Cosa rischia chi guarda le partite con il pezzotto quest’anno

Simone Micocci

12 Agosto 2025 - 11:42

Quest’anno chi guarda le partite con il pezzotto rischia grosso. Multe salate in arrivo per lo streaming illegale.

Cosa rischia chi guarda le partite con il pezzotto quest’anno

Quest’anno chi guarda le partite con il pezzotto rischia grosso, vista la severità delle nuove regole.

La lotta allo streaming illegale è stata intensificata notevolmente negli ultimi anni, con pene più severe e controlli rigorosi per i trasgressori. Le partite di calcio rappresentano, seguite da altri eventi sportivi, le protagoniste indiscusse di questo fenomeno e infatti causa della maggior parte delle sanzioni. Non è certo un caso se la cosiddetta legge anti-pezzotto ha ricevuto un così forte sostegno dai broadcaster sportivi, tra cui Dazn, Sky e Lega Serie A, particolarmente lesi dallo streaming pirata.

La legge si applica alla fruizione di tutti i contenuti in streaming in maniera illecita, inclusi film e serie Tv, ma le partite rappresentano in modo indiscusso il tasto più delicato. Le indagini condotte sul pezzotto, tra cui quella condotta dalla Federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali (Fapav) mostrano infatti lo sport come la categoria più soggetta alla pirateria, a partire dal calcio. Grazie a un protocollo d’intesa tra l’Agcom, la Guardia di Finanza e la Procura della Repubblica di Roma i controlli sono serrati, come dimostrato dalle numerose multe per Iptv illegali erogate nell’ultimo anno.

Cosa rischia chi guarda le partite con il pezzotto

Il sistema antipirateria Privacy Shield consente di oscurare rapidamente i siti web che trasmettono contenuti pirata, entro 30 minuti dalla segnalazione, ed erogare le sanzioni risalendo agli utenti tramite gli indirizzi Ip. Per chi ha ceduto per la prima volta, vedendo occasionalmente una partita con il pezzotto, le conseguenze sono piuttosto moderate. Si rischia infatti una multa compresa tra 154 e 1.032 euro, non bassissima ma sicuramente inferiore rispetto alla sanzione per l’uso regolare delle Iptv illegali. In quest’ultimo caso, infatti, la multa può arrivare fino a 5.000 euro.

Bisogna peraltro segnalare che la frequenza di utilizzo dello streaming pirata (insieme alla quantità di contenuti riprodotti) viene rilevata dalle autorità e non dipende necessariamente da eventuali sanzioni già ricevute. In altre parole, è astrattamente possibile comminare la multa più alta anche a chi viene sanzionato per la prima volta, atteso che usa abitualmente il pezzotto per le partite e altri contenuti. Naturalmente le ripercussioni sono ancora più gravi per chi partecipa attivamente all’illecito, non come semplice spettatore, traendo un profitto dalle Iptv illegali.

Chi gestisce siti pirata o vende il pezzotto commette un reato e va infatti incontro a una pena della reclusione fino a 3 anni, oltre alla multa fino a 15.493 euro.

Anche in questo caso, l’attività abituale, sistematica e organizzata comporta conseguenze peggiori, riguardando reati ancora più gravi. In ogni caso, chi si limita a guardare le partite con il pezzotto non commette un reato, ma rischia comunque la multa per la fruizione di contenuti pirata. Commette invece un reato chi condivide con altre persone la visione illecita a fini di lucro, quindi pretendendo il pagamento di un biglietto.

Multe in aumento per il pezzotto

Nonostante l’intervento sulle Iptv illegali sia recente potrebbe presto essere seguito da un ulteriore inasprimento delle pene.

I deputati Marco Osnato (FdI), Federico Mollicone (FdI) e Luca Toccalini (Lega) hanno presentato una proposta di legge alla Camera per modificare la legge sul diritto d’autore, elevando le sanzioni per il pezzotto.

In particolare, si chiede una multa base che parta da 500 euro (anziché 154), mentre la sanzione per l’uso abituale o comunque massiccio potrebbe arrivare fino a 16.233,77 euro (anziché 5.000). In questo modo si cerca un deterrente più forte rispetto alle multe attuali, peraltro raramente applicate nella misura massima.

L’esame del testo dovrebbe iniziare comunque a settembre 2025, pertanto servirà ancora tempo prima che le sanzioni cambino, sempre che l’iniziativa vada a buon fine.

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