Si possono portare in deduzione e in detrazione le spese sostenute per alberghi e ristoranti? Ecco le regole e i limiti previsti per il 2025.
Si può ottenere una deduzione per le spese per alberghi e ristoranti? In alcuni casi è possibile e può portare a un risparmio di imposta davvero notevole grazie anche alla detraibilità IVA.
La maggior parte delle persone lamenta un’eccessiva pressione fiscale in Italia. Naturalmente la stessa si riflette sulla vita quotidiana. In molti casi sono però sottovalutate le deduzioni e detrazioni che possono portare a un risparmio di imposta. Tra le deduzioni e detrazioni spesso dimenticate ci sono quelle per alberghi e ristoranti. Le stesse spettano ai titolari di partita Iva, ad esempio professionisti, società e imprese.
Si ricorda che le deduzioni impattano sulla base imponibile e quindi la riducono, mentre le detrazioni prevedono che sia prima calcolata l’imposta lorda e in seguito siano sottratti gli importi da portare in detrazione per ottenere l’imposta realmente dovuta.
Vediamo in quali casi è possibile avvalersi di deduzioni e detrazioni per spese di alberghi e ristoranti e limiti.
Spese per alberghi e ristoranti, quando si possono avere detrazioni e deduzioni
Per i titolari di partita IVA ai fini della deducibilità delle spese e della detraibilità IVA vale il principio di inerenza, le spese devono quindi essere inerenti all’attività svolta, ne consegue che spese per alberghi e ristoranti, ai sensi del DPR 917 del 1986 possono essere portate in deduzione e si può detrarre l’IVA nel caso in cui si tratti di:
- spese per alberghi e ristoranti, ad esempio nel caso in cui si effettua un viaggio di lavoro e si deve stare per più giorni fuori;
- spese per alberghi e ristoranti rientranti nell’ambito delle spese di rappresentanza, come nel caso di un pranzo di lavoro con un cliente…;
- spese per alberghi e ristoranti sostenute per la partecipazione a corsi di formazione, master, aggiornamento professionale.
Questa distinzione è importante perché il trattamento fiscale è diverso in base alla categoria.
Limiti alle deduzioni per spese ristoranti e alberghi
La spesa sostenuta per alberghi e ristoranti non può essere portata in deduzione in modo integrale, ma vi sono delle percentuali.
Per i professionisti e lavoratori autonomi titolari di partita Iva il limite della deducibilità è del 75% della spesa sostenuta nei limiti del 2% del fatturato. Ad esempio chi ha un fatturato di 100.000 euro può portare in deduzione il 75% nel limite di spesa di 2.000 euro (articolo 54 del TUIR comma 5). Tali limiti non si applicano nel caso in cui le spese siano sostenute dall’esercente arte o professione per l’esecuzione di un incarico e addebitate analiticamente in capo al committente. Il comma in oggetto è stato introdotto con la legge 81 del 2017. Inoltre tali spese per il professionista non concorrono alla determinazione del reddito.
Per i soggetti IRES la deducibilità è al 75%, ma senza limiti di spesa ai fini delle imposte sui redditi (articolo 109, comma 5, del TUIR) e al 100% ai fini Irap.
Nel caso di contribuenti che abbiano aderito al regime forfettario le spese non possono essere portate in deduzione in quanto trova applicazione il coefficiente di redditività e non la deduzione analitica delle spese sostenute.
A questi limiti vi sono però delle eccezioni. L’articolo 54 del Tuir, infatti prevede che le spese sostenute per la partecipazione a master, corsi di aggiornamento professionale e simili sono interamente deducibili nel limite di 10.000 euro, in questo limite rientrano anche le spese di soggiorno. Questo implica che se un professionista spende 8.000 euro in totale per partecipare a un corso di formazione fuori città, può ottenere la detrazione completa delle spese anche per alberghi e ristoranti.
Il trattamento è diverso anche nel caso in cui le spese per alberghi e ristoranti rientrino nelle spese di rappresentanza. In questo caso professionisti e lavoratori autonomi possono portare in detrazione le spese nel limite dell’1% dei compensi.
I limiti sono diversi in caso di società in quanto la percentuale dipende dal fatturato.
- 1,5% dei ricavi fino a euro 10 milioni;
- 0,6% dei ricavi per la parte eccedente euro 10 milioni e fino a 50 milioni;
- 0,4% dei ricavi per la parte eccedente euro 50 milioni.
In ogni caso le spese in oggetto per essere portare in deduzione devono essere dimostrate e in caso di richiesta il contribuente deve dimostrare anche l’inerenza della spesa. Ne consegue che è necessario conservare tutta la documentazione, ad esempio gli attestati di partecipazione ai corsi di formazione, ricevute di pagamento.
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Detraibilità IVA spese alberghi e ristoranti
Quando si fruisce dei servizi di ristorazione e di alberghi nella fattura della prestazione si può notare anche l’applicazione dell’IVA.
Questa per professionisti, lavoratori autonomi, imprese e società è detraibile. La detraibilità IVA è al 100% per le spese per alberghi e ristoranti. Si deve però ricordare che chi ha aderito al regime forfettario versa un’imposta sostitutiva di imposte sui redditi, addizionali, Irap e IVA, ne consegue che tali contribuenti non possono avvalersi neanche della detrazione Iva.
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