Guida completa alle opzioni: cosa sono call e put e come usarle per fare trading, gestire il rischio o sfruttare le occasioni di mercato.
Le opzioni sono strumenti finanziari che fanno parte della grande famiglia dei derivati. In parole semplici, il loro valore non vive di vita propria, ma dipende da quello di un altro bene: può essere un’azione, un indice, una valuta o anche una materia prima. Sono considerate complesse, è vero, ma anche incredibilmente versatili. Chi le sa usare bene può difendersi dalle oscillazioni del mercato o provare a guadagnare da esse.
Un esempio concreto facilita la comprensione. Un pastificio che teme un aumento del prezzo del grano può comprare un’opzione (call). Questo strumento le garantisce il diritto, ma non l’obbligo, di comprare il grano a un prezzo deciso oggi. Se il prezzo salirà, il pastificio continuerà a pagarlo quanto stabilito, mettendosi così al riparo dalle impennate del mercato.
Le opzioni, però, non servono solo a proteggersi. C’è anche chi le usa per fare trading o per generare un reddito extra, ad esempio vendendo opzioni “coperte” su titoli che già possiede, approfittando dei movimenti del mercato senza esporsi troppo.
In questa guida capiremo davvero come funzionano le opzioni e cosa si nasconde dietro parole come prezzo di esercizio, scadenza e premio. Scopriremo anche perché possono diventare un’arma strategica per chi vuole proteggersi dal rischio, ma anche per chi punta a cogliere nuove opportunità di guadagno.
Cos’è un’opzione finanziaria (definizione e significato)
Un’opzione finanziaria è un contratto che dà al compratore il diritto di acquistare o vendere un determinato bene, detto sottostante, a un prezzo fissato in anticipo entro una certa data. Non è un obbligo, ma una possibilità. È questo il tratto distintivo che le rende strumenti così flessibili.
Il sottostante può essere quasi qualsiasi cosa: un’azione, un indice, una valuta, una materia prima. Il valore dell’opzione, infatti, dipende interamente dall’andamento del suo sottostante. Se cambia il prezzo del bene principale, cambia anche il valore dell’opzione.
Differenza tra opzioni e altri derivati (futures e CFD)
A differenza di altri derivati, come i futures o i CFD, le opzioni non impongono un impegno reciproco. Con un future o un CFD, chi compra è obbligato a concludere l’operazione alla scadenza, che lo voglia o no. Con un’opzione, invece, il compratore può decidere se esercitare il proprio diritto o lasciar scadere il contratto.
È un dettaglio che fa tutta la differenza: un’opzione limita il rischio al premio pagato, mentre in un future la perdita potenziale è teoricamente illimitata.
Esempio pratico di opzione call e put
Un investitore che compra un’opzione call su azioni ENI, con prezzo di esercizio di 15 euro e scadenza tra tre mesi, si trova di fronte a due scenari a scadenza:
- se il titolo è salito a 17 euro, l’investitore potrà esercitare il diritto di acquisto a 15 euro, rivendendo subito a mercato con un guadagno;
- se invece il prezzo è rimasto sotto i 15 euro, non eserciterà l’opzione e avrà perso solo il premio pagato.
Nel caso di una put, il meccanismo è l’opposto: l’investitore scommette su un calo del prezzo. Se le azioni scendono sotto lo strike stabilito, potrà venderle a un prezzo più alto rispetto al mercato, incassando la differenza.
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Come funzionano le opzioni
Capire il funzionamento delle opzioni significa comprendere tre elementi chiave: chi compra, chi vende e cosa rappresenta il contratto.
Il ruolo di acquirente e venditore
Chi compra un’opzione paga un premio che dà il diritto di scegliere se esercitare o meno l’operazione. Chi la vende, invece, incassa subito quel premio ma si assume l’ obbligo di rispettare la decisione dell’acquirente. In sintesi, l’acquirente compra una possibilità, il venditore si impegna a rispettarla.
Prezzo d’esercizio (strike price) e scadenza
Ogni opzione nasce con due coordinate: un prezzo d’esercizio, detto strike price, e una scadenza. Il primo indica il prezzo al quale si potrà comprare o vendere il sottostante. La seconda segna il limite temporale entro cui farlo.
Alla scadenza, il valore dell’opzione dipende da quanto il prezzo di mercato del sottostante si discosta dallo strike.
