Dichiarazione IMU. Salta il ravvedimento dopo il 29 settembre

Andrea Amantea

2 Ottobre 2025 - 15:04

La riforma fiscale blocca il ravvedimento della dichiarazione presentata con un ritardo superiore a 90 giorni

Dichiarazione IMU. Salta il ravvedimento dopo il 29 settembre

Entro lo scorso 30 giugno poteva essere presentata la dichiarazione IMU 2025 relativa all’anno 2024. Chi non aveva rispettato il suddetto termine aveva comunque la possibilità di presentare una dichiarazione tardiva nei 90 giorni successivi ossia entro il 29 settembre scorso.

Spirata questa data, ci si interroga sulla possibilità di regolarizzare la propria posizione dichiarativa sfruttando ancora la chance di ravvedimento operoso.

La risposta va cercata nella recente riforma fiscale che è intervenuta sulla norma generale del ravvedimento operoso con effetti diretti anche rispetto alla dichiarazione IMU.

Vediamo cosa cambia da quest’anno per i contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione nei termini di legge ossia entro lo scorso 29 settembre.

La dichiarazione IMU. Quando scatta l’obbligo di presentazione?

La dichiarazione IMU, c.769 della L.160/2019, deve essere presentata entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta.

Al contrario degli ENC per i quali la dichiarazione IMU ENC deve essere comunque presentata annualmente, anche in assenza di variazioni, per gli altri soggetti l’obbligo scatta:

  • nei casi in cui sono intervenute variazioni rispetto a quanto risulta dalle dichiarazioni già presentate,
  • nonché nei casi in cui si sono verificate variazioni che non sono, comunque, conoscibili dal comune.

Ad esempio scatta l’obbligo di dichiarazione nei seguenti casi (vedi istruzioni IMU/IMPi) di riduzione del tributo per i seguenti immobili:

  • fabbricati di interesse storico o artistico per i quali è prevista la riduzione al 50% della base imponibile,
  • fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati;
  • abitazioni concessi in comodato tranne il caso in cui il comodato si riferisce a parenti in linea retta entro il primo grado (comodato padre-figli);
  • ecc.

Detto ciò, passiamo ad analizzare le novità in materia di ravvedimento operoso introdotte con il D.Lgs 87/2024.

Dichiarazione tardiva e dichiarazione omessa. Dopo il 29 settembre stop al ravvedimento

La dichiarazione IMU relativa all’anno 2024poteva essere presentata entro il 30 giugno.

Tuttavia era ammessa la possibilità di presentare la dichiarazione c.d. tardiva: entro i 90 gg successivi alla scadenza ordinaria, dunque entro lo scorso 29 settembre.

Trascorsa questa data, è ancora possibile presentare la dichiarazione pagando una sanzione ridotta in ravvedimento operoso?

La risposta purtroppo è negativa.

Infatti, il D.Lgs 87/2024 è intervenuto direttamente sulla disciplina del ravvedimento operoso, art.13 D.Lgs 472/1997, disponendo al comma 2-ter che: “La riduzione della sanzione è, in ogni caso, esclusa nel caso di presentazione della dichiarazione con un ritardo superiore a novanta giorni”.

Di conseguenza per le violazioni commesse dal 1° settembre 2024, anche per i tributi locali opera la deadline dei 90 gg per la regolarizzazione della dichiarazione.

Di conseguenza il contribuente sarà costretto a presentare la dichiarazione e attendere l’irrogazione della sanzione piena dal 100% al 200% dell’imposta non versata. Con un minimo di 50 euro laddove contribuente, pur avendo omesso la dichiarazione, ha corrisposto l’IMU a debito.

Sulle sanzioni, nella riforma dei tributi locali e regionali non ancora approvata in via definitiva, per l’omessa dichiarazione è prevista una sanzione in misura fissa pari al 100%, con un minimo di 50 euro.

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# IMU

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