Decreto Sicurezza incostituzionale? Cos’ha detto la Cassazione (e cosa cambia ora)

Ilena D’Errico

7 Luglio 2025 - 00:28

Ecco cos’ha detto la Cassazione sul decreto Sicurezza. Perché potrebbe essere incostituzionale e cosa cambia ora.

Decreto Sicurezza incostituzionale? Cos’ha detto la Cassazione (e cosa cambia ora)

Il decreto Sicurezza del governo Meloni è forse una delle misure più oggetto di critiche e polemiche degli ultimi tempi. Di fatto, una vasta cerchia più che autorevole ne ha evidenziato lacune e criticità, dalla magistratura all’avvocatura. Ora, è direttamente la Suprema Corte a criticare la norma, addirittura a rischio di incostituzionalità. La legge n. 80/2025 è stata analizzata dalla relazione 33/2025 della Corte di Cassazione, che restituisce un esame a dir poco nefasto. Le misure e le regole previste dal decreto Sicurezza sono state criticate sotto tutti i punti di vista, non soltanto nel contenuto ma già a partire dal metodo di adozione del provvedimento.

Non c’è dubbio quindi sulla dura posizione assunta dagli Ermellini, ma non bisogna interpretare la notizia con superficialità. Il decreto Sicurezza resta in vigore, deve essere rispettato ed applicato, almeno finché - eventualmente - l’incostituzionalità sarà fatta valere. Ciononostante, la pronuncia della Corte ha un’importanza notevole, proprio perché l’intera comunità giuridica sta evidenziando gli aspetti critici della norma in modo piuttosto allarmante. Indipendentemente da ciò, i cittadini hanno diritto a conoscere le motivazioni delle critiche della Cassazione su un argomento tanto delicato per la collettività, per quanto comunque chiamati a rispettare le disposizioni.

Il decreto Sicurezza è incostituzionale? La Cassazione

Non si può dire con certezza che il decreto Sicurezza è incostituzionale. La Cassazione non è competente nel compimento di questa valutazione, che invece spetta alla Corte Costituzionale. Il decreto Sicurezza è però a rischio incostituzionalità, nel senso che i giudici hanno evidenziato numerosi elementi dubbi in proposito, i quali dovrebbero essere approfonditi. Di seguito gli aspetti più critici.

Non era urgente e necessario

Innanzitutto, il decreto legge del governo dovrebbe essere limitato a questioni di urgenza e necessità straordinarie. La stessa Corte Costituzionale ha confermato questo principio in più occasioni, ricordando che i caratteri di esigenza non possono essere solo dichiarati ma devono essere provati e motivati. Il decreto Sicurezza nello specifico, però, non sembra rientrare in queste circostanze. Il contenuto del testo era infatti già all’esame del Parlamento e non ci sono state ragioni di impellenza particolari.

Troppo generico ed eterogeneo

Una delle principali critiche mosse al decreto Sicurezza dai giuristi e ora ribadita dalla Cassazione riguarda la pluralità di materie trattate, indipendenti le une dalle altre e quindi incoerenti rispetto alle finalità dei decreti legge.

Vacatio legis assente

Fondamentale nelle critiche alla costituzionalità del decreto Sicurezza c’è la mancanza di vacatio legis per l’entrata in vigore delle norme penali. Queste ultime richiedono infatti un periodo di tempo per l’entrata in vigore, che si conta a partire dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, di solito di 15 giorni. Questo intervallo è importante per consentire ai cittadini di conoscere e apprendere le nuove regole, ma in questo caso non è stato disposto per aggravanti e addirittura nuovi reati.

Criticità di contenuto

Al di là degli aspetti puramente formali, per quanto di grande importanza, la Cassazione ha rilevato diverse criticità anche nel contenuto del decreto Sicurezza. Di seguito le più importanti.

  • Aggravanti di luogo e di contesto: generiche, lasciano spazio a dubbi interpretativi e non sono del tutto motivate.
  • Rischio di criminalizzare le proteste e il diritto di libera manifestazione.
  • Le ipotesi di carcere per le detenute madri lasciano spazio alla discriminazione.
  • Le norme su carceri e Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) puniscono anche la resistenza passiva e rischiano di aggravare le condizioni di ostilità e criticità attuali.
  • Terrorismo: la norma sulla detenzione di “materiale propedeutico al terrorismo” rischia di punire condotte non ancora criminose. Al contrario, la non punibilità degli agenti segreti rischia di agevolare le organizzazioni eversive.

Cosa cambia ora?

La relazione della Corte di Cassazione potrebbe aumentare la pressione sul governo, già elevata, nella revisione del decreto Sicurezza. Tuttavia, appare una circostanza alquanto improbabile viste le posizioni della maggioranza in merito. Quanto alla presunta incostituzionalità, come già detto dovrebbe essere accertata dalla Corte Costituzionale. A tal proposito, il giudizio dovrebbe essere interpellato da un tribunale, quando rilevante per un caso concreto di cui si sta occupando. In altri termini, senza passi indietro sul decreto è necessario aspettare i primi procedimenti in cui se ne chiede l’applicazione per scoprire cosa accadrà.

Iscriviti a Money.it