Ecco Apollo, il laser che può abbattere 50 droni al minuto

Luna Luciano

11 Settembre 2025 - 23:54

Apollo, l’arma laser australiana, promette di rivoluzionare la difesa anti-drone: può abbattere fino a 50 bersagli al minuto. Un Paese NATO ha già firmato il primo contratto.

Ecco Apollo, il laser che può abbattere 50 droni al minuto

In futuro la guerra si combatterà sempre più nei cieli, ma non attraverso jet supersonici o missili di ultima generazione: a dettare le nuove regole saranno i droni, che rappresentano oggi una delle minacce più insidiose per le forze armate e le infrastrutture civili.

Per difendersi, i tradizionali sistemi antimissile o antiaereo risultano spesso inefficaci o troppo costosi rispetto al prezzo di un singolo drone. È qui che entra in gioco una nuova generazione di armi: i laser ad alta energia. In questo scenario si inserisce Apollo, il sistema sviluppato dall’azienda australiana Electro Optic Systems (EOS). Si tratta di un’arma laser da 100 kilowatt, progettata per neutralizzare i droni con costi operativi ridotti e un’efficienza senza precedenti.

La notizia è di rilievo non solo per la tecnologia in sé, ma anche per il suo impatto strategico: per la prima volta un Paese membro della NATO ha ordinato un’arma laser di questa potenza, aprendo la strada a un nuovo capitolo nella difesa europea e globale.

Apollo, il laser che può abbattere 50 droni al minuto: ecco come funziona e chi lo ha ordinato

Il sistema Apollo si distingue innanzitutto per la sua rapidità di acquisizione del bersaglio. Secondo il produttore, Apollo può abbattere tra i 20-50 droni al minuto, mantenendo una cadenza di fuoco virtualmente illimitata, finché dispone di alimentazione e raffreddamento.

Può ruotare di 60 gradi in meno di un secondo e mezzo, consentendo di tracciare sciami di droni che si muovono in modo caotico e simultaneo. La gittata varia a seconda della modalità d’ingaggio: fino a 3 chilometri per l’abbattimento diretto (hard kill) e fino a 15 chilometri per l’accecamento dei sensori ottici dei droni (soft kill). Quest’ultima opzione è particolarmente utile per interrompere la coordinazione degli sciami, senza necessariamente distruggere fisicamente i velivoli.

Dal punto di vista logistico, Apollo è alloggiato in un container marittimo standard da sei metri, una scelta che rende il sistema facilmente occultabile, trasportabile e persino utilizzabile come esca, come comprovato sul campo dall’esercito ucraino che ha impiegato container fittizi per deviare gli attacchi russi. Inoltre, il sistema può essere reso operativo in meno di due ore e non richiede la ricarica di munizioni: la sua autonomia dipende solo dalla disponibilità di energia e di sistemi di raffreddamento.

Sul fronte commerciale, la vera novità è che un Paese europeo della NATO , il cui nome resta segreto, ha già firmato un contratto per Apollo. Si tratta del primo ordine al mondo per un laser da 100 kW, un traguardo che segna l’ingresso di queste tecnologie in servizio operativo.

Laser anti-drone: il futuro dell’industria bellica

Il debutto di Apollo sul mercato internazionale rappresenta un punto di svolta per l’intera industria della difesa. Le armi ad energia diretta sono considerate un tassello chiave nella protezione da minacce a basso costo e ad alta intensità, come i droni commerciali modificati per uso militare. L’interesse è particolarmente forte in Europa, dove gli eserciti cercano soluzioni che garantiscano maggiore autonomia rispetto ai fornitori statunitensi.

Un elemento distintivo di Apollo è infatti la sua indipendenza dall’ITAR, il regime di controllo delle esportazioni americane che spesso limita la piena operatività di sistemi d’arma forniti agli alleati. EOS sottolinea che tutti i componenti di Apollo sono gestiti direttamente dal produttore, consentendo manutenzione e aggiornamenti locali senza vincoli esterni. Questo aspetto lo rende particolarmente appetibile per Paesi che desiderano rafforzare le proprie capacità difensive senza dipendere da Washington.

L’espansione della guerra con droni in Ucraina e in Medio Oriente, infatti, ha reso evidente l’urgenza di adottare tecnologie efficaci e sostenibili. I costi contenuti di un laser sono nettamente inferiori a quelli di missili o proiettili. Secondo il CEO di EOS, Andreas Schwer, Apollo non è solo un’arma, ma una “tecnologia salvavita” che può proteggere truppe, infrastrutture e popolazioni civili da attacchi di massa.

Con la domanda in rapida crescita e il primo contratto NATO già firmato, Apollo rappresenta il segnale che il futuro delle guerre si giocherà sempre di più sul fronte delle tecnologie laser e in cielo, cercando di proteggere la popolazione civile.

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