Sai perché vogliono scaricare sfere di cemento da 400 tonnellate nelle profondità dell’oceano?

Luna Luciano

15 Giugno 2025 - 11:58

Scaricando 400 tonnellate di sfere di cemento, l’oceano sarà trasformato in una gigantesca batteria sostenibile. Ecco in cosa consiste il progetto StEnSea.

Sai perché vogliono scaricare sfere di cemento da 400 tonnellate nelle profondità dell’oceano?

È nato un progetto che prevede di scaricare nelle profondità dell’oceano sfere di cemento da 400 tonnellate.

A differenza di quello che si potrebbe pensare, non si sta parlando di smaltimento inappropriato di rifiuti, ma di un progetto innovativo che mira ad aumentare la fornitura di energia elettrica.L’idea alla base è tanto sorprendente quanto affascinante: sfruttare la pressione dell’acqua nelle profondità marine per immagazzinare energia in modo sicuro, duraturo e sostenibile.

Le acque profonde della California, negli Stati Uniti, potrebbero diventare il teatro di una vera rivoluzione energetica grazie al progetto StEnSea, sviluppato dal Fraunhofer Institute for Energy Economics and Energy Systems Technology (Fraunhofer IEE) in Germania. Le protagoniste di questa iniziativa sono enormi sfere di cemento, ciascuna dal peso di circa 400 tonnellate, destinate a diventare parte integrante di un sistema di accumulo energetico subacqueo.

Invece di dipendere esclusivamente dalle batterie chimiche, il progetto punta a una soluzione fisica, più duratura e con minore impatto ambientale. Una visione ambiziosa che guarda al futuro, con l’obiettivo di rendere l’approvvigionamento energetico più pulito, efficiente e resiliente su scala globale. Ecco cosa prevede il progetto, come funziona e i suoi benefici.

Cosa prevede il progetto StEnSea: come funzionerà?

Il nome StEnSea è l’acronimo di “Stored Energy in the Sea ” e si basa su un principio tanto semplice quanto brillante: impiegare la pressione esercitata dall’acqua negli abissi oceanici per accumulare energia meccanica, poi convertibile in energia elettrica. Le sfere in cemento, resistenti e cave all’interno, verranno collocate a profondità comprese tra 500 e 600 metri sotto il livello del mare. Ognuna avrà un diametro di circa 9 metri e potrà immagazzinare fino a 0,4 megawattora di energia.

Il funzionamento richiama il concetto di una sorta di batteria idraulica. Quando c’è un eccesso di produzione elettrica, ad esempio durante le ore di massima resa dell’energia eolica, si userà quell’energia per svuotare d’acqua le sfere tramite delle pompe. Nei momenti in cui aumenta la domanda energetica, una valvola si aprirà permettendo all’acqua, spinta dalla pressione, di rifluire nella sfera, azionando una turbina collegata a un generatore. Così, l’energia potenziale dell’acqua si trasforma in elettricità pronta per essere immessa nella rete.

Queste sfere potranno essere installate in grandi quantità e collegate tra loro per formare un sistema modulare, in grado di adattarsi in tempo reale alle variazioni nella domanda. I ricercatori del Fraunhofer IEE prevedono di completare i primi impianti funzionanti entro il 2026. Le strutture in cemento dovrebbero avere una durata operativa tra i 50 e i 60 anni, mentre componenti come turbina e generatore andranno sostituiti ogni 20 anni, rendendo il sistema efficiente anche sotto il profilo della manutenzione.

StEnSea è un progetto sostenibile? Quali sono le potenzialità e i benefici

Oltre all’aspetto tecnico, StEnSea si distingue per la sua marcata sostenibilità ambientale. A differenza delle batterie chimiche, che richiedono materiali rari e pongono problemi di smaltimento, le sfere in cemento non rilasciano sostanze inquinanti nell’ambiente marino e offrono una durata di vita molto superiore. Inoltre, il cemento è un materiale ampiamente disponibile, riutilizzabile e adatto a diversi tipi di fondali oceanici, rendendo il sistema adattabile a varie località geografiche.

Secondo le proiezioni del Fraunhofer IEE, il potenziale globale di questa tecnologia è straordinario: si stima una capacità di accumulo pari a 820.000 gigawattora, circa quattro volte superiore a quella delle attuali centrali a pompaggio attive in Germania. Solo le prime dieci aree sottomarine europee identificate potrebbero offrire il 20% di questa capacità. Una carica completa basterebbe per alimentare oltre 200.000 famiglie numerose per un intero anno.

Dal punto di vista energetico, StEnSea potrebbe rappresentare una svolta decisiva per integrare in modo stabile fonti rinnovabili intermittenti, come solare ed eolico, nella rete elettrica. A differenza delle centrali a combustibili fossili, che emettono gas serra, le sfere di cemento lavorano in modo silenzioso, pulito e prevedibile. Inoltre, i ricercatori sperano che, con l’avanzare della tecnologia, si possa integrare questo sistema anche con centrali a fusione, amplificando ancora di più la portata del progetto.

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