Coronavirus: un ostacolo al piano di potenza di Putin?

Violetta Silvestri

07/03/2020

26/06/2020 - 09:59

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Il coronavirus sta rivoluzionando il mondo e le sue relazioni. Quali effetti avrà sui piani strategici di Putin? Il presidente russo non sembra tanto preoccupato della dimensione sanitaria, qunto piuttosto delle dinamiche economiche e a lungo termine.

Coronavirus: un ostacolo al piano di potenza di Putin?

Che il coronavirus stia ridisegnando gli scenari economici globali è ormai una realtà. Lo sa bene - o dovrebbe saperlo - anche Putin, alle prese con un suo piano di rafforzamento di potere interno e internazionale.

La Russia non è certo tra i Paesi più colpiti dall’epidemia. Anzi, con la sua rigorosa politica di chiusura delle frontiere, finora è riuscito ad arginare con successo i contagi. Sul vasto territorio russo, infatti, ci sarebbero soltanto 6 casi di positività secondo quanto riportano da alcune agenzie.

Un risultato incredibile se si considerano i 4.000 chilometri di confine con la Cina. Eppure, Putin ha poco da stare tranquillo. La Russia, infatti, non è affatto protetta dalle conseguenze che la diffusione così ampia del virus sta avendo nel mondo.

I grandi rischi, per il presidente russo, riguardano l’economia, soporattutto nello scenario di lungo periodo. Ecco perché, quindi, il coronavirus potrebbe essere un ostacolo ai piani ambiziosi di Putin.

Come il coronavirus potrebbe ostacolare la potenza di Putin

La preoccupazione per gli effetti così impattanti del coronavirus è arrivata fino a Mosca, anzi direttamente nel Cremlino. Putin sembra osservare con un certo grado di timore quello che sta accandendo nel mondo a causa del coronavirus.

Ormai si parla di recessione e la contrazione della domanda in alcuni settori chiave è già realtà. In questo contesto, la partnership commerciale tra Russia e Cina è in parte compromessa e questa non è una buona notizia per gli obiettivi di Putin.

Come sugerisce un’analisi di ISPI, i prezzi delle verdure, che arrivano per lo più dalla produzione cinese, sono già arrivati alle stelle nella parte orientale della nazione russa. In più, il crollo del turismo cinese potrebbe tradursi in una perdita di circa 50 milioni di dollari al mese.

Nella nuova situazione generata dal coronavirus, l’OCSE ha abbassato le stime di crescita anche della Russia per il 2020, di una percentuale pari a -0,4%. A spaventare maggiormente Putin è la prospettiva a lungo termine.

Se, infatti, la Cina, alleato commerciale di grande peso per l’economica di Mosca, dovesse continuare a contrarsi a causa dell’effetto coronavirus, Putin sarebbe costretto a fare i conti con tutte le debolezze economiche del suo Paese.

Tra queste, la stagazione dovuta ad una forte dipendenza dalle esportazioni di fonti energetiche, le sanzioni a causa dell’annessione della Crimea, le mancate riforme in materia eocnomica.

Non solo, se davvero la recessione ci sarà e se Pechino non si riprenderà in tempi piuttosto ragionevoli, il più ambizioso piano di Putin rischia di cadere e frantumarsi: in gioco c’è l’aumento della spesa pubblica e militare sulla quale il presidente russo sta puntando per mantenere forte il consenso.

Con un’economia in rallentamento dei suoi partner commerciali, però, gli obiettivi di spesa dovebbero essere ridimensionati. Potenziarli, invece, è vitale per ottenere l’appoggio della popolazione.

Da osservare, inoltre, anche l’andamento del petrolio. Se è vero che la Russia ha fatto saltare l’accordo per un taglio della produzione di petrolio che l’OPEC aveva predisposto per affrontare la crisi coronavirus, è altrettanto realistico che con un prezzo dell’oro nero più basso di 40 dollari al barile Putin dovrebbe ricorrere alle riserve strategiche del fondo sovrano.

Un nuovo quadro, quindi, rischia di definirsi anche per Putin ai tempi del coronavirus. In ballo ci sono l’economia russa e la sua popolarità, che sarà testata anche dal referendum costituzionale previsto per il 22 aprile.

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