Non solo la crisi di Governo in Italia, i rischi politici dominano i mercati. E occhio ad Hong Kong

Mattia Prando

21 Agosto 2019 - 13:06

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La recente crisi di Governo aperta a inizio agosto dal leader della Lega, Matteo Salvini, è solo la punta dell’iceberg sulle incertezze politiche che catalizzano le attenzioni degli operatori. Sono numerosi i fattori che si dovranno tenere sott’occhio, vediamo quali

Non solo la crisi di Governo in Italia, i rischi politici dominano i mercati. E occhio ad Hong Kong

La recente crisi di Governo aperta a inizio agosto dal leader del Carroccio, Matteo Salvini, ha provocato diverse tensioni sui mercati finanziari italiani. Anche se lo spread tra BTp e Bund a 10 anni è stabile a 200 punti base, l’eventualità di elezioni anticipate potrebbe provocarne un’impennata, esponendo a un grande rischio l’Italia.

Al momento, i rialzi del FTSE Mib e la discesa del differenziale tra la carta italiana e quella tedesca è da attribuirsi alla possibilità della formazione di un Governo di garanzia, chiamato dal Presidente della Repubblica al fine di implementare la legge di Bilancio 2020 all’insegna della cooperazione con l’Unione Europea (per approfondire).

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Non solo Italia. Le altre crisi politiche da tenere sott’occhio

Secondo Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit di Hedge Invest Sgr, uno degli sviluppi da tenere più sotto controllo sarà quello relativo alla guerra commerciale tra Usa e Cina.

Le attese dell’esperto sono per una nuova fase di dazi commerciali e conseguenti ritorsioni più precisi: è possibile aspettarsi restrizioni su import ed export, che produrrebbero una recessione dei fatturati e la dislocazione della filiera produttiva dei settori più dinamici a livello globale. “Il confronto commerciale è una nuova versione della guerra fredda: il mercato continua ad esprimere valutazioni scontando comportamenti di tipo razionale degli attori coinvolti che portano a conclusioni fuorvianti dal punto di vista economico”, afferma Lanza.

Per quanto concerne il profilo interno dei vari Paesi, il gestore si attende che la cattiva amministrazione politica verrà prezzata dai mercati, con incidenti maggiormente probabili. In questo quadro, si assisterà ad una crescente pressione populista, a causa dell’incessante inflazione degli attivi confrontata con la stagnazione dei salari e all’intervento tecnologico alimentati dalle politiche monetarie accomodanti.

Attenzione all’emergere di hotspot geopolitici

Un altro elemento a cui fare attenzione è l’emergerei dei cosiddetti “punti caldi” geopolitici. In questo quadro, un esempio attuale è quello della crisi in corso a Hong Kong che, se dovesse proseguire, potrebbe portare a un’escalation di azioni più decise delle autorità cinesi.

Oltre a ciò, si potrebbe assistere ad una rimozione del tasso di cambio fisso che lega il dollaro di Hong Kong a quello Usa. In questo modo, le riserve di dollari Usa della Hong Kong Monetary Authority sarebbero a disposizione della Cina nella trade war con gli Stati Uniti. “Hong-Kong potrebbe essere il cigno nero nell’era della guerra commerciale”, sottolinea Lanza.

Brexit: no-deal sempre più probabile

Per il 31 ottobre, data di uscita del Regno Unito dall’UE, vi sono crescenti probabilità di una no-deal Brexit. A settembre l’attuale esecutivo potrebbe essere sfiduciato, scatenando una feroce campagna elettorale. “È piuttosto probabile che vi sarà sia una ‘hard Brexit’ che elezioni anticipate, in una crisi costituzionale senza precedenti che combinerebbe due scenari worst-case”, chiosa Filippo Lanza.

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