Cosa ci fanno navi russe a Cuba?

Luna Luciano

13 Giugno 2024 - 23:17

Avvistate navi da guerra russe entrare nel porto di Cuba. Si rischia una nuova crisi del ’62? Ecco qual è la vera ragione per cui la flotta russa si trova all’Avana.

Cosa ci fanno navi russe a Cuba?

Dozzine di navi da guerra russe sono sbarcate a Cuba sotto gli occhi degli Stati Uniti.

Una dimostrazione di forza, quella di Mosca, che non può passare inosservata, soprattutto in un periodo in cui il fragile equilibrio tra Russia e Stati Uniti corre sul filo di un rasoio, esattamente come tra il gigante americano e Cuba.

E benché non sia la prima volta che le navi della marina inviate dal Cremlino visitino Cuba, il convoglio attuale sembra essere il più grande degli ultimi tempi, composto da: l’Ammiraglio Gorshkov, la nave di testa del convoglio, capace di effettuare attacchi missilistici a lungo raggio e guerra antisommergibile, equipaggiata con missili ipersonici Zircon; il sottomarino a propulsione nucleare Kazan; la petroliera Pashin, e il rimorchiatore di salvataggio, Nikolai Chiker.

Come riportato da Aljazeera, la flotta russa dovrebbe rimanere a Cuba tra il 12 e il 17 giugno; in quei giorni il pubblico potrà visitare le navi e fare un tour per conoscere la potenza della marina russa. Ma quali sono le ragioni per le quali la flotta di Mosca si trova Cuba? C’è il rischio di una nuova crisi di ’62? In realtà è ancora presto per parlare, ma al momento gli Stati Uniti si limitano ad osservare cogliendo i messaggi e le minacce velate con le quale il presidente russo, Vladimir Putin, ammonisce l’Occidente e la Nato.

Ecco perché le navi russe si trovano all’Avana e se c’è davvero il rischio di una crisi come quella missilistica di Cuba del 1962.

Cosa ci fanno le navi russe a Cuba e perché

Innanzitutto, occorre rassicurare i lettori: la presenza della flotta russa è parte di una “visita di routine amichevole” tra le marine dei due paesi, L’equipaggio di Mosca, quindi, condurrà esercitazioni militari durante il periodo di permanenza all’Avana.

Ovviamente se questa è la ragione diplomatica e pragmatica, sulla scacchiera geopolitica l’esercitazione della marina russa - a poco più di 150 chilometri di distanza dagli Stati Uniti - ha lo scopo di lanciare un messaggio o monito a Washington. La prova di forza, infatti, giunge dopo l’escalation delle tensioni tra Cremlino e Casa Bianca, dopo che il presidente Joe Biden di consentire all’Ucraina di attaccare obiettivi russi con armi americane, lo stesso ha fatto la Nato.

La controparte russa ha immediatamente promesso ritorsioni, non solo contro gli Stati Uniti, ma contro altri alleati occidentali di Kiev. Come spiegato da Putin, una simile decisione “segnerebbe il loro coinvolgimento diretto nella guerra contro la Federazione Russa, e ci riserviamo il diritto di agire allo stesso modo”, ricorrendo alla strategia di deterrenza, minacciando di ricorrere alle armi nucleari.

Le navi russe svolgono quindi la funzione di “promemoria” a Washington di cosa significhi quando un avversario si intromette nei propri piani a pochi chilometri di distanza. Ma non solo, l’esibizione navale ha anche lo scopo di rassicurare gli alleati del Sud America, come Cuba e Venezuela, del sostegno russo contro Washington.

Russia, Cuba e Usa: c’è il rischio di una nuova crisi del ’62?

Di fronte alle immagini di navi russe che sfilano nei ari cubani, è naturale che in molti gridino al pericolo di una nuova crisi del ’62, quando Mosca trasferì armi nucleari a Cuba, provocando una risposta immediata e dura da parte degli Stati Uniti, che optarono per un blocco navale all’Avana. Una crisi che rischiò di innescare un conflitto nucleare e che si risolse solo dopo le trattative dirette tra i due Paesi.

Al momento però non sembra questo il caso, Infatti, con l’arrivo della flotta russa a Cuba gli Usa hanno schierato navi e aerei che hanno monitorato il movimento della flotta anche prima che arrivasse all’isola, confermando l’assenza di armi nucleari a bordo, come spiegato dai funzionari che hanno parlato con i media statunitensi, precisando che la flotta è rimasta in acque internazionali per tutto il tempo.

Tuttavia, occorre riflettere su come, in una nuova fase di crisi internazionale, Cuba e Russia intensifichino i loro rapporti. L’isola, dalla salita di Fidel Castro, è stata soggetta a numerose sanzioni e restrizioni. Il deterioramento dei servizi pubblici, le interruzioni di corrente, la carenza di cibo e carburante e l’inflazione dilagante, hanno spinto Cuba nella peggiore crisi economica degli ultimi decenni, avvicinandola nuovamente a Mosca, tramite cui spera di attirare nuovi investitori stranieri. I due paesi, infatti, lo scorso maggio, hanno dato il via a una serie di partnership economiche, tra cui una che consentirà alle imprese russe di affittare terreni cubani per 30 anni, una mossa insolita in un paese in gran parte chiuso.

In ogni caso una crisi dalla dimensione degli anni ’60 sembra lontana, ma il messaggio che Mosca voleva lanciare a Washington è arrivato forte e chiaro.

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