Il marchio fondato dai Percassi vola vicino al miliardo di ricavi nel 2024. La holding di famiglia registra utili record grazie alla cessione della quota di maggioranza al fondo L Catterton.
Kiko è uno dei simboli del successo italiano nel mondo della cosmetica, ma anche un esempio di come un marchio familiare possa trasformarsi in un gigante internazionale.
Fondata nel 1997 a Milano da Antonio Percassi, imprenditore bergamasco noto anche per la presidenza dell’Atalanta e per il suo impero nel retail, la società ha vissuto un anno di svolta, chiudendo il bilancio 2024 con ricavi per 937,7 milioni di euro e un utile netto di 79,1 milioni, più del doppio rispetto ai 34 milioni del 2023.
Tutte le linee di business hanno registrato progressi significativi: le vendite retail sono salite a 748 milioni, il franchising a 70 milioni, mentre e-commerce e wholesale hanno superato complessivamente quota 80 milioni. L’azienda ha quindi confermato la sua solidità, con una posizione finanziaria netta positiva per 90 milioni di euro e un patrimonio in crescita a 192,6 milioni.
Ma di chi è oggi Kiko Milano e chi può beneficiare di questi risultati nel 2025?
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La proprietà di Kiko oggi e la cessione delle quote di maggioranza
Dopo quasi trent’anni di controllo familiare, nel 2024 la famiglia Percassi ha ceduto il 75% della società al fondo americano L Catterton, uno dei principali investitori globali nel settore del lusso e del consumo, sostenuto dal gruppo LVMH. La cessione ha segnato l’ingresso di un socio internazionale in grado di accelerare l’espansione del marchio, mantenendo però un forte legame con la proprietà originaria. La famiglia Percassi detiene infatti ancora il 25% del capitale e Antonio Percassi ha mantenuto la presidenza del gruppo, garantendo la continuità strategica e gestionale.
In sostanza, Kiko è oggi una società a capitale misto: la maggioranza fa capo a L Catterton, mentre la minoranza rimane nelle mani dei fondatori italiani. L’accordo ha consentito alla famiglia di monetizzare parte del valore costruito in quasi tre decenni di attività, mantenendo però un ruolo chiave nelle decisioni aziendali e nella visione del brand.
“L’obiettivo è consolidare il posizionamento globale del brand, senza snaturarne l’identità italiana”, ha dichiarato in più occasioni lo stesso Percassi.
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L’impatto della vendita sulla holding Odissea
L’operazione ha avuto effetti straordinari anche sulla holding Odissea, che controlla le partecipazioni della famiglia Percassi in vari settori. Secondo i bilanci consultati dalla stampa economica, Odissea ha chiuso il 2024 con un utile record di circa 760 milioni di euro, spinto proprio dalla plusvalenza generata dalla cessione della maggioranza di Kiko.
L’anno si è quindi rivelato d’oro per la famiglia Percassi, che ha visto rafforzarsi la propria liquidità e il valore complessivo del gruppo. Pur uscendo dal controllo diretto della società di cosmetici, Odissea conserva una quota di minoranza pari al 25% e continua a beneficiare della crescita del marchio. Nel frattempo, il gruppo ha concentrato le sue attività su altri marchi del retail come Nike, Jordan, Lego e Victoria’s Secret, oltre che nella ristorazione con Starbucks e nel settore immobiliare.
Dopo l’uscita di Kiko dal perimetro di consolidamento, i ricavi totali della holding sono scesi a circa un miliardo di euro nel 2024, ma il risultato netto è rimasto eccezionale. La strategia dei Percassi sembra dunque puntare su un modello di business più diversificato, basato su partnership internazionali e sulla valorizzazione del portafoglio esistente.
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