Eredità investimenti, a chi va il patrimonio finanziario del defunto?

Ilena D’Errico

9 Maggio 2023 - 22:05

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Cosa succede se l’eredità comprende gli investimenti del defunto? Ecco come avviene la successione a chi va il patrimonio finanziario.

Eredità investimenti, a chi va il patrimonio finanziario del defunto?

Il patrimonio finanziario è una parte peculiare dell’eredità, innanzitutto per la sua caratteristica di astrattezza rispetto agli altri beni ereditari, ma anche per la differenza di procedure che lo caratterizzano. La prassi che gli eredi devono seguire comprende in particolare i rapporti con gli istituti di credito, i quali sono tenuti per legge a verificare con precisione tutti i dettagli del caso prima di trasferire la proprietà degli strumenti del defunto. Una volta conosciuti i passi fondamentali, in realtà questa prassi poi si rivela piuttosto semplice, nulla di troppo diverso dagli adempimenti richiesti per il trasferimento di altri beni ereditari.

Per sapere come agire se l’eredità comprende investimenti, conti correnti e titoli è prima necessario appurare con certezza chi sono gli eredi e quali sono le quote spettanti loro. Questa informazione deve infatti essere resa agli istituti di credito, oltretutto alcune decisioni devono essere prese di comune accordo fra tutti gli eredi. Quando ci si chiede a chi va il patrimonio finanziario del defunto, il dubbio nasce dal fatto che spesso si guarda a questi aspetti come sostanzialmente differenti dai beni materiali, quando in realtà le leggi successorie non fanno alcuna distinzione.

A chi va il patrimonio finanziario del defunto con o senza testamento

Come anticipato, la successione del patrimonio finanziario del defunto segue le medesime regole del resto dell’eredità. Questo significa che azioni, titoli, obbligazioni e conti correnti spettano agli eredi designati dalla legge o dal testamento, ovviamente a ognuno in misura della propria quota. L’eredità, infatti, non è suddivisa sulla base di beni determinati, ma si compie a tutti gli effetti come un diritto su tutto il patrimonio del defunto. A essere limitata è la porzione di questo diritto e non i beni su cui si manifesta.

Allo stesso tempo, è ammessa la possibilità di dividere l’eredità in base ai beni presenti attraverso l’utilizzo del testamento, che comunque non può violare la quota di legittima nemmeno per quanto attiene al patrimonio finanziario. Ai fini successori, infatti, il conto corrente è trattato dalla legge al pari di un immobile o di un quadro lasciato in eredità. Il patrimonio finanziario, con debiti e crediti, va quindi a tutti gli eredi del defunto. Ciò che varia fra i beni ereditari sono invece le procedure che devono essere attuate dagli eredi.

Ad esempio, se l’eredità comprende un immobile gli eredi dovranno presentare la dichiarazione di successione per ottenere la trascrizione nei pubblici registri e la voltura catastale. Per il portafoglio finanziario, invece, è sufficiente provare lo status di eredi.

Eredità e investimenti, come avviene la successione

Gli investimenti sono rappresentati nel patrimonio ereditario da tutti i tipi di titoli, tra cui azioni, obbligazioni e titoli di Stato. Più propriamente, si parla di fondi comuni di investimento per riferirsi a tutti gli strumenti di risparmio che consentono al titolare di investire nei mercati finanziari, a prescindere dagli importi. Come anticipato, la successione dei fondi comuni di investimento è la stessa vigente per tutti gli altri debiti. Di conseguenza, gli investimenti spettano a tutti gli eredi pro quota.

Per dare inizio alla successione, gli eredi devono per prima cosa consegnare all’istituto di credito il certificato di morte del defunto, a cui seguirà il blocco dei fondi. Da questo momento in poi e fino allo sblocco nessuno è autorizzato a compiere alcuna operazione, almeno fino alla presentazione della dichiarazione di successione.

In seguito, gli eredi potranno entrare in possesso degli investimenti, grazie all’intestazione delle quote a opera della banca. Nel caso in cui non sia possibile la divisione in natura, cosa probabile se il portafoglio è complesso e variegato, gli eredi possono scegliere se conservare la titolarità condivisa oppure procedere alla divisione. Quest’ultima è particolarmente utile per effettuare una ripartizione semplice fra gli eredi, ma è possibile soltanto se tutti sono d’accordo. In caso contrario, serve procedere in via giudiziale.

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