Si è chiusa una settimana complicata per i mercati azionari e obbligazionari. In Italia, lo spread ha superato i 233 punti e il differenziale Btp-Bund si è imposto nei dibattiti economici.
Si è fermato sulla soglia dei 234 punti lo spread Btp-Bund nella giornata nera del 10 giugno.
L’Italia e l’Europa in generale soffrono dopo l’annuncio della Bce di un inasprimento sui tassi a partire da luglio, senza dettagli circa un possibile scudo di protezione per evitare sbalzi nella sostenibilità del debito dei Paesi più vulnerabili. Come l’Italia, da sempre assediata da livelli elevati di indebitamento pubblico.
Il Governo Draghi, alle prese con crisi energetica, bollette, benzina e spesa più cara per la popolazione, relazioni diplomatiche complesse con la Russia, riforme per il Pnrr, si trova in una spirale pericolosa anche a causa da un debito più costoso.
Cosa significa il balzo dello spread e cosa deve temere l’Italia.
Allerta spread per l’Italia: c’è davvero da temere?
Con il Btp decennale che rende il 3,83% e il Bund tedesco a 10 anni con rendimento a 1,49%, il differenziale tra i titoli di Stato è tornato a livelli di allerta venerdì 10 giugno.
Lo spread ha chiuso la giornata di contrattazione a 233,8 punti. Osservando l’andamento da inizio settimana, il balzo è stato pari a un +9,125%. Il grafico di Money.it mostra l’impennata:
La giornata di venerdì 10 giugno ha evidenziato picchi di 235 punti, rispecchiando scambi nervosi dopo la riunione Bce.
Con l’imminente aumento dei tassi annunciato da Lagarde e la poca chiarezza su un possibile strumento della banca per evitare la frammentazione della politica monetaria nei Paesi ad alto debito, la fiducia sull’Italia si sta erodendo.
Ma la nostra nazione è davvero in pericolo crisi? Cosa può temere? “Per il momento, sembra che gli spread delle zone periferiche debbano ancora aumentare prima che i policymaker sentano il dovere di reagire”, ha sottolineato Mark Dowding di BlueBay come riportato da Milano Finanza.
Secondo alcune analisi, il rischio di un deterioramento del debito esiste, ma l’Italia può vantare una posizione più solida e sostenibile.
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Per esempio, ha spiegato Myles Bradshow di JP Morgan Asset management in un’intervista a Il Sole 24 ore, sebbene lo spread più alto e i rendimenti elevati vadano a impattare negativamente sui portafogli bancari con le obbligazioni, la situazione patrimoniale degli istituti di credito è solida e dovrebbe soffrire meno.
Inoltre, “prima che l’aumento dei tassi abbia un impatto significativo sul costo del debito e sui conti pubblici servirà tempo”, ha ricordato l’esperto.
L’Italia può contare anche sul piano Pnrr, con i fondi dell’Ue a stimolare investimenti, riforme, crescita e quindi meno necessità di indebitamento. Infine, occorre precisare, come suggerisce Bradshow, che i motivi dell’impennata dello spread non sono legati a una situazione specifica italiana, ma sono ancorati in Europa e dipendono anche da forze esogene come guerra e crisi energetica.
Resta, comunque, uno stato di allerta sullo spread in Italia, a ricordare che il momento economico e finanziario è assai complesso.
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