Donald Trump? “La persona meno razzista al mondo”, parola del presidente stesso

Mario D’Angelo

30/07/2019

30/07/2019 - 18:45

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Infuriano le reciproche accuse di razzismo fra Trump e i democratici. Ma il presidente sta facendo «rumore» per mettere a tacere notizie molto più spinose

Donald Trump? “La persona meno razzista al mondo”, parola del presidente stesso

Donald Trump, secondo lui medesimo, è “la persona meno razzista” al mondo. Così si è autodefinito il presidente degli Stati Uniti parlando fuori dalla Casa Bianca ai reporter, martedì pomeriggio. Trump stava rispondendo ad alcune critiche e accuse di razzismo relative ai suoi attacchi al parlamentare democratico nero Elijah Cummings.

Trump: “Non sono razzista”

Sono la persona meno razzista che c’è in tutto il mondo”, ha detto Trump. “Quando i detenuti… che ho conosciuto per tutta la mia vita da businessman, perché sfortunatamente avevo a che fare con loro a New York, ma con loro vado d’accordo. Al Sharpton [un attivista statunitense per i diritti della comunità nera, ndr], lui sì che è un razzista. Quello che ho fatto io per gli afroamericani in due anni e mezzo nessun presidente è mai stato capace di farlo. La disoccupazione è ai minimi storici nel nostro Paese per gli afroamericani”, ha continuato il presidente.

Nei giorni scorsi, Trump aveva chiamato Cummings un “bullo brutale” e un “razzista”, descrivendo poi il suo distretto d’elezione, nel Maryland a maggioranza black un “disgustoso caos, infestato da ratti e roditori”. Gli attacchi del presidente avevano preso spunto da un video di Fox News che mostrava immondizia sparsa per il settimo distretto del Maryland.

Cosa c’è dietro le parole di Trump su Cummings

Ma la polemica “razzista” potrebbe essere la copertura di una lotta più politica: la Commissione di vigilanza alla Camera, che Cummings presiede, sta investigando sulle comunicazioni personali dello staff della Casa Bianca. Queste ultime, o almeno buona parte di esse, sarebbero state impropriamente effettuate con gli account istituzionali.

Poco più di una settimana fa, Trump aveva affrontato simili accuse quando aveva chiamato la deputata Alexandria Ocasio-Cortez e altre tre democratiche delle “razziste” e aveva suggerito loro di “tornare da dove erano venute”. Solo una di loro, per la precisione, è in realtà un’immigrata, ovvero Ilhan Omar, la cui famiglia è fuggita dalla guerra civile in Somalia nel 1992.

Il senatore repubblicano Rand Paul ha offerto a quest’ultima di comprarle un biglietto per il suo Paese d’origine così “apprezzerà di più l’America”.

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