Europee, Salvini spinge per un unico gruppo sovranista: così può saltare il banco

Alessandro Cipolla

4 Gennaio 2019 - 11:14

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Il piano di Matteo Salvini per le elezioni Europee: unire i tre gruppi sovranisti EFDD, ECR ed ENF per essere così la seconda forza politica dell’Unione.

Europee, Salvini spinge per un unico gruppo sovranista: così può saltare il banco

Ha grandi progetti in serbo Matteo Salvini per queste elezioni europee di fine maggio. Da tempo infatti il segretario della Lega si sta adoperando per tessere i rapporti con gli altri leader sovranisti dell’Unione.

Per cercare di scardinare l’asse tra il Partito Popolare Europeo e quello Socialista, il vicepremier ha in mente l’ambizioso progetto di unire in un unico eurogruppo le tre forze di destra a Bruxelles: ENF, ECR ed EFDD.

L’idea è molto semplice: i tre gruppi sono in crescita ma, unendosi, potrebbero diventare stando ai sondaggi la seconda forza al Parlamento Europeo. Così facendo i Popolari potrebbero scegliere di abbandonare l’alleanza con i Socialisti, virando a destra.

I sovranisti alle elezioni europee

Per capire meglio l’importanza di questa possibile svolta è utile fare alcune premesse. Alle prossime elezioni europee i cittadini dell’Unione, in maniera proporzionale al peso del proprio Paese, eleggeranno i 705 membri del Parlamento Europeo.

Saranno poi gli eurodeputati a eleggere, a maggioranza assoluta, il prossimo presidente della Commissione Europea. Nessun eurogruppo ha la forza per avere la maggioranza così, per scegliere chi sarà il successore di Juncker, servirà un accordo tra i vari gruppi.

Attualmente a Bruxelles ci sono tre eurogruppi che possono essere definiti di destra. ENF è quello della Lega e della Le Pen, EFDD quello dei tedeschi di AfD (c’erano anche i 5 Stelle ma hanno deciso di abbandonare) ed ECR sono i conservatori.

Presi singolarmente questi tre gruppi, sebbene in crescita, non hanno la forza per impensierire i Popolari e i Socialisti nonostante il loro calo. Insieme però potrebbe cambiare tutto, basta dare un’occhiata all’ultima stima di assegnazione dei seggi secondo i sondaggi.

  • Popolari - 185
  • Socialisti - 130
  • Liberali - 95
  • ENF - 63
  • Sinistra - 54
  • ECR - 54
  • Verdi - 47
  • EFDD - 47
  • Altri - 33

Se così fosse i Popolari, essendo i più votati, andrebbero a eleggere il prossimo presidente della Commissione cercando l’appoggio dei Socialisti e dei Liberali (ovvero i gruppi più europeisti) così come è sempre avvenuto di recente.

Se però ENF, ECR ed EFDD si dovessero unire in un unico gruppo, ecco che questo nuovo soggetto alle prossime elezioni europee potrebbe ottenere 161 deputati, tallonando così anche i Popolari.

Se poi contiamo che c’è un vasto plotone di non posizionati, sono soprattutto quei partiti che approderanno a Bruxelles per la prima volta, i sovranisti potrebbero attingere da questo calderone i deputati necessari anche per un clamoroso colpaccio.

Il piano di Salvini

Visto che è impossibile che possano ottenere la maggioranza assoluta, i sovranisti per poter entrare nella stanza dei bottoni a Bruxelles devono portare sulle loro posizioni i Popolari dove, al loro interno, c’è l’ungherese Viktor Orban che potrebbe giocare di sponda.

Ecco perché Matteo Salvini si sta adoperando molto per presentarsi alle prossime elezioni europee con un unico fronte sovranista, che potrebbe ambire anche a risultare il primo eurogruppo per numero di deputati.

A breve il vicepremier volerà in Polonia per incontrare Jarosław Kaczyński, presidente polacco ed esponente di peso di ECR. Per quanto riguarda EFDD, i tedeschi di AfD avrebbero già espresso il loro parere positivo a questo progetto unitario.

Se la missione di Salvini in Polonia dovesse risultare vittoriosa, a quel punto la destra sarebbe pronta a sedersi al tavolo delle trattative post voto in una posizione di grande rilievo.

In questo ipotetico scenario, i Popolari potrebbero essere tentati di rompere la storica alleanza con i Socialisti ma, a riguardo, ci sarà da vincere la dura opposizione a questa svolta da parte della cancelliera Angela Merkel.

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