Euro dollaro in ripresa: cosa può fermare il biglietto verde?

Violetta Silvestri

17 Agosto 2023 - 15:15

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Euro dollaro oscilla nelle ultime ore e dopo un balzo in avanti del biglietto verde, la moneta unica sta recuperando: cosa è successo e quali fattori sono sotto i riflettori.

Euro dollaro in ripresa: cosa può fermare il biglietto verde?

L’euro dollaro riprende slancio in queste giornate nervose per i mercati, anche valutari.

Al momento in cui si scrive l’EUR/USD ha riguadagnato trazione, ha esteso il suo rimbalzo giornaliero e ha superato 1,0900 all’inizio della sessione americana di giovedì 17 agosto. I dati dagli Stati Uniti hanno mostrato che le richieste di disoccupazione iniziali settimanali sono diminuite di soli 11.000 la scorsa settimana e l’USD ha faticato a trovare domanda, aiutando la coppia a salire.

EUR/USD verso un recupero: cosa è successo

I riflettori si sono accesi sul dollaro ieri, mettendo in ombra l’euro e facendo vacillare la coppia EUR/USD intorno e sotto la soglia di 1,0900 dopo i verbali Fed.

Durante la seduta asiatica e nella mattinata europea la moneta unica è rimasta schiacciata dal balzo del biglietto verde, rafforzato nella sessione americana di mercoledì mentre i flussi dagli asset rischio hanno continuato a dominare i mercati finanziari. Il focus è stato il rinnovato tono da falco visto nei verbali della riunione politica di luglio della Federal Reserve, che ha fornito un’ulteriore spinta alla valuta, costringendo EUR/USD a rimanere in disparte.

Il Forex rimane intrappolato nei messaggi incerti delle banche centrali. Secondo le minute, la Fed potrebbe aumentare nuovamente i tassi in mezzo a un significativo rischio al rialzo per l’inflazione, mentre in Europa gli investitori sono divisi sul fatto che la Bce fornirà un altro rialzo del costo del denaro, a causa di un peggioramento delle prospettive economiche.

Gli ultimi dati hanno mostrato che l’inflazione core nell’area dell’euro non è rallentata a luglio come previsto, mentre i risultati economici, in particolare per la Germania, hanno indicato prospettive deboli. Allo stesso tempo, nella riunione di luglio, la Bce ha abbandonato l’indicazione secondo cui i costi di indebitamento continuerebbero ad aumentare, con Lagarde che ha affermato che il risultato di settembre sarà una pausa o un aumento.

In questo scenario assai incerto si muove l’euro dollaro in nome della volatilità. L’umore è rimasto pessimo durante la sessione asiatica di oggi giovedì 17 agosto, tra i segnali dell’intervento della Cina per alzare lo Yuan e l’inasprirsi della crisi immobiliare e non solo. Di conseguenza, i mercati azionari globali sono crollati in rosso, mentre i rendimenti dei titoli di stato hanno registrato un rallly, spingendo anche il dollaro.

Il biglietto verde, però, sta ora perdendo forza e l’euro dollaro ha ripreso un certo slancio, seppure ancora timido, scambiando a 1,0907. L’umore sta cambiando?

Perché il dollaro ha perso slancio?

La giornata di oggi si sta evolvendo, lasciandosi alle spalle la più profonda debolezza dell’euro.

Nel dettaglio, la domanda del biglietto verde è diminuita con l’apertura della Borsa di Londra, aiutando l’euro a recuperare terreno. Una bilancia commerciale della zona euro migliore del previsto si è aggiunta alla ripresa EUR/USD, poiché il surplus destagionalizzato si è attestato a 12,5 miliardi di euro a giugno, molto meglio dei precedenti 0,2 miliardi di euro.

Dall’altra parte, gli Stati Uniti hanno pubblicato le richieste di disoccupazione iniziali per la settimana terminata l’11 agosto, che sono migliorate a 239.000, battendo le 240.000 attese, mentre il Philadelphia Fed Manufacturing Survey è balzato a 12 ad agosto da -13,5 del mese precedente. Le notizie ottimistiche dagli Stati Uniti hanno rafforzato il sentiment azionario, spingendo EUR/USD verso la zona di prezzo 1,0910.

Secondo gli strateghi di ING, “con indicatori lungimiranti che indicano un rallentamento economico in parti chiave dell’area dell’euro, un rally EUR/USD entro la fine dell’anno (che è ancora il nostro caso di base) dovrebbe basarsi principalmente su una minore attrattiva del dollaro piuttosto che su un vero e proprio boom dell’euro”.

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