L’eredità di Marta Fascina potrebbe essere nulla, ecco perché

Ilena D’Errico

08/07/2023

08/07/2023 - 23:57

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L’eredità lasciata da Silvio Berlusconi in favore della fidanzata Marta Fascina potrebbe essere nulla, ecco perché.

L’eredità di Marta Fascina potrebbe essere nulla, ecco perché

È stato reso noto il contenuto del testamento, più d’uno a dir la verità, lasciato da Silvio Berlusconi. Nulla di imprevedibile, con disposizioni in favore dei figli, del fratello Paolo e della fidanzata Marta Fascina. Anche se nell’insieme i testamenti forniscono un panorama chiaro e le questioni più spinose, quelle legate alla legittima, sono state ben regolate da Berlusconi, potrebbero esserci comunque delle difficoltà.

In particolare, l’eredità di Fascina potrebbe essere nulla, ma ci sono alcune perplessità anche riguardo al lascito in favore di Paolo Berlusconi. Vediamo perché, cosa prevede il testamento di Silvio Berlusconi e quali sono le disposizioni dubbie.

Perché l’eredità di Marta Fascina potrebbe essere nulla

Come detto, Silvio Berlusconi non ha lasciato un solo testamento, bensì tre. Di norma, in questi casi viene applicato il testamento più recente, ma soltanto quando diverso dai precedenti. Nel caso specifico, invece, le disposizioni di Berlusconi risultano perfettamente coerenti anche nell’insieme dei tre testamenti e quelli più nuovi appaiono come un completamento, anziché una modifica degli antecedenti.

Nell’insieme sufficientemente omogeno delle disposizioni testamentarie non ci sono quindi particolari problemi di interpretazione, se non per quanto riguarda l’eredità di Marta Fascina, fidanzata con Silvio Berlusconi fino alla sua morte e anch’essa in politica.

In particolare, il testamento del 2022 redatto da Berlusconi dispone dei legati in favore di Marta Fascina, Paolo Berlusconi e Marcello Dell’Utri. I legati, si ricorda, sono beni specifici e non quote ereditarie, come invece sono state assegnate agli altri eredi. Nel caso specifico si tratta di somme di denaro, 100 milioni di euro a Fascina, 100 milioni di euro al fratello e 30 milioni di euro a Dell’Utri. Ovviamente questo tipo di volontà sono perfettamente valide, tanto più se non dovessero essere considerate lesive delle legittime.

La problematicità, ricorda l’avvocato Crivellaro a Repubblica, risiede più che altro nella frase che anticipa il legato. “Se non torno” scrive Silvio Berlusconi, sottintendendo il ricovero al San Raffaele e il suo possibile decesso. Si potrebbe quindi contestare questo lascito, opponendo che la condizione stabilita dal testatore non si sia verificata e che comunque il testamento abbia così perso efficacia.

Si tratta più che altro di una questione interpretativa, i cui esiti dipendono da come sarà applicata. Nel caso di interpretazione più restrittiva, limitando la condizione apposta di Berlusconi a quella specifica situazione, allora potrebbe essere considerata nulla l’eredità in favore di Marta Fascina, così come quella di Dell’Utri.

Centrale sul punto è comunque la posizione degli altri eredi, che non sembrerebbero ostili. Eventualmente, sia Fascina che Dell’Utri potrebbero comunque richiedere una nuova valutazione in sede civile.

L’eredità lasciata da Silvio Berlusconi al fratello Paolo

Non sorgono, invece, gli stessi problemi per quanto riguarda il fratello Paolo, dato che anche un precedente testamento faceva riferimento allo stesso legato. In questo caso, un eventuale dubbio avrebbe riguardato l’importo del legato. La domanda è se Silvio Berlusconi si sia semplicemente ripetuto o volesse invece aggiungere quei 100 milioni di euro a quelli già destinati al fratello.

È proprio quest’ultimo ad aver chiarito immediatamente la questione, dichiarando in base alle sue conoscenze, la volontà del fratello fosse limitata a 100 milioni di euro. Si tratta, peraltro, della via interpretativa più logica, anche secondo l’avvocato Crivellaro. La ripetizione del legato, infatti, sembrebbe più che altro dovuta alla fretta e allo stato emotivo del momento.

Non sembrano, invece, rilevare altre perplessità per il resto del testamento, anche perché già quelle citate sono davvero sottigliezze. La questione delle quote di legittima è da considerare tenendo conto delle donazioni, operazione non troppo rapida, ma in ogni caso non sembrano esserci presupposti per impugnazioni o contestazioni. Gli stessi chiamati all’eredità, infatti, sembrerebbero d’accordo con le disposizioni.

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