Alla vigilia delle elezioni politiche di domenica 4 marzo sono tanti gli italiani ancora indecisi: ecco come potrebbero spostare gli equilibri del voto.
Sono ormai alle porte le elezioni politiche di domenica 4 marzo ma due milioni di italiani sembrerebbero essere ancora indecisi su quale partito votare. Un autentico esercito di voti che gioco forza fa gola a tutti gli schieramenti.
Se queste stime dovessero rivelarsi azzeccate, si tratterebbe di un bacino di voti capace di spostare in maniera più che sensibile gli equilibri elettorali paventati: visto che le elezioni sembrerebbero essere ingessate, soltanto gli indecisi a questo punto potrebbero risultare decisivi.
Gli indecisi alle elezioni
La stima di due milioni di italiani ancora indecisi su chi votare domenica non deve spaventare: in ogni elezione, sono tanti gli elettori che rimangono nel dubbio fin dentro la cabina elettorale, anche se oggettivamente in questa tornata questo numero sembrerebbe essere ancor più lievitato.
Perché quindi ci sono ancora così tanti cittadini incerti sul chi dare la propria preferenza? Stucchevole retorica qualunquista a parte, mai come in queste elezioni gli indecisi sono più che giustificati visto il mediocre ventaglio di scelta.
La fine dei grandi partiti di massa ha confuso una buona parte di quell’elettorato che era fortemente cristallizzato su una posizione ben precisa. Adesso non si vota più il simbolo o l’ideologia ma il leader, con la politica che ha raggiunto uno dei più alti apici della sua personalizzazione.
Difficile al momento non identificare in toto la Lega con il suo segretario Matteo Salvini oppure il PD con Matteo Renzi. Naturalmente il capostipite dei partiti ad personam è stato Silvio Berlusconi, ma anche il Movimento 5 Stelle ormai è sempre più Di Maio-centrico.
Si vota quindi più per simpatia verso i vari leader che in base ai programmi elettorali, anche perché questi sono stati caricati più di mirabolanti promesse che di reali proposte per rimettere il partito nella giusta carreggiata.
Una sorta di “sconforto” che sembrerebbe serpeggiare soprattutto nell’elettorato di Centrosinistra, più che disorientato sul chi votare. Questi due milioni di preferenze sono quindi il grande enigma capace di condizionare l’esito delle elezioni di domenica.
Come potrebbero cambiare i risultati
Alla fine questa marea di dubbiosi deciderà di votare il meno peggio oppure scheda bianca. Fatto sta che, se l’affluenza alle urne il 4 marzo dovesse essere simile a quella del 2013, due milioni di voti equivarrebbero a un 6%.
Ecco perché tutti starebbero cercando di intercettare questa cospicua platea: il Centrodestra spera così di piazzare lo sprint decisivo per vincere le elezioni, PD e 5 Stelle per risultare essere come il primo partito del paese ma soprattutto sono le varie forze politiche in bilico sulla soglia di sbarramento a farci più affidamento.
Partiti emergenti come CasaPound o Potere al Popolo infatti puntano tutto sull’effetto novità per cercare di conquistare il voto degli indecisi, confidando così di poter arrivare al tanto agognato 3% che permetterebbe loro di sbarcare in Parlamento.
Ecco perché alle elezioni politiche del 4 marzo non ci sarebbe ancora nulla di scontato. A seconda di come questo esercito di incerti si sveglierà domenica mattina potranno cambiare molte cose e non sono da escludere anche clamorose sorprese.
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