I figli devono contribuire alle spese di casa?

Ilena D’Errico

30 Settembre 2023 - 23:00

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Ecco in quali casi i figli devono contribuire alle spese di casa, come e in quale misura sono tenuti secondo la legge.

I figli devono contribuire alle spese di casa?

I figli hanno diritto al mantenimento finché non sono autosufficienti, almeno fin quando ciò non dipende da una loro colpa. Certo i genitori si aspettano che quando arrivi questo momento il loro impegno venga ricambiato e che i figli contribuiscano alle spese di casa, soprattutto quando sono conviventi.

A volte non serve nemmeno domandarlo e sono gli stessi figli a iniziare a dare il loro contributo alle spese domestiche non appena riescono, ma questa non è la regola. Non è raro che i figli si rifiutino di fare la propria parte, pensando di non essere obbligati, così come capita anche la situazione diametralmente opposta, in cui i genitori pretendono una spesa eccessiva che i figli non riescono a sostenere.

Vediamo quindi quali sono i doveri legali in merito, quando i figli devono contribuire alle spese di casa e soprattutto in che misura.

Quando i figli non devono più essere mantenuti

Per poter parlare dei possibili doveri dei figli riguardo alle spese per le necessità domestiche e familiari bisogna partire dalla cessazione dell’obbligo di mantenimento. Prima di questo momento, infatti, i genitori sono tenuti a provvedere a tutte le esigenze dei figli e sarebbe assurdo richiedere a questi ultimi un contributo.

Ma quando cessa l’obbligo di mantenimento? Non necessariamente con la maggiore età, ma soltanto quando i figli hanno raggiunto l’autosufficienza dal punto di vista economico, che consente loro di provvedere alle esigenze primarie di vita sul lungo periodo. Ovviamente, nel periodo che intercorre tra il compimento dei 18 anni e l’indipendenza il diritto al mantenimento è subordinato all’impegno dei figli rivolto al futuro, ad esempio studiando per intraprendere una carriera professionale.

Questo non è poi possibile quando i figli hanno handicap gravi, tali da non poter lavorare e assicurarsi un reddito da soli.

I figli devono contribuire alle spese di casa: in quali casi e quanto

Come molti genitori già immaginano, i figli conviventi che non hanno più diritto al mantenimento (e quindi hanno un reddito o comunque la capacità di produrlo) devono contribuire alle spese di casa. L’articolo 315 del Codice civile sancisce infatti il principio di solidarietà familiare, in virtù del quale i familiari devono aiutarsi tra loro dal punto di vista morale e anche materiale.

Nel dettaglio, l’articolo 315 bis del Codice civile sancisce che:

Il figlio deve rispettare i genitori e deve contribuire, in relazione alle proprie capacità, alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia finché convive con essa.

Dalla norma si desume quindi un duplice obbligo a carico dei figli, ovvero il contributo sia economico che morale e affettivo. Le capacità a cui fa riferimento la norma sono sia patrimoniali che personali e pertanto il dovere ricade su tutti i figli conviventi, a prescindere dalle loro condizioni economiche.

Non è però possibile quantificare con precisione il contributo economico dovuto dai figli, in quanto dipende dalle esigenze familiari (anche tenendo conto delle esigenze dei genitori) e dalle proprie finanze. In linea di principio è bene che i genitori e i figli collaborino per provvedere a tutte le necessità, con ordine di priorità, di tutti i componenti del nucleo e in proporzione al proprio reddito. L’obbligo riguarda, però, anche i figli conviventi privi di reddito, che dovranno compensare con l’aiuto di altro tipo: collaborazione domestica, assistenza familiare e così via.

Infine, questo dovere ricade esclusivamente sui figli ancora conviventi con i genitori. I figli non conviventi, infatti, possono essere chiamati soltanto a corrispondere gli alimenti ai genitori in stato di indigenza, anche in questo caso limitatamente alle possibilità economiche e con la possibilità di svolgere obbligazioni pratiche (ad esempio ospitando i genitori anziché pagare loro l’affitto).

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