Cosa rischia chi non paga una multa?

Ilena D’Errico

10 Maggio 2023 - 08:21

Cosa rischia chi non paga una multa, dall’aumento della sanzione fino al pignoramento: termini di pagamento e prescrizione.

Cosa rischia chi non paga una multa?

Non pagare le multe stradali o farlo in ritardo comporta serie conseguenze, iniziando dall’aumento della sanzione per finire con il pignoramento. La multa si considera non pagata quando è stato superato il termine massimo per l’adempimento, a prescindere dall’eventuale possibilità di ottenere una sanzione ridotta pagando entro una scadenza molto più breve. Oltretutto, superati i termini di pagamento si perde la possibilità di fare ricorso e l’iter proseguirà normalmente, fino ad arrivare alla riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Per non fare errori, serve quindi conoscere i termini di pagamento delle multe stradali, ma anche le tempistiche di notifica e prescrizione.

Termini di pagamento delle multe stradali e tempistiche per il ricorso

Le multe stradali devono essere pagate entro 60 giorni dalla notifica del verbale. Di conseguenza, nel caso in cui il verbale sia eseguito in tempo reale dalle Forze dell’ordine, il termine inizia a decorrere dal giorno stesso della contravvenzione. Altrimenti, bisogna far fede alla data di ricezione della notifica a casa o di ritiro della stessa in giacenza presso l’ufficio postale, tenendo presente che dopo 10 giorni di giacenza il documento si considera notificato.

Non è così raro ricevere le multe direttamente a casa, anche dopo una certa distanza dal fatto contestato. Anche in questo caso ci sono, tuttavia, dei termini da rispettare. Il verbale deve infatti essere notificato entro 90 giorni dalla contravvenzione. Questo periodo di tempo inizia a decorrere dal momento in cui l’agente ha comminato la multa fino all’invio della notifica.

Bisogna ricordare che in questo caso il termine di 90 giorni scade quando l’ufficio postale riceve la comunicazione, quindi prima dell’effettiva notifica al cittadino. Conoscere questa regola è fondamentale, perché oltre il termine il cittadino può rifiutarsi di pagare la sanzione. In ogni caso, anche chi ritiene legittimamente di non essere tenuto al pagamento non può semplicemente ignorare la multa senza pagare. Serve, invece, presentare ricorso:

  • Entro 30 giorni al Giudice di Pace;
  • entro 60 giorni al Prefetto.

Oltre questi tempi si perde la possibilità di fare ricorso e bisogna pagare la multa, ecco perché si invita a un’attenta valutazione. Nella maggior parte dei casi, infatti, è possibile beneficiare di una sanzione ridotta del 30% corrispondendo il pagamento entro 5 giorni. Questa agevolazione non ha alcun effetto sui termini di pagamento effettivo della multa, anche perché non è sempre possibile usufruire della sanzione ridotta.

Multa pagata in ritardo, le conseguenze

A prescindere dalla presenza di una sanzione ridotta con termine di pagamento pari a 5 giorni, la multa stradale si considera scaduta al superamento dei 60 giorni dalla notifica. È quindi oltre questo termine, e non prima, che iniziano a riflettersi le conseguenze sui cittadini. Si ricorda che i giorni partono dal giorno successivo alla notifica e soltanto nel caso in cui il 60° giorno cade in una festività il termine è posticipato al primo giorno utile.

Oltre questo periodo la sanzione stradale inizia ad aumentare a causa degli interessi, con una maggiorazione del 10% ogni 6 mesi. Nel frattempo, è ormai impossibile fare ricorso oppure pagare con una riduzione, perciò è chiaro che prima si paga meglio è. Resta la possibilità di richiedere una rateazione dell’importo, laddove sussistono le condizioni, anche perché il pagamento si considera compiuto soltanto se comprensivo di interessi.

Cosa rischia chi non paga una multa e come difendersi

Il meccanismo degli interessi sulle multe stradali non procede all’infinito; infatti, se il cittadino continua a non pagare il suo debito viene riportato all’Agenzia delle Entrate – Riscossione, che su delega dell’amministrazione provvede al recupero del credito.

In particolare, l’Ader invia come primo passaggio un sollecito di pagamento che deve contenere:

  • Numero del verbale o del precedente decreto ingiuntivo;
  • importo della sanzione;
  • interessi, more e oneri accessori.

Trascorsi 60 giorni senza che avvenga l’adempimento, l’ente può notificare un preavviso di fermo amministrativo sul veicolo, con un anticipo di almeno 30 giorni e provvedere al recupero forzato con il pignoramento (spesso presso terzi). Per evitare l’iscrizione del fermo oppure ottenerne la cancellazione è quindi necessario pagare l’intero importo dovuto.

Altrimenti, è possibile chiedere una rateazione del debito e poi domandare la sospensione del fermo dopo il pagamento di almeno una rata. Si può comunque contestare il fermo amministrativo quando il veicolo è essenziale per lo svolgimento dell’attività lavorativa, circostanza che deve essere debitamente provata e che comunque non ripara dal pignoramento. Di conseguenza, la soluzione migliore è quella di concordare un piano di pagamento rateale nel caso in cui non di dispone dell’intero importo.

In quanto si prescrivono le multe stradali

L’ultima ancora di salvezza per il debitore che non ha pagato una o più multe stradale è la prescrizione, che si compie dopo 5 anni dalla notifica del sollecito di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Se dopo questa comunicazione l’ente non provvede a inviare l’intimazione ad adempiere, il pignoramento o il fermo, la prescrizione decorre per 5 anni.

Oltretutto, tra l’intimazione al pagamento e il pignoramento non può trascorrere più di 1 anno, oltre il quale l’avviso deve essere comunicato nuovamente. Chi riceve una cartella di pagamento per una multa prescritta deve quindi procedere alla contestazione, opponendo per l’appunto l’avvenuta prescrizione. Anche in questo caso, il termine massimo per il ricordo è pari a 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale.

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