L’UE ha le idee chiare su cosa chiedere a Trump per firmare davvero una tregua commerciale: cosa vuole l’Europa? E, soprattutto, quanto sono disposti gli USA ad accettare le condizioni?
Cosa succederà dopo il 9 luglio sul fronte della guerra commerciale USA-UE? Se lo chiedono in molti e gli investitori attendono dettagli ufficiali, mentre trapelano delle indiscrezioni su una possibile tregua.
L’Unione Europea vorrebbe un’immediata riduzione delle tariffe su settori chiave come parte di un eventuale accordo con gli Stati Uniti stando ad alcune dichiarazioni di diplomatici a conoscenza delle trattative. L’aspettativa, però, è di un’intesa al ribasso per l’Europa o, comunque, con alcune asimmetrie nell’equilibrio delle parti.
Da Bruxelles, intanto, i toni sono decisi. Ursula von der Leyen ha affermato di stare analizzando l’ultimo documento negoziale statunitense ricevuto giovedì scorso. “Il nostro messaggio oggi è chiaro: siamo pronti per un accordo”, ha dichiarato ai giornalisti, dopo aver informato i leader dell’UE durante un vertice a Bruxelles. “Allo stesso tempo, ci prepariamo all’eventualità che non si raggiunga un accordo soddisfacente... e difenderemo gli interessi europei secondo necessità. In breve, tutte le opzioni restano sul tavolo”.
Trump ha minacciato di imporre dazi del 50% su tutti i prodotti dell’UE a partire dal 9 luglio, a meno che le due parti non raggiungano un accordo. La maggior parte dei prodotti dell’unione è già soggetta a tariffe del 10%, con imposte del 25% su auto e componenti e del 50% su acciaio e alluminio.
Gli Stati Uniti hanno finora mostrato scarso interesse per l’offerta dell’UE di una zona di libero scambio zero a zero per i beni industriali, continuando al contempo ad attaccare la regolamentazione tecnologica e le norme IVA dell’Unione. All’inizio di questa settimana, von der Leyen ha ribadito che le modifiche al Digital Markets Act dell’UE – le normative che riguardano le aziende tecnologiche statunitensi – erano fuori discussione.
Cosa chiede, quindi, l’Unione Europea alla controparte USA? Ecco i paletti di Bruxelles: Trump sarà disposto ad accettarli? La guerra commerciale tra i due partner può ancora riservare sorprese.
UE contro Trump: cosa vuole Bruxelles per sancire la tregua dei dazi?
La Commissione europea, che coordina la politica commerciale dell’UE, sta portando avanti tre strade possibili per trovare una tregua con Washington questa settimana, pur consapevole già che la tariffa base statunitense del 10% sulle sue esportazioni sarà inevitabile.
Stando alla ricostruzione di alcuni media, come Reuters, in cambio di qualsiasi accordo, Bruxelles vorrebbe una riduzione dei dazi ai livelli pre-Trump o una tariffa “zero a zero” nei casi in cui il dazio c’era già. Ciò significherebbe, per esempio, tariffe più basse per le bevande alcoliche e per la tecnologia medica, su cui gli Stati Uniti applicano la loro tariffa del 10%.
L’UE vuole anche un accordo che metta al sicuro comparti strategici come quelli di aerei commerciali e componenti, prodotti farmaceutici e semiconduttori, settori che gli Stati Uniti stanno analizzando, ma su cui non hanno ancora imposto dazi aggiuntivi. Trump ha dichiarato a giugno che i dazi sui prodotti farmaceutici sarebbero stati “annunciati molto presto”.
In secondo luogo, Bruxelles vuole una concessione dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui dazi del 25% sulle automobili e sui componenti hanno affermato i diplomatici e un immediato abbassamento delle tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio dagli Stati Uniti, che Trump ha aumentato al 50% a giugno.
Le auto rappresentano una “linea rossa” per l’Unione secondo rivelazioni diplomatiche. Tuttavia, Bruxelles e Washington hanno obiettivi contrastanti: Trump vuole rilanciare la produzione automobilistica statunitense, mentre Bruxelles vuole mercati aperti per il suo settore, alle prese con gli elevati costi energetici e la concorrenza cinese.
Infine, l’UE desidera che l’esenzione tariffaria entri in vigore non appena si raggiunge un accordo iniziale, anziché attendere settimane o mesi per un’intesa definitiva. Diversi membri dell’UE hanno affermato che un accordo senza questo punto sarebbe inaccettabile.
leggi anche
Guerra dazi USA-UE, accordo impossibile?

Europa divisa e preoccupata
In attesa di capire cosa avverrà realmente, l’UE appare divisa e in tensione. Con l’avvicinarsi della scadenza stabilita da Trump, emergono divergenze tra Germania e Francia su come gestire i colloqui con gli Stati Uniti.
Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha affermato che un accordo commerciale rapido e semplice è meglio di uno lento e complicato. Il nuovo cancelliere di centro-destra è sottoposto a forti pressioni da parte delle case automobilistiche tedesche e di altri esportatori, alcuni dei quali sostengono che un accordo asimmetrico – ovvero dazi statunitensi più elevati sui prodotti europei – potrebbe essere meglio di nessun accordo.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha sostenuto che accettare una relazione commerciale ineguale danneggerebbe la competitività a lungo termine dell’Europa.
Il primo ministro irlandese, Micheál Martin, ha affermato: “Raggiungere un accordo è importante per avere certezza, per fare in modo che noi e l’industria conosciamo lo scenario che ci attende e proteggere i posti di lavoro, che è la nostra priorità”.
Con toni più schietti, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha sottolineato che la minaccia tariffaria di Trump era doppiamente ingiusta, poiché il suo Paese ha un deficit commerciale con gli Stati Uniti. La sua risposta è stata data dopo che Trump ha dichiarato che la Spagna “pagherà il doppio”, poiché il primo ministro si è rifiutato di impegnarsi a rispettare l’obiettivo di spesa NATO del 5%.
In questo contesto assai incerto e complicato, i diplomatici sono sempre più pessimisti riguardo alla possibilità di negoziare l’eliminazione dei dazi di base del 10%. Con l’affermarsi di questa realtà, emergono due approcci: un accordo rapido che significherebbe certezza per le imprese, o una ritorsione per ottenere qualcosa di meglio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA