Crisi di governo: quali prospettive per il centrodestra?

Vincenzo Caccioppoli

15 Luglio 2022 - 16:15

L’abbandono del Governo da parte del M5S potrebbe portare dei vantaggi al centrodestra e mettere in difficoltà il Pd.

Crisi di governo: quali prospettive per il centrodestra?

Il Movimento Cinque Stelle, messo all’angolo in un Governo dove all’inizio rappresentava il partito di maggioranza assoluta, ha deciso di tornare alle origini, al partito della protesta senza fine dei Di Battista e dei Di Maio.

Conte non è riuscito a tenere assieme un partito allo sbando e, alla fine, si è fatto trascinare nella contesa dai suoi stessi parlamentari, o almeno da quelli che volevano infliggere l’ultimo colpo e staccarsi dal probabile abbraccio mortale del Pd, che non a caso sembra sicuramente quello che da questa vicenda rischia di perdere di più.

La Lega, che da giorni manifestava ugualmente una certa irrequietudine malcelata, ha manifestato, nella persona di Salvini, il disagio nel vedere la maggioranza in crisi, oltre all’intenzione del leader del Carroccio e del partito stesso di andare avanti responsabilmente. Allo stesso tempo, Matteo Salvini ha affermato che senza il M5S la maggioranza non esiste più. Ora la Lega, e con lei il centrodestra, ha davanti uno scenario incoraggiante, perché per una volta nessuno può accusare il partito o il suo leader di avere agito avventatamente, ma solo di aver subito la “follia” dei Cinque stelle, con il quale ha provato a governare. In un solo colpo, anche la “crisi del Papeete”, assume altri contorni: dopo aver visto cosa è accaduto all’interno del Movimento in questi tre anni, non si può non convenire che forse l’unico vero errore di Salvini sia stato quello di non rompere prima con loro.

«Noi ancora una volta abbiamo dimostrato senso di responsabilità, come sempre. Io credo che dopo questa assurda mossa di Conte e dei Cinque Stelle la gente possa analizzare in maniera più equilibrata la nostra decisione di uscire dal Governo nell’estate del 2019. I veri irresponsabili erano loro e non certo noi. E se solo ci avessero fatto andare a votare, la situazione sarebbe molto diversa e avremmo risparmiato tutti i teatrini di questi mesi», afferma sconsolato un senatore leghista, molto vicino al segretario Salvini. Qualcuno nel centrodestra non a caso ha parlato di “regalo” da parte del Movimento, perché se da un lato questa mossa mette ormai definitivamente in ombra non solo i Cinque Stelle, ma anche l’ex premier Conte, dall’altro pone anche la pietra tombale sul campo largo così desiderato da Enrico Letta. Difatti è impensabile che Pd e Cinque Stelle possano di nuovo raggiungere un’intesa, dopo lo strappo operato da Conte e dai suoi sodali.

Chi invece chiaramente ha ancora una volta tutto da guadagnare è sempre Giorgia Meloni, che dalla sua solitaria posizione all’opposizione, si è immediatamente affrettata a chiedere il ricorso immediato alle urne.

«Ora basta, tutti a casa, elezioni subito», è la dichiarazione laconica della leader di Fratelli d’Italia. Mentre chi rimane alla finestra e spera forse per ragioni differenti in un prosieguo del Governo Draghi, sono certamente Berlusconi e Renzi. Difficile ora pensare a un premier come Draghi, che torna in parlamento a farsi rosolare dai partiti che compongono la sua maggioranza, dopo aver assunto un atteggiamento assai distaccato e forse troppo poco attento alle loro istanze.

Lo scenario che si apre è quello di una ennesima crisi di assai complicata risoluzione se non quella di andare al voto anticipato, a cui adesso nemmeno Mattarella sembra potersi più sottrarre. E il centrodestra da questa crisi potrebbe prendere l’abbrivio per tornare alle urne rinfrancato e coeso, lasciando da parte contrasti e dispetti per non perdere questa occasione che sembra più unica che rara.

«Siamo certi che adesso sia noi che la Lega sapremo, come al solito trovare i tanti punti di contatto che ci accomunano. Le amministrative sono un’altra cosa. Alle politiche noi come sempre lasciamo da parte ogni discussione interna e puntiamo all’obiettivo grosso, che è quello finalmente di poter governare, dopo aver vinto le elezioni», dice un deputato della prima ora di Fratelli d’Italia. Stesso ragionamento sicuramente farà la Lega di Salvini, che ha forse pagato lo scotto più alto per la sua partecipazione al Governo, malgrado l’aver portato a casa alcuni risultati importanti. Adesso, potrà misurarsi con un Pd che invece sperava di avere ancora un po’ di tempo per portare avanti il suo progetto alternativo alla destra. Progetto che ora potrebbe rimanere incompiuto, a meno che Letta e i suoi non siano convinti di poter competere da soli contro Meloni, Salvini e Berlusconi.

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