Tra ambizioni politiche, promesse futuristiche e governance discutibile, Elon Musk resta il fattore chiave — e il rischio maggiore — del valore azionario di Tesla.
Ogni volta che Elon Musk lancia una nuova iniziativa fuori dal perimetro automobilistico, il mondo finanziario trattiene il fiato. L’annuncio recente di voler fondare un terzo partito politico americano ha fatto perdere il 7% al titolo Tesla in un solo giorno. Nulla di nuovo per un’azienda che da anni vive sospesa tra la genialità e l’imprevedibilità del suo amministratore delegato.
La reazione del mercato è stata istantanea. Nonostante gli appelli degli azionisti affinché Musk dedichi almeno 40 ore settimanali a Tesla, il CEO ha liquidato l’idea con un commento sprezzante rivolto a un analista: “Shut up”. E mentre le vendite rallentano e la concorrenza aumenta, la gestione del tempo e delle priorità da parte del leader visionario torna al centro del dibattito.
L’azienda ha ridotto drasticamente i suoi investimenti nel trimestre, eppure il flusso di cassa libero è rimasto la metà della media degli ultimi tre anni. Nonostante ciò, il titolo ha guadagnato il 15% dalla rielezione di Trump, e la capitalizzazione di Tesla resta ampiamente superiore a quella dei concorrenti, pur rappresentando appena il 2% del mercato auto globale. [...]
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