Fatture false che sembrano reali. Il nuovo inganno dell’AI che mette a rischio le imprese

P. F.

8 Novembre 2025 - 14:20

Una nuova truffa con scontrini falsi generati dall’intelligenza artificiale minaccia le imprese. Un rischio concreto che può causare perdite economiche anche milionarie.

Fatture false che sembrano reali. Il nuovo inganno dell’AI che mette a rischio le imprese

Non solo innovazione. L’intelligenza artificiale sta - purtroppo - rivoluzionando anche il mondo delle frodi aziendali. Se un tempo i tentativi di truffa si limitavano a scontrini alterati o note spese gonfiate, oggi l’AI permette di generare ricevute completamente false che sono difficili da distinguere da quelle autentiche.

Con pochi comandi, un chatbot può creare in pochi secondi un documento credibile, che sia lo scontrino di una cena, la fattura di un hotel o la ricevuta di un taxi mai preso. Loghi, font e dettagli appaiono perfettamente realistici, tanto da ingannare anche i revisori più esperti.

Secondo le stime più recenti, circa un’azienda su otto avrebbe registrato casi di spese inventate o gonfiate nell’ultimo anno e mezzo. Le perdite medie per singola impresa ammontano a circa 50.000 dollari, ma nei casi più gravi si raggiungono cifre ben più elevate, anche milionarie.

Frodi aziendali con le AI. Le imprese corrono ai ripari

Le falsificazioni riguardano in particolare ricevute per pasti o trasporti ma, nei casi più estremi, alcune frodi documentate hanno mostrato richieste di rimborso per viaggi di lavoro inventati di sana pianta, completi di fatture per hotel, voli e ristoranti.

La diffusione sempre più frequente di documenti falsi ha spinto molte aziende a rafforzare i loro sistemi di verifica. Le più avanzate piattaforme di gestione spese hanno già introdotto strumenti basati sull’intelligenza artificiale in grado di analizzare i documenti e individuare schemi sospetti.

È nata così una vera e propria “corsa agli armamenti digitali”: chi tenta la frode perfeziona i propri metodi, mentre i sistemi di rilevamento cercano di evolversi con pari velocità per restare al passo.

Come riconoscere una ricevuta creata con l’intelligenza artificiale

Le nuove tecniche di controllo si basano su un mix di analisi automatica e verifica dei metadati, che consente di individuare incongruenze anche minime. Tuttavia, con la diffusione di strumenti di generazione di immagini e testi sempre più sofisticati, individuare una ricevuta falsa realizzata con l’intelligenza artificiale può diventare una vera sfida. Ma alcuni dettagli possono tradire l’inganno.

Gli errori più comuni riguardano i font incoerenti o leggermente deformati, date e importi disallineati, loghi di negozi o marchi con bordi sfocati o colori non uniformi, e la presenza di termini generici al posto di voci specifiche. Anche i codici fiscali e i numeri di scontrino spesso non seguono la formattazione reale. In caso di dubbio, è utile confrontare la ricevuta sospetta con un documento autentico dello stesso esercizio commerciale o verificarne la validità tramite il sito ufficiale dell’azienda o dell’Agenzia delle Entrate.

La tecnologia può essere di grande aiuto, ma da sola non è sufficiente. Per prevenire queste truffe serve una cultura aziendale basata sulla trasparenza, con regole chiare e controlli interni costanti. Le imprese devono investire sia in strumenti digitali di analisi, sia nella formazione dei suoi dipendenti, affinché riconoscano i rischi e comprendano le conseguenze di comportamenti fraudolenti.

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