Payoff e struttura di un’opzione
Il payoff mostra quanto si può guadagnare o perdere con un’opzione alla scadenza. Nel caso di una call, il profitto cresce all’aumentare del prezzo del sottostante: più sale, più l’opzione diventa preziosa. Con una put accade l’opposto: il guadagno aumenta se il prezzo scende sotto lo strike.
Per capire in che posizione si trova un’opzione, si usano tre espressioni semplici ma fondamentali. Un’opzione è at the money quando il prezzo d’esercizio coincide con quello del sottostante: in quel momento non genera né profitto né perdita. È in the money quando esercitarla risulta vantaggioso (per esempio, una call con strike più basso del prezzo di mercato o una put con strike più alto). È invece out of the money quando non conviene esercitarla, perché il prezzo d’esercizio è peggiore di quello attuale.
Questo è il payoff per una opzione put:
Queste definizioni aiutano a leggere subito se un’opzione ha valore intrinseco o se il suo prezzo dipende solo dalle aspettative di mercato.
Tipologie di opzioni più importanti
Vediamo di seguito le principali tipologie di opzioni:
Opzioni call e put: cosa significano
- Le opzioni call danno il diritto di acquistare il sottostante a un prezzo prefissato. Sono scelte da chi si aspetta un rialzo dei prezzi.
- Le opzioni put, invece, danno il diritto di vendere. Chi le compra punta su un ribasso del mercato. Questi due strumenti rappresentano le fondamenta su cui si costruiscono tutte le strategie di trading con le opzioni.
Opzioni europee e americane
Esistono poi due varianti operative: le opzioni europee, che si possono esercitare solo alla scadenza, e le opzioni americane, che si possono esercitare in qualsiasi momento fino alla data limite. Le seconde offrono maggiore flessibilità, ma anche un costo leggermente più alto.
Opzioni vanilla e esotiche
Le opzioni vanilla sono quelle tradizionali, con regole standard. Quelle esotiche, invece, introducono variabili aggiuntive - come barriere, condizioni o calcoli complessi - pensate per strategie più sofisticate. Sono strumenti riservati a operatori esperti, che cercano profili di rischio e rendimento particolari.
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Come si calcola il valore di un’opzione
Dietro il prezzo di un’opzione non c’è solo il valore del sottostante, ma una combinazione di fattori dinamici.
Fattori che influenzano il prezzo
Contano il prezzo corrente del bene sottostante, il tempo alla scadenza, la volatilità del mercato, i tassi d’interesse e, in alcuni casi, i dividendi attesi. La volatilità è la variabile più incisiva: più il mercato è instabile, più aumenta il valore delle opzioni, perché cresce la probabilità che il prezzo si muova a favore dell’investitore.
Modello Black-Scholes spiegato in modo semplice
Per stimare il prezzo teorico di un’opzione si usa spesso il modello Black-Scholes, una formula matematica che tiene conto di tutti questi elementi. In termini semplici, calcola quanto vale oggi un diritto futuro, considerando rischio, tempo e volatilità. È un modello di riferimento ancora oggi, anche se i mercati reali, con i loro sbalzi improvvisi, possono renderlo meno preciso.
Le “Greche” e la gestione del rischio
Per valutare come reagisce un’opzione ai movimenti del mercato, i trader usano le cosiddette Greche: Delta, Gamma, Theta, Vega e Rho. Ognuna misura la sensibilità dell’opzione a una variabile specifica (dal prezzo del sottostante al tempo, fino ai tassi d’interesse).
