Decreto Sicurezza: per la Consulta è incostituzionale negare l’iscrizione all’anagrafe

Isabella Policarpio

10/07/2020

20/05/2021 - 10:23

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“Irragionevole negare l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo”, così la Corte costituzionale sul Dl Sicurezza. Per Matteo Salvini si tratta di una scelta politica.

Decreto Sicurezza: per la Consulta è incostituzionale negare l’iscrizione all’anagrafe

Nuova pronuncia della Corte costituzionale sul decreto Sicurezza, il provvedimento voluto da Matteo Salvini per arginare il numero dei migranti: la disposizione che nega l’iscrizione all’anagrafe ai richiedenti asilo è irragionevole e incostituzionale, in particolare viola il principio di uguaglianza e parità di trattamento sancito dall’articolo 3 della Costituzione.

Una stangata per l’ex Ministro dell’Interno che arriva proprio ora che il testo del decreto Sicurezza - cavallo di battaglia della Lega - è sottoposto all’iter di modifica.

Per Salvini quella della Consulta è una scelta più politica che garantista “Anche sui decreti Sicurezza qualche giudice, come accade troppo spesso, decide di fare politica sostituendosi al Parlamento”.

A breve saranno depositate le motivazioni della sentenza.

Corte costituzionale contro il decreto Sicurezza: cosa hanno deciso i giudici

La questione di legittimità sul dl Sicurezza è stata sollevata da diversi tribunali, Milano, Ancona e Salerno, riguardo al divieto per i richiedenti asilo sbarcati in Italia di chiedere l’iscrizione anagrafica.

Il verdetto della Consulta conferma l’incostituzionalità della disposizione sotto due profili:

  • per irragionevole disparità di trattamento, dato che limita ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi di accoglienza, protezione e integrazione;
  • per violazione dell’articolo 3 del dettato costituzionale(“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”).

In altre parole, negare la possibilità di procedere all’iscrizione anagrafica non agevola il controllo e la sicurezza del territorio, intento primario del decreto n. 113 del 2018, emanato quando Salvini era Ministro dell’Interno e Vicepremier.

Intanto sia il decreto Sicurezza che il decreto Sicurezza bis sono sottoposti al vaglio del Governo che ne vuole rivedere - se non azzerare - gli effetti: l’attuale Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha fatto sapere che il divieto d’iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo è stato eliminato e che presto questa possibilità sarà ripristinata. La bozza del nuovo provvedimento si avvicina all’ufficialità.

Non è d’accordo il leader della Lega, che in una intervista ad Affariitaliani.it ha dichiarato:

“Un richiedente asilo in oltre il 50% dei casi viene riconosciuto come clandestino dalle commissioni prefettizie, senza quindi nessun diritto di rimanere in Italia: secondo la Corte dovremmo quindi premiare chi mente e infrange la legge? La sicurezza e il benessere degli Italiani, degli immigrati perbene e dei veri richiedenti asilo, vengono prima di tutto.”

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