Crediti di carbonio: quando convengono filiera corta e chilometro zero

Niccolò Ellena

1 Agosto 2022 - 10:39

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Acquistare crediti di carbonio con una collocazione geografica prossima alla propria azienda è il miglior modo di mostrare agli stakeholder l’impegno preso nei confronti dell’ambiente

Crediti di carbonio: quando convengono filiera corta e chilometro zero

Acquistare i crediti di carbonio è una scelta che sempre più aziende stanno prendendo, questo perché consente loro di diminuire la loro impronta di carbonio e di mostrarsi più sostenibili agli occhi degli investitori.

Non è però affatto semplice scegliere, infatti, molte aziende che agiscono sul mercato volontario dei crediti di carbonio acquistano tramite dei broker, che li acquistano per conto dell’azienda a dei prezzi maggiorati.

Capita inoltre che i crediti acquistati dalle aziende abbiano una collocazione geografica molto lontana rispetto a quella dove opera effettivamente l’azienda, non contribuendo, di fatto, a rendere l’ambiente circostante meno inquinato.

Un esempio concreto è l’acquisto di un credito di carbonio derivante da un progetto negli Stati Uniti da parte di un’azienda che si trova in Italia; in questo caso non soltanto l’azienda non sosterrà l’ambiente in cui opera, ma perderà l’occasione di mostrare ai propri stakeholder il progetto in cui è coinvolta.

È per questo motivo che le aziende - ma anche le singole persone che investono in questo mercato - dovrebbero iniziare a considerare con maggiore attenzione in quale luogo si trovano i progetti che producono i crediti di carbonio che acquistano.

Questo perché l’obiettivo dei crediti è quello di diminuire l’impatto che l’azienda ha sulla società; ma laddove si acquistino dei crediti di carbonio da progetti in luoghi completamente diversi, si è certi che la si stia effettivamente aiutando?

Il concetto di filiera corta e di chilometro zero sono concetti ben noti alle persone interessate al settore della sostenibilità: nel primo caso si intende una filiera produttiva caratterizzata da un numero limitato di passaggi produttivi e di intermediazioni commerciali; mentre nel secondo caso si intende un tipo di offerta commerciale nella quale i prodotti non hanno percorso tanta strada per arrivare al consumatore.

Ecco, questi concetti andrebbero applicati all’ambito dei crediti di carbonio, così ad esempio da acquistare dei crediti nella stessa regione in cui un’azienda opera, in modo da essere sicuri che si stia effettivamente bilanciando, nello stesso contesto, la C02 prodotta e quella rimossa dall’atmosfera.

Per riuscire in questo obiettivo ci sono molti modi: si può ad esempio informarsi se nella propria città o nella propria regione ci sono dei progetti in fase di avvio o già realizzati e mobilitarsi per acquistare dei crediti o, in alternativa, qualora non ce ne siano e si conoscano degli imprenditori, è possibile proporre di realizzare un progetto certificato.

In questo modo sarà possibile mettere sotto gli occhi dei propri stakeholder i progetti su cui si è investito invece di comunicare soltanto l’acquisto di crediti i cui progetti non saranno visibili perché geograficamente irraggiungibili.

Acquistando ad esempio dei crediti di carbonio da un progetto basato sulla costruzione di pale eoliche, sarà possibile proporre ai propri stakeholder di monitorare di persona il progetto su cui si è investito, promuovendo così anche un positivo ritorno sull’immagine aziendale.

Dalle parole ai fatti a chilometro zero

È proprio seguendo questo ragionamento che Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano ha deciso di lanciare una piattaforma chiamata creditidisostenibilita.it, così da dare la possibilità alle aziende italiane di acquistare sul loro territorio nazionale dei crediti di carbonio che andranno non solo a migliorare la situazione ambientale, ma aiuteranno anche nella gestione economica del sottobosco.

Attualmente il prezzo dei crediti di carbonio è di 33,00 euro ciascuno e ogni azienda può acquistarne almeno 30, per una spesa complessiva di circa 1.000,00 euro.

Sebbene le vendite non siano ancora iniziate, molte aziende si sono già offerte di comprare 400 crediti, ben oltre il minimo necessario; questo dimostra quanto progetti come questi in Italia, se comunicati correttamente, siano ottimamente funzionali.

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