Vediamo cosa sono e come funzionano ciascuna di esse:
- Delta: il delta è il primo parametro delle greche delle opzioni. Esso misura la variazione del prezzo dell’opzione rispetto alle variazioni del prezzo dell’asset sottostante. In altre parole, il delta ci dice quanto cambierà il prezzo dell’opzione per ogni unità di cambio nel prezzo dell’asset sottostante. Ad esempio, se il delta di un’opzione call è 0,50, significa che il prezzo dell’opzione aumenterà di 0,50 per ogni aumento di 1 euro nel prezzo dell’asset sottostante;
- Gamma: il gamma è il secondo parametro delle greche delle opzioni. Esso misura la variazione del delta dell’opzione rispetto alle variazioni del prezzo dell’asset sottostante. In altre parole, il gamma ci dice quanto cambierà il delta dell’opzione per ogni unità di cambio nel prezzo dell’asset sottostante. Ad esempio, se il gamma di un’opzione call è 0,10, significa che il delta dell’opzione aumenterà di 0,10 per ogni aumento di 1 euro nel prezzo dell’asset sottostante;
- Theta: il theta è il terzo parametro delle greche delle opzioni. Esso misura la variazione del prezzo dell’opzione rispetto al passare del tempo. In altre parole, il theta ci dice quanto cambierà il prezzo dell’opzione per ogni giorno che passa. Ad esempio, se il theta di un’opzione call è -0,02, significa che il prezzo dell’opzione diminuirà di 0,02 euro ogni giorno che passa;
- Vega: il vega è il quarto parametro delle greche delle opzioni. Esso misura la variazione del prezzo dell’opzione rispetto alla variazione della volatilità del mercato. In altre parole, il vega ci dice quanto cambierà il prezzo dell’opzione per ogni punto percentuale di cambio nella volatilità del mercato. Ad esempio, se il vega di un’opzione call è 0,10, significa che il prezzo dell’opzione aumenterà di 0,10 euro per ogni aumento di 1 punto percentuale nella volatilità del mercato;
- Rho: il rho è il quinto parametro delle greche delle opzioni. Esso misura la variazione del prezzo dell’opzione rispetto alla variazione dei tassi di interesse. In altre parole, il rho ci dice quanto cambierà il prezzo dell’opzione rispetto ai cambiamenti dei tassi di interesse di mercato. In particolare, il Rho misura la variazione del prezzo dell’opzione per ogni variazione dell’1% nei tassi di interesse.
Il Rho è importante perché i tassi di interesse sono un fattore critico che influenza i prezzi delle opzioni. Quando i tassi di interesse aumentano, il valore delle opzioni call tende a diminuire, mentre il valore delle opzioni put tende ad aumentare. Ciò avviene perché il valore attuale di una call diminuisce quando i tassi di interesse aumentano, poiché il costo di mantenimento della posizione aumenta. Invece, il valore attuale di una put aumenta quando i tassi di interesse aumentano, poiché il costo di mantenimento della posizione diminuisce.
Il valore del Rho di un’opzione dipende dal tempo alla scadenza dell’opzione, dal prezzo di esercizio, dal prezzo corrente dell’asset sottostante e dal livello dei tassi di interesse di mercato. In genere, le opzioni call tendono ad avere un Rho positivo, mentre le opzioni put tendono ad avere un Rho negativo.
Le Greche sono fondamentali per gestire il rischio e capire quanto un portafoglio di opzioni sia esposto ai cambiamenti del mercato.
Vantaggi e rischi del trading con le opzioni
Le opzioni piacciono agli investitori perché si possono usare per speculare, per proteggere un portafoglio o per costruire strategie su misura. Chi le compra conosce fin da subito la perdita massima possibile (il premio versato) ma può beneficiare di un guadagno potenzialmente elevato.
I rischi di vendere opzioni e come gestirli
La vendita di opzioni, invece, è un terreno più scivoloso. Il venditore incassa subito il premio, ma si espone a perdite potenzialmente illimitate se il mercato si muove contro di lui. Per esempio, chi vende una call scoperta rischia di dover comprare il sottostante a un prezzo molto più alto di quello di mercato.
Per limitare i danni, i trader più esperti usano strategie di copertura (come la vendita di opzioni coperte o gli spread) e fissano in anticipo soglie di uscita per evitare di restare intrappolati in posizioni perdenti.
Nel trading di opzioni, la gestione del rischio non è un dettaglio tecnico ma una regola di sopravvivenza. Ignorarla può trasformare un profitto modesto in una perdita pesante, spesso in poche ore.
Quanto si può guadagnare o perdere con le opzioni
Il guadagno potenziale di chi compra un’opzione è teoricamente illimitato nel caso delle call, e limitato ma significativo nel caso delle put. La perdita, invece, è sempre circoscritta al premio versato. Per chi vende, vale il contrario: guadagno limitato, rischio potenzialmente alto.
Come fare trading con le opzioni in borsa
Fare trading con le opzioni significa imparare a usare uno strumento potente, ma da maneggiare con consapevolezza. Prima di iniziare, è fondamentale capire dove si negoziano, come funzionano i contratti di acquisto e vendita e quali costi o garanzie richiedono le piattaforme di trading.
Come comprare opzioni su piattaforme di trading
Le opzioni si negoziano su piattaforme regolamentate, attraverso broker specializzati. Basta aprire un conto abilitato al trading di derivati e selezionare l’opzione desiderata in base al sottostante, al prezzo d’esercizio e alla scadenza. È sempre consigliabile iniziare con piccole operazioni e con call o put “vanilla”, più semplici da gestire.
