Il coronavirus potrebbe non sparire mai secondo un noto professore

Martino Grassi

20/10/2020

27/04/2021 - 15:54

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Il coronavirus potrebbe non sparire mai e con molta probabilità diventerà una malattia endemica con cui dovremmo fare i conti per sempre, proprio come accaduto con altri virus.

Il coronavirus potrebbe non sparire mai secondo un noto professore

Il coronavirus potrebbe non sparire mai secondo Nükhet Varlik, professore di storia all’Università della South Carolina. Sebbene dall’inizio della pandemia diversi esperti provenienti da diversi settori della scienza abbiano fatto le ipotesi più disparate sulla possibile fine della pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero, per il momento risulta essere ancora difficile prevedere quando effettivamente riusciremo a sconfiggere una volta per tutte il coronavirus.

Dallo scorso febbraio, il mese in cui è scoppiata la pandemia, si sono registrati in tutto il mondo più di 40 milioni di casi, mentre i decessi sono stati più di un milione, e nonostante si siano apprese sempre più cose su questo nuovo virus, ancora non è possibile fare delle previsioni sulla sua fine. Anche secondo gli esperti delle malattie piuttosto che fare delle previsioni future sarebbe meglio analizzare le precedenti pandemie per comprendere l’evoluzione del virus.

Il coronavirus potrebbe non sparire mai

All’inizio della pandemia si presumeva che il coronavirus sarebbe semplicemente sparito proprio come accadde con la SARS o che le alte temperature della bella stagione lo avrebbero piegato. Con il passare dei mesi è apparso sempre più evidente che queste ipotesi non si sarebbero mai avverate, così come non si sarebbe mai raggiunta l’immunità di gregge, una soluzione avanzata da diversi capi di stato, ritenