Cos’è il rito abbreviato? Come funziona e quando si applica

Isabella Policarpio

05/02/2019

12/02/2019 - 11:52

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Il rito abbreviato è un procedimento speciale chiesto dall’imputato in giudizio. Prevede la rinuncia alla fase dibattimentale in cambio di un considerevole sconto di pena. Disciplina, significato e ambito di applicazione.

Cos’è il rito abbreviato? Come funziona e quando si applica

Il diritto processuale italiano prevede che, in particolari circostanze, il processo possa svolgersi senza rispettare il normale iter, una di queste ipotesi è il rito abbreviato.

In particolare, il rito o giudizio abbreviato determina una notevole riduzione dei tempi processuali perché salta la fase del dibattimento e costringe il giudice ad emettere la sentenza sulla base degli atti acquisiti prima delle conclusioni finali.

Il rito abbreviato deve essere richiesto dall’imputato in giudizio, al quale, in cambio dello smaltimento dei tempi processuali, la legge conferisce un notevole sconto di pena: fino alla metà per le contravvenzioni e fino ad un terzo per i delitti.

Cos’è

Il rito abbreviato, o giudizio abbreviato, è il procedimento penale speciale (come anche il giudizio direttissimo) previsto dall’articolo 438 del Codice di procedura penale. Viene anche definito “rito speciale” in quanto le sue modalità di svolgimento si differenziano da quello ordinario. Infatti la decisione viene presa nell’udienza dibattimentale, senza arrivare al dibattimento vero e proprio.

Il rito abbreviato si instaura dopo l’esplicita richiesta dell’imputato che rinuncia al dibattimento in cambio di uno sconto di pena, in caso di sentenza di condanna.
Gli organi competenti durante il giudizio abbreviato sono il giudice dell’udienza preliminare ed il giudice per le indagini preliminari o il giudice del dibattimento.

In quali casi si può procedere con il rito abbreviato?

Come si è anticipato, si può procedere al rito abbreviato sono dopo la richiesta dell’imputato, che può manifestare la propria volontà personalmente oppure mediante un procuratore speciale, sia in forma orale che scritta. L’importante è che la richiesta venga formulata prima che il giudice abbia espresso le conclusioni finali sul caso.

Dopo la richiesta, il giudice è obbligato ad emettere un’ordinanza con la quale dispone il mutamento del rito. Se l’imputato avanza la richiesta subito dopo il deposito delle indagini difensive, il giudice deve attendere il decorso di 60 giorni che il pubblico ministero ha eventualmente richiesto per lo svolgimento di indagini suppletive.

I benefici per l’imputato

Il rito abbreviato rappresenta una soluzione di compromesso a carattere deflativo. In altre parole, l’imputato che lo richiede sceglie consapevolmente di rinunciare alla fase dibattimentale - fondamentale per la propria difesa - e l’ordinamento, in cambio della velocizzazione dell’iter processuale, gli commina una sanzione ridotta se dal rito abbreviato deriva una sentenza di condanna.
Ma scendiamo nei dettagli, il giudizio abbreviato riduce la pena di:

  • un terzo per i delitti;
  • la metà per le contravvenzioni.

Invece la condanna all’ergastolo viene sostituita con la reclusione a 30 anni, mentre l’ergastolo con isolamento diventa ergastolo semplice.

Come funziona

Quando l’imputato avanza la richiesta di procedere con rito abbreviato la decisione deve essere presa allo stato degli atti, significa che non ci saranno ulteriori dibattimenti o indagini e che il giudice deve emettere la sentenza sulla base del materiale acquisito fino a quel momento.

Dopo la richiesta, il giudice dispone il mutamento del rito con ordinanza. Può succedere che l’imputato subordini il rito abbreviato ad una integrazione probatoria, in tal caso il giudice dispone il rito speciale solo se ritiene che l’integrazione degli elementi di prova sia necessaria.

Se il giudice rigetta, l’imputato può rinnovare la richiesta fino a quando non siano formulate le conclusioni definitive.

Il giudizio che scaturisce dal rito abbreviato viene celebrato in Camera di consiglio, a meno che tutti gli imputati presenti non dichiarino esplicitamente di voler procedere con udienza pubblica. Dopo la discussione, il giudice emette sentenza di proscioglimento o di condanna sulla basa di quanto contenuto nel fascicolo del Pm.

Il rito abbreviato provoca dei limiti alla possibilità di proporre Appello: il Pm non può proporre appello contro le sentenze di condanna e l’imputato contro quelle di proscioglimento.

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