Rischi e benefici della vendita di opzioni
Vendere opzioni può generare reddito costante, ma richiede preparazione. Il vantaggio è evidente: si incassa subito un premio. Ma se il mercato si muove in direzione opposta, il rischio cresce rapidamente. Per questo i trader professionisti vendono quasi sempre opzioni coperte, ovvero su asset che possiedono già, così da limitare l’esposizione e mantenere un margine di controllo.
Costi e margini richiesti
Ogni operazione in opzioni richiede un margine di garanzia, una somma che la piattaforma blocca per coprire i potenziali rischi. L’importo varia in base al tipo di contratto e alla volatilità del mercato. Per chi fa trading in modo continuativo, è essenziale conoscere le regole del proprio broker e monitorare costantemente il margine disponibile: un dettaglio tecnico che spesso fa la differenza tra una strategia ben gestita e un errore costoso.
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Strategie di trading con le opzioni
Capito come si acquistano e si vendono le opzioni, arriva la parte più interessante: imparare a usarle in modo strategico. Le opzioni permettono infatti di costruire vere e proprie architetture di investimento, adattabili a ogni fase del mercato, che salga, scenda o resti fermo. Ogni strategia ha una logica precisa, un obiettivo e un livello di rischio diverso.
Acquisto di opzioni call o put
Comprare un’opzione call significa puntare su un rialzo del sottostante: se il prezzo sale oltre lo strike, l’investitore guadagna. Comprare una put, invece, è una mossa difensiva: serve a trarre profitto da un ribasso o a proteggersi da una discesa dei prezzi. In entrambi i casi, la perdita massima è limitata al premio pagato, un vantaggio che rende l’acquisto di opzioni uno dei modi più semplici per iniziare.
Vendita di opzioni call o put
Vendere opzioni è una strategia più avanzata, usata da chi ha già esperienza. Il venditore incassa subito un premio, ma si espone al rischio che il mercato vada nella direzione opposta. Se, per esempio, vende una call e il prezzo del titolo sale oltre lo strike, dovrà comunque consegnare il sottostante a un prezzo inferiore. È per questo che molti trader scelgono di vendere opzioni coperte, una forma più prudente che riduce i rischi mantenendo un rendimento costante nel tempo.
Combinazioni di opzioni (spread, straddle, strangle)
I trader più esperti combinano più opzioni per ottenere profili di rischio e rendimento su misura. Le strategie a spread bilanciano una call o una put con un’altra di strike o scadenza diversa, limitando le perdite ma anche i profitti.
Con lo straddle e lo strangle, invece, l’obiettivo è guadagnare dalla volatilità: si scommette che il prezzo si muoverà in modo deciso, senza dover prevedere la direzione. È una tattica tipica dei momenti di incertezza, quando il mercato è pronto a scattare da un lato o dall’altro.
Copertura con opzioni (hedging)
Le opzioni non servono solo per speculare, ma anche per difendersi. La copertura, o hedging, è la strategia più usata dalle aziende e dagli investitori di lungo periodo. Chi possiede un titolo può acquistare una put per proteggersi da eventuali ribassi. Se il prezzo scende, il guadagno sull’opzione compensa la perdita sul titolo. È una sorta di assicurazione finanziaria, in grado di salvare un portafoglio nei momenti di turbolenza, a fronte del pagamento di un piccolo premio.
Conviene fare trading con le opzioni (e a chi)?
Le opzioni non sono uno strumento per tutti. Richiedono attenzione, disciplina e una buona conoscenza del mercato. Ma nelle mani giuste possono diventare un alleato prezioso: servono a gestire il rischio, a proteggere gli investimenti e, in alcuni casi, a generare reddito anche quando i mercati sono incerti.
Sono utili per chi vuole coprirsi da eventuali ribassi, ma anche per chi cerca strategie più dinamiche per far fruttare il capitale. In un contesto come quello attuale, dove la volatilità è tornata protagonista e i tassi d’interesse si muovono con cautela, le opzioni offrono un ventaglio di possibilità che pochi altri strumenti possono garantire.
Tutto, però, parte dalla conoscenza. Capire cosa si sta comprando, come funziona il prezzo e quali rischi si corrono è la base per usare le opzioni in modo consapevole. Solo così un contratto che può sembrare complesso diventa uno strumento potente, capace di trasformare l’incertezza del mercato in una vera opportunità.
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