possibile. Uno studente che ha l’obiettivo di diventare un ingegnere del cloud potrebbe studiare materie come ingegneria informatica oppure informatica, per poi specializzarsi nell’ambito del cloud computing.

Il ruolo di questa figura professionale nelle fintech è fondamentale, ogni giorno le aziende raccolgono nella propria infrastruttura cloud milioni di dati dei propri utenti, che devono essere conservati. Farlo è possibile solamente sfruttando la tecnologia cloud, ma ciò è possibile soltanto grazie agli ingegneri, che si assicurano che questa funzioni sempre come dovrebbe.

Lo stipendio medio per un cloud engineer è più alto degli altri, dal momento che, com’è possibile vedere, sono necessarie molte competenze difficili da acquisire. Mediamente un ingegnere di questo tipo percepisce circa 40 mila euro in un anno.

Compliance manager

Il settore della compliance è sempre più centrale nel mondo delle aziende fintech, poiché, con la nascita di nuove tecnologie, i regolatori europei e internazionali vogliono assicurarsi che tutte le aziende, e specialmente quelle tecnologiche, siano allineate sulle regole da rispettare in materia di trattamento dei dati, di concorrenza, ecc. In uno scenario come questo, emerge la necessità per molte aziende di avere al loro interno un compliance manager, ossia una figura che si occupa sia del monitoraggio delle norme che interessano l’ambito in cui opera l’azienda, sia di comunicarle al personale.

In sintesi, il compito di questa figura è quello di tenersi aggiornata su tutte le norme che interessano la propria azienda in modo che essa sia conforme a tutti i regolamenti a cui deve soggiacere. Il compliance manager deve poi aggiornare tempestivamente i colleghi sui cambiamenti dei regolamenti che vengono posti in essere, così da non incorrere in rischi; ed elaborare soluzioni innovative per permettere all’azienda di essere competitiva rispettando le norme vigenti.

Generalmente chi svolge la professione del compliance manager ha una conoscenza solida del framework legale all’interno del quale è inserito. Se l’azienda ad esempio si trova in Italia, il professionista avrà una solida conoscenza delle leggi italiane ed europee. Queste possono essere acquisite con una laurea magistrale in giurisprudenza ed eventuali specializzazioni nel proprio settore di interesse, come per esempio un master o corsi post-laurea.

Lo stipendio per un compliance manager è di circa 40 mila euro all’anno.

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