Cosa prevede il nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia

Ilena D’Errico

18 Luglio 2025 - 18:30

Arriva il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia. Ecco cos’ha deciso l’Unione europea.

Cosa prevede il nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia

L’Unione europea ha approvato il nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, il 18° dall’invasione dell’Ucraina. Nuove misure per portare la Russia a fermare la guerra, considerate necessarie visto il sostanziale stallo dei negoziati. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen è soddisfatta del risultato raggiunto, ma ovviamente la notizia non fa piacere al Cremlino, che ha definito queste sanzioni “illegali”. Intanto, la pressione su Mosca cresce come mai prima d’ora. Come dichiarato da Kaja Kallas, Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Ue, si tratta di “uno dei pacchetti di sanzioni più duri fino ad oggi”. Ecco cosa prevede.

Cosa prevede il nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia

Il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina prevede diverse misure che puntano al cuore dell’economia russa, parafrasando le dichiarazioni di Ursula von der Leyen. Vengono in particolare riviste misure varate in precedenza, che si sono rivelate insufficienti o che il Cremlino è riuscito tutto sommato a eludere, e introdotti nuovi sistemi sanzionatori. L’Ue ha introdotto un meccanismo dinamico di tetto al prezzo del greggio russo per fissare il prezzo del petrolio russo venduto fuori dall’Ue con una riduzione del 15% rispetto al prezzo medio di mercato.

Oltre alla svalutazione del petrolio, arrivano nuovi divieti relativi al transito attraverso i gasdotti Nord Stream 1 e 2 che ne impediscono completamente l’utilizzo. L’Unione europea ha infatti esteso il divieto anche a beni servizi, evitando così qualsiasi opera di manutenzione o utilizzo dei gasdotti inattivi. Per impedire al Cremlino di aggirare le sanzioni (o comunque limitare questa possibilità) arriva anche un divieto di importazione di prodotti raffinati derivati dal petrolio russo da Paesi extracomunitari. Così l’Ue cerca di evitare che Mosca riesca a esportare il petrolio greggio per la raffinazione, ma preserva le esportazioni da:

  • Norvegia;
  • Regno Unito;
  • Stati Uniti;
  • Canada;
  • Svizzera.

Si procede inoltre a sanzionare i soggetti che hanno aiutato la Russia a eludere le sanzioni e a limitare le transazioni provenienti dai Paesi terzi che non rispettano i limiti Ue. Il divieto di transito viene inoltre esteso, includendo ulteriori beni critici per i quali si limita l’esportazione alla Russia, dal settore energetico a quello edile, passando per la tecnologia.

Cresce poi la cosiddetta flotta ombra della Russia, navi straniere che secondo l’Ue vengono impiegate da Mosca per aggirare i controlli e le sanzioni. Nel dettaglio, sono state aggiunte ben 105 navi alla lista, mentre 3 natanti giapponesi sono stati cancellati. Oggi la flotta ombra di Mosca conta quindi 400 petroliere secondo l’Ue.

Vengono inoltre ampliate anche le sanzioni finanziarie, impedendo completamente le transazioni attraverso il sistema internazionale Swift, prima limitato ad alcune istituzioni. Contestualmente, viene imposto un divieto di transazione con il Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif). Alcune società che hanno investito nel Rdif vengono sanzionate direttamente, mentre viene anche abbassata la soglia minima per sanzionare le società collegate al sistema di messaggistica sviluppato dalla Banca centrale russa.

Nuove sanzioni alla Russia

Il nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia è a tutti gli effetti duro, tale da compromettere ulteriormente i rapporti tra l’Ue e Mosca. Quest’ultima ha immediatamente accusato le sanzioni di essere illegali, ma c’è da dire anche che Bruxelles non ha varato il provvedimento a cuor leggero. C’è voluto tempo per arrivare a un pacchetto che convincesse il Consiglio Affari Generali e ben 3 settimane per superare il veto della Slovacchia, che ha ottenuto le rassicurazioni che cercava sul fronte energetico.

Così, l’Unione europea cerca di intimare una tregua a Putin, appoggiata dall’ultimatum statunitense. Donald Trump ha concesso 50 giorni di tempo per arrivare a un accordo tra Russia e Ucraina, dopodiché imporrà tariffe del 100%. Non resta quindi che attendere la reazione del Cremlino, che nel frattempo invita a fare la stessa pressione su Kiev.

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