Da un birrificio in fallimento alla birra più famosa del mondo. La storia di Heineken

Giorgia Paccione

26 Ottobre 2025 - 14:20

Da piccola fabbrica olandese sull’orlo del fallimento a simbolo globale di qualità e sostenibilità: l’ascesa di Heineken racconta 160 anni di visione e innovazione.

Da un birrificio in fallimento alla birra più famosa del mondo. La storia di Heineken

La storia di Heineken inizia nel 1864, quando un giovane imprenditore olandese di nome Gerard Adriaan Heineken, appena ventiduenne, decide di rischiare tutto e acquistare un vecchio birrificio di Amsterdam chiamato De Hooiberg (“Il mucchio di fieno”), ormai in declino.

Gerard introduce da subito un approccio scientifico alla produzione della birra, affidandosi al microbiologo Dr. Hartog Elion, allievo di Louis Pasteur. Insieme sviluppano un metodo innovativo di fermentazione a base di lievito puro, che avrebbe garantito una maggiore stabilità e un gusto uniforme nel tempo. Questo passo rende la sua birra una delle prime al mondo a essere prodotta con criteri di controllo microbiologico, e pone le basi per il futuro successo del marchio.

Nel 1873 nasce ufficialmente Heineken’s Bierbrouwerij Maatschappij, e due anni dopo la birra Heineken conquista la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi, aprendo la strada alla distribuzione internazionale. L’Olanda, fino ad allora poco presente nel mercato europeo delle birre, entra così in competizione con i colossi tedeschi e cechi.

Crescita, crisi e rinascita: Heineken e la sfida del XX secolo

Dopo l’esposizione di Parigi, Heineken apre un secondo stabilimento a Rotterdam, allora il porto più grande d’Europa. L’obiettivo è costruire una marca riconosciuta per la qualità anche fuori dai Paesi Bassi. Nel corso degli anni, l’azienda sviluppa una fitta rete di partnership in Asia, Africa e Medio Oriente, adattando le proprie ricette ai gusti locali. Già nel 1931, Heineken è tra i fondatori di Malayan Breweries a Singapore, molto prima che la parola “globalizzazione” entrasse nel vocabolario comune.

Le due guerre mondiali rappresentano però una dura prova per la società. Le rotte commerciali vengono interrotte e la produzione si riduce drasticamente. Tuttavia, sotto la guida di Henry Pierre Heineken, figlio di Gerard, l’azienda riesce a mantenere viva la propria reputazione e a prepararsi per la ripresa economica.

Un episodio simbolico ne segna infatti la rinascita. Nel 1933, quando negli Stati Uniti si diffonde la voce che il Proibizionismo stia per finire, Heineken invia una nave carica di birra verso New York. È un rischio enorme, ma si rivela un colpo di genio. Quando la birra arriva in porto, la vendita dell’alcol è di nuovo legale e Heineken diventa la prima birra importata negli USA dopo il Proibizionismo.

Negli anni Sessanta la società consolida la propria posizione globale acquisendo Amstel, un altro storico marchio olandese, e mantenendo sempre invariata la ricetta originale e il design della bottiglia verde, che diventa un’icona riconoscibile in tutto il mondo.

Il successo di Heineken oggi

Oggi Heineken è la seconda più grande azienda birraria al mondo, presente in oltre 70 Paesi e con vendite in più di 190. Nel 2024 il gruppo ha registrato ricavi per circa 36 miliardi di euro, con utili in crescita nonostante l’inflazione e l’aumento dei costi di produzione. Nello stesso anno ha avviato un piano di buyback azionario da 1,5 miliardi di euro, a conferma della solidità finanziaria del gruppo.

L’impegno di Heineken non si limita però al business. Fin dagli anni Sessanta il marchio si è distinto per la sua attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità sociale. Nel 1965, ad esempio, introdusse una bottiglia dal design “a mattone”, pensata per ridurre gli sprechi e poter essere riutilizzata come materiale da costruzione. Oggi l’azienda investe massicciamente nelle energie rinnovabili, con birrifici alimentati da fonti pulite e progetti di filiera sostenibile, come lo stabilimento di malto in Sudafrica, destinato a produrre oltre 100 mila tonnellate l’anno sostenendo gli agricoltori locali.

Anche la promozione della consumazione responsabile è diventata parte integrante della sua identità. Heineken destina almeno il 10% del proprio budget pubblicitario a campagne su questo tema, come la collaborazione con il campione di Formula 1 Max Verstappen, simbolo del marchio Heineken 0.0, una delle birre analcoliche più vendute al mondo.

Proprio lo storico legame con lo sport continua a essere uno dei principali canali di comunicazione del brand. La presenza del logo Heineken negli stadi e nei circuiti più prestigiosi contribuisce infatti a rafforzare l’immagine del marchio.

Oggi, dopo oltre 160 anni, la bottiglia verde e la stella rossa restano simboli universali di qualità e stile olandese e rappresentano una testimonianza di come un prodotto nato dall’intuizione di un giovane imprenditore possa ancora distinguersi nel mercato mondiale.

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