Quanto valgono oggi €1.000 investiti in BTP, Bitcoin e azioni dopo 7 mesi

Stefano Vozza

21 Agosto 2025 - 16:08

Asset class di investimento a confronto in termini di rendimento dopo i primi 7 mesi dell’anno

Quanto valgono oggi €1.000 investiti in BTP, Bitcoin e azioni dopo 7 mesi

Le vacanze estive sono il momento perfetto per staccare la spina dalle solite mille incombenze quotidiane e fare il punto della situazione. Ad esempio come sono andati gli investimenti in questo primo scorcio d’anno? Quali asset stanno correndo di più rispetto ad altri rimasti al palo o addirittura in perdita?

Tra le varie asset class vedremo solo alcune delle tantissime opzioni potenzialmente sottoscrivibili dal reddito fisso al capitale di rischio. Nello specifico, ecco quanto hanno reso € 1.000 in 7 mesi investiti in BTP o Bitcoin e in titoli di Borsa.

Il reddito fisso di matrice sovrana

Un vantaggio del reddito fisso è che è possibile calcolarne il ritorno lordo e netto conoscendo il tempo di possesso del titolo e il tasso nominale annuo. Unendo poi la certezza del capitale a scadenza (salvo default emittente) ecco spiegato il perché trova largo seguito tra gli investitori.

Oltretutto non mancano emittenti che aprono al rimborso anticipato, anche se va valutato il destino degli interessi nel frattempo già maturati.
Per i bond, sovrani e non, il rimborso è certo solo a scadenza, salvo alcuni casi particolari. Vale a dire durante la vita di maturazione nel caso di esercizio della call per i titoli corporate callable, e i rarissimi titoli sovrani come il recente BTP Più.

Ora immaginiamo di aver investito 1.000 € a inizio anno su un BTP con una durata residua a 10 anni. Il ritorno min-max del BTP 10y il 2/01/’25 è stato tra 3,476% e il 3,536%, per un valore medio del 3,5% circa. Bene, un simile investimento avrebbe fruttato all’incirca il 2,03% lordo in 7 mesi, quindi 1.020,32 € dopo 212 giorni.

Le performance delle criptovalute

Lasciamo il perimetro del reddito fisso e del capitale garantito per pigiare sul pedale del rischio. Nel caso delle criptovalute, per esempio, le minacce dell’investimento sono notevoli e bisogna essere consapevoli di andare incontro a scenari mutevoli e veloci nelle dinamiche.

Consideriamo il Bitcoin, la moneta elettronica più seguita e scambiata nel panorama delle criptovalute. Quali performance ha avuto nei primi 212 giorni dell’anno? Misuriamole attraverso i trend di alcuni ETF sul Bitcoin, cioè fondi passivi che danno modo di sfruttare il trend senza necessità di acquistare direttamente la moneta.
Prendiamo 2 ETF per tutti, l’iShares Bitcoin e l’Invesco Galaxy Bitcoin. I rispettivi prezzi al 2/01/’25 e al 31/07 sono stati, nell’ordine, di 56,3 e 66,6, per l’iShares e di 96,4 e 116,4 per l’ETF di casa Invesco.

A grandi linee, il rialzo è stato del 12,5% circa, per cui 1.000 € iniziali qui sarebbero cresciuti a 1.125 circa. Tuttavia, attenzione alla valuta del fondo, perché se è denominato in $ USA come i due su esposti allora c’è da considerare l’effetto cambio per il calcolo del ritorno effettivo.

Investire in titoli di Borsa

Infine valutiamo l’investimento in titoli di Borsa, altro asset rischioso da maneggiare con estrema cautela. Anche qui ne valutiamo le performance ricorrendo a 2 ETF su indici ma stavolta entrambi denominati in euro per eliminare il rischio cambio. Consideriamo l’ETF sul nostro Ftse Mib e nello specifico l’Amundi Ftse Mib UCITS ETF Dist, e un ETF più regionale europeo come l’Xtrackers MSCI Europe UCITS ETF 1C.

Nel primo caso i prezzi delle quote del fondo Amundi erano di 33,96 a inizio anno e a 41,88 € al 31 luglio, nel secondo, rispettivamente di 89,72 e di 98,26 €. In termini percentuali si tratta di rialzi del +23,8% sull’indice nazionale e del +9,5% sul paniere geograficamente più vasto. In valori assoluti, gli ipotetici 1.000 € di gennaio sarebbero cresciuti a 1.238 € nel 1° caso e a 1.095 € nel 2°.

Ecco quanto hanno reso € 1.000 in 7 mesi investiti in BTP o Bitcoin e in titoli di Borsa

Quelli su esposti sono rendimenti lordi di singoli prodotti rappresentativi di asset, da cui bisogna detrarre le tasse allo Stato e le spese di gestione alla banca per avere il netto. Il peso dei costi, quindi, incide assai sulle performance effettive finali, e il discorso vale per tutti gli strumenti finanziari considerati, di rischio o meno. Fino a prova contraria, una spesa mancata è già un primo guadagno certo.

Quanto agli ETF, occorre massima attenzione nel processo di selezione. Quelli citati nell’articolo sono esemplificativi e presi a titolo di campione tra i tanti concorrenti presenti sul mercato. La scelta effettiva, invece, dovrebbe considerare parametri chiave come la dimensione del fondo e la sua storicità, la valuta, i costi di gestione, il tipo di replica, la politica di gestione dei proventi. Il prodotto “ideale” sarebbe quello che riesce a ottimizzare al meglio più parametri contemporaneamente.

Nota della redazione: questo articolo è stato originariamente redatto il 7 agosto 2025.

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