Crisi di governo: cos’è e come funziona

Isabella Policarpio

04/01/2021

05/07/2021 - 16:42

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La crisi di governo viene a crearsi quando si interrompe il rapporto di fiducia con il Parlamento. Nella peggiore delle ipotesi, può portare a nuove elezioni. Ecco cos’è, tipologie e che succede se il governo cade.

Crisi di governo: cos’è e come funziona

Si torna a parlare di crisi di governo, soprattutto a causa dello scontro tra il premier Conte e Matteo Renzi.

Si definisce “crisi di governo” la circostanza che si verifica ogni volta che il potere esecutivo perde l’appoggio - quindi la fiducia - del Parlamento e, di conseguenza, della maggioranza che lo ha eletto.

Ne esistono due tipologie:

  • crisi parlamentare
  • crisi extraparlamentare

Spetta al Presidente della Repubblica sentire le forze politiche e decidere se procedere alla formazione di un nuovo governo, all’interno della stessa maggioranza, oppure sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.

Crisi di governo parlamentare

“Crisi di governo” è un termine spesso usato impropriamente. Infatti, nel nostro ordinamento, quella che comunemente viene definita crisi di governo, in termini tecnici si indica con crisi parlamentare e crisi extraparlamentare.

Si parla di crisi di governo di tipo parlamentare quando il Consiglio dei Ministri:

  • è colpito da una mozione di sfiducia da una delle due Camere del Parlamento;
  • non riesce ad ottenere il voto di fiducia iniziale;
  • in caso di voto contrario da parte di una delle Camere dopo aver posto la questione di fiducia su una questione.

Crisi di governo extraparlamentare

In tutti gli altri casi che non rientrano nelle tre fattispecie sopra descritte - quindi quando la crisi è essenzialmente politica - si parla, invece, di crisi extraparlamentare.

Esempio tipico è quando viene meno in Parlamento la maggioranza politica che ha determinato la nomina dei Ministri. Come noto, infatti, il governo è espressione della sola maggioranza, dunque, se questa venisse meno, significherebbe che il Governo non rispecchia più l’orientamento politico del Paese.

Soluzioni possibili alla crisi di governo

Quando si verifica la crisi di governo spetta al Presidente della Repubblica prendere le redini della situazione. Egli, in pratica, deve provare tutte le soluzioni possibili per evitare che il governo “cada”.

Il Presidente della Repubblica deve ascoltare i leader delle forze politiche e i capigruppo di Camera e Senato. In base alla gravità della situazione potrà essere adottata una delle soluzioni seguenti:

  • il rinvio alle Camere, cioè sottoporre il governo ad una ulteriore verifica del rapporto di fiducia sia in Senato che in Camera dei deputati;
  • nominare un nuovo governo, presieduto dallo stesso Presidente del Consiglio, ma modificando l’assetto dei Ministri ed eventualmente dei Ministeri;
  • nominare un nuovo Presidente del Consiglio all’interno della stessa maggioranza, oppure di una maggioranza politica diversa;
  • formare un Governo tecnico o di scopo con durata limitata al lasso di tempo che manca alle nuove elezioni.

Nuove elezioni

Può accadere che la situazione sia così compromessa da non poter essere risolta in uno dei modi sopra elencati. Anche se si tratta di una ipotesi residuale ed eccezionale, in questi casi al Presidente della Repubblica non resta che indire le elezioni politiche: queste serviranno ad ottenere una nuova maggioranza che avrà il compito di formare un esecutivo che rappresenti l’orientamento politico del Paese.

Dunque il Presidente dovrà sciogliere le Camere ed indire le elezioni anticipate. Queste devono avvenire non prima di 45 giorni dalla dichiarazione della crisi di governo e nel termine massimo di 70 giorni.

Che succede se cade il governo?

Abbiamo visto che indire le elezioni è una soluzione estrema, che può essere percorsa qualora gli altri metodi risolutivi risultassero vani.

Generalmente si procede alla nomina di nuovi membri, alterando la composizione precedente Consiglio dei Ministri.

La caduta del governo non significa automaticamente che tutti i ministri debbano abbandonare immediatamente la propria posizione. Essi restano in carica fino alla formazione del nuovo governo o alle elezioni.

Durante questo lasso di tempo il governo uscente può compiere solamente atti di ordinaria amministrazione.

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