La battaglia contro la pirateria prosegue. Nell’ultimo anno sono stati smantellati decine di siti web illegali, ma gli utenti IPTV cosa rischiano?
La lotta al cosiddetto “pezzotto” entra in una nuova fase cruciale. Nei giorni scorsi, si è conclusa una maxi operazione condotta dall’Alliance for Creativity and Entertainment (ACE), in coordinamento con DAZN, per chiudere uno dei siti di streaming sportivo con più utenti attivi in assoluto. Ossia Calcio, che solamente nell’ultimo anno aveva registrato più di 123 milioni di visite tramite 134 domini.
Dai numeri raccolti, sembra che oltre 6 milioni di accessi mensili provenivano dall’Italia, con i pirati che avevano modo di accedere a contenuti premium quali tutta la Serie A, altri campionati europei, le competizioni UEFA, i tornei internazionali e sport come l’NBA, la Formula 1, la Moto GP, il tennis e il basket. Ora si entra in una nuova fase, cosa rischiano davvero gli utenti IPTV?
Carcere per chi ha usato l’IPTV?
Tra multe salate, blocchi degli account e altre sanzioni, il quadro normativo circa l’utilizzo illegale di sistemi pirati quali il pezzotto è ancora poco chiaro. In Italia come nel resto del mondo. La battaglia all’IPTV non riguarda infatti solo il nostro Paese, anzi. Nei giorni scorsi, in Belgio il Servizio Pubblico Federale per l’Economia ha identificato 115.000 abbonati IPTV illegali.
A fare scalpore non è stato tanto il colpo messo a segno, quanto le dichiarazioni rilasciate da un portavoce. Secondo le sue parole, i criminali individuati rischiano una multa massima di 800.000 euro e una pena detentiva fino a 5 anni.
Sarà così anche in Italia? Chi usa il pezzotto rischia realmente il carcere? Al momento, il quadro sanzionatorio italiano non prevede ancora la detenzione, se non per gli host che realizzano server illegali e si occupano della trasmissione di partite, della vendita di abbonamenti e della diffusione di decoder.
DAZN, Sky e Serie A chiedono risarcimenti
Intanto, i titolari dei diritti TV della Serie A hanno chiesto all’Autorità giudiziaria competente i nomi dei pirati individuati con l’ultimo blitz. Sarebbero circa 2.000, sparsi in 80 province italiane. La richiesta di DAZN, Sky e Lega Serie A è chiara: vogliono un risarcimento per i danni arrecati. Queste le parole di Stefano Azzi, CEO di DAZN Italia, in merito:
Guardare illegalmente contenuti mette a rischio chi lo fa e colpisce lo sport alle radici. Non è furbo, non è gratis, non è senza conseguenze.
Il risarcimento che gli abbonati IPTV individuati dovrebbero versare, almeno stando alle richieste pervenute, è di diverse migliaia di euro. Per una somma corrispondente a circa dieci anni di abbonamenti legali. In attesa di capire le evoluzioni della vicenda, una cosa è certa: per i titolari di un abbonamento al pezzotto, le conseguenze iniziano a diventare serie.
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