Eredità all’ex coniuge, come cambia l’assegno di mantenimento?

Ilena D’Errico

27 Aprile 2024 - 00:02

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Ecco come cambia l’assegno di mantenimento se l’ex coniuge riceve un’eredità: le differenze tra beneficiario e obbligato, quando l’assegno aumenta e quando viene revocato.

Eredità all’ex coniuge, come cambia l’assegno di mantenimento?

Quando i coniugi si separano viene stabilito, se ne sussistono i requisiti, un assegno di mantenimento in favore della parte economicamente più debole. L’importo dell’assegno periodico tiene conto soprattutto delle condizioni economiche di entrambi e può quindi essere influenzato, con un aumento, una riduzione o una revoca, in caso di variazioni. Vediamo quindi cosa succede quando l’ex coniuge riceve un’eredità.

L’assegno di mantenimento aumenta se l’ex riceve un’eredità?

Può capitare che la situazione economica e patrimoniale dell’ex coniuge muti in seguito alla determinazione dell’assegno di mantenimento (o divorzile) in favore dell’ex, aprendo dubbi sulla possibilità di rivedere l’importo in ragione delle maggiori possibilità finanziarie. Ricevere un’eredità, in particolar modo se ingente o comprendente beni immobili, può senza dubbio aumentare in modo sensibile le condizioni economiche dell’ex coniuge obbligato al mantenimento, ma ciò non significa che l’altro abbia diritto a un aumento proporzionale.

L’assegno di mantenimento (che dopo il divorzio prende il nome di assegno divorzile) poggia infatti sul reciproco dovere di solidarietà tra i coniugi, presumendo che il patrimonio di uno sia stato permesso anche dagli sforzi dell’altro. In altre parole, se uno dei due è più ricco è anche merito dell’altro coniuge perché vi ha contribuito, magari indirettamente occupandosi del menage familiare e rinunciando a sua volta ad altre (migliori) aspettative professionali.

Ovviamente non è sempre così, ma al di fuori di questa ipotesi il giudice non determina neanche il diritto a ricevere un assegno di mantenimento, tantomeno quello divorzile. Comprendendo questo principio, che ribadiamo essere comunque differente dal tenore di vita (che in linea di massima va garantito soltanto ai figli) è facile intuire cosa succede in caso di variazioni finanziarie in seguito alla separazione o al divorzio.

L’aumento di reddito o patrimonio comporta un incremento dell’assegno di mantenimento in favore dell’ex coniuge soltanto quando deriva dal rapporto lavorativo relativo agli anni di matrimonio, come potrebbe essere l’aumento di stipendio in seguito a una promozione o ad un avanzamento di carriera. Tutte le altre eventuali variazioni, compresa l’eredità ricevuta, ma anche il cambio di professione, non riguardano il beneficiario.

Ricevere un’eredità può determinare un cambiamento riguardante l’assegno di mantenimento soltanto nei confronti dei figli beneficiari della misura, che hanno diritto al meglio che il genitore può offrire loro senza pregiudicare le proprie esigenze di vita, oppure in favore dell’ex coniuge in casi particolari. Non dimentichiamo, infatti, che l’orientamento più recente della Corte di Cassazione attribuisce all’assegno in favore del coniuge anche una funzione compensativa delle disparità reddituali tra i coniugi derivate da scelte assunte di comune accordo.

In questo caso, ammesso che la somma prevista dal tribunale non fosse sufficiente ad assolvere la funzione, si potrebbe aver diritto a un aumento dell’assegno periodico, ma soltanto in caso di un’eredità impattante sul patrimonio dell’ex coniuge obbligato.

Chi riceve un’eredità perde l’assegno di mantenimento?

Così come possono cambiare le capacità economiche dell’obbligato possono variare anche quelle dell’ex coniuge beneficiario, anche in modo repentino quando si riceve un’eredità. Questa situazione è ancora più delicata dell’ipotesi inversa, perché secondo i dettami giurisprudenziali più attuali l’assegno di mantenimento (e ancora di più quello divorzile) dipendono strettamente dalla situazione economico-finanziaria di entrambi i coniugi e soprattutto del beneficiario.

Chi può mantenersi e cioè vivere dignitosamente provvedendo alle proprie esigenze di vita avrà difficilmente diritto a un assegno di mantenimento, a meno che sia necessario per assolvere la citata funzione compensativa. In quest’ottica, ricevere un’eredità può comportare la riduzione o persino la perdita dell’assegno periodico, a patto che il beneficiario sia diventato economicamente autosufficiente.

Non sarà quindi possibile alcuna valutazione sul mantenimento finché non sarà calcolato il valore del lascito ereditario, anche nel caso in cui l’ex coniuge manifesti l’intenzione di rinunciare. Nel caso in cui l’eredità avrebbe potuto compensare la mancanza di indipendenza economica, infatti, anche l’ex coniuge rinunciante rischierebbe di perdere il diritto all’assegno, a meno che mostri di avere valide motivazioni per non accettare il lascito.

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