Essere tirchi è reato, la sentenza della Cassazione

Giorgia Bonamoneta

20 Febbraio 2023 - 23:47

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Costringere la famiglia al risparmio estremo è reato. La Cassazione ha condannato un uomo per essere troppo tirchio e per maltrattamento. Ecco cosa dice la sentenza.

Essere tirchi è reato, la sentenza della Cassazione

Per chi vive il minimalismo come stile di vita o per chi è un appassionato di programmi televisivi come “Malati di risparmio” sarà uno choc apprendere che essere “tirchi” è reato. Almeno è quello che dice la Cassazione: l’ossessione per il risparmio, quando imposta, diventa reato di maltrattamento.

Secondo la Corte di Cassazione infatti la costrizione di un comportamento di risparmio estremo è più vicino all’ossessione che a una gestione economica lungimirante. Anzi la sentenza della Cassazione conferma la condanna del marito che ha costretto la donna a subire condizioni di risparmio domestico più vicini a maltrattamenti che a una sana economia domestica.

Ecco perché essere “tirchi” è un reato secondo la sentenza della Cassazione e cosa rischia l’uomo per aver maltrattato la moglie nel contesto familiare e nella vita domestica.

Sentenza della cassazione contro i tirchi: perché è reato

La Cassazione ha confermato la condanna di un marito violento nei confronti della moglie con il suo comportamento “tirchio”. In realtà la sentenza della Cassazione include i comportamenti dell’uomo all’interno di quelli del “maltrattamento”. Sembra infatti che fosse l’uomo a decidere ogni aspetto della vita domestica e familiare, proprio come in una di quelle puntate di “Malati di risparmio”, ma con un tono di violenza domestica.

L’uomo decideva cosa comprare nei negozi, dove fare la spesa, quante volte lavarsi e come utilizzare l’acqua grigia in altri contesti, come l’acqua usata per pulirsi il viso per farsi la doccia. A questo ambiente familiare soffocante, con limitazioni all’acquisto e forzature comportamentali, si aggiungevano anche rimproveri e insulti nel momento in cui si usciva dagli schemi di risparmio patologico.

Il reato di maltrattamento comporta una condanna da 3 a 7 anni di carcere, a cui si possono aggiungere una serie di aggravanti che non sembrerebbero però rientrare all’interno del caso specifico dell’uomo fin troppo risparmiatore.

Cosa dice la sentenza della Corte di Cassazione: il reato di risparmio

Può apparire come una situazione comica, ma non è così. Infatti la malattia del risparmio è stata accentuata nella figura del marito fino al raggiungimento di comportamenti accompagnati da modalità di controllo particolarmente afflittive, tanto che la donna era costretta buttare via gli scontrini, nasconde gli acquisti o costringere persone terze a mentire per lei.

Per i magistrati la situazione è chiara: clima di sopraffazione e comportamenti vessatori. È una situazione che è andata peggiorando nel tempo e che da “risparmio domestico” è diventata sopraffazione.

Nella sentenza si legge infatti che:

Tale stili di vita (n.d.r. risparmio rigoroso) debba essere condiviso e non possa essere imposto, men che meno in quelle che sono le minimali e quotidiane esigenze di vita in casa e accudimento personale.

Violenza domestica: i precedenti

Il caso di violenza psicologica all’interno delle mura domestiche non è il primo avvenuto in Italia. Appena un anno fa infatti un uomo ha maltrattato la moglie per aver, a detta sua, “usato troppe volte la lavatrice”. L’uomo costringeva la moglie a farsi la doccia fredda per non consumare l’elettricità e ogni volta che la donna trasgrediva le regole la picchiava.

Quella della sentenza della Cassazione del 2023 anticipa un possibile aggravarsi del caso di violenza come quello sopra descritto, che da un controllo psicologico poteva rischiare di diventare una violenza anche di tipo fisico. I testimoni infatti raccontano di insulti e controllo ossessivo, fino a descrivere un mutamento comportamentale della donna che oggi sembra avere quasi un disturbo post traumatico da stress, dicono i familiari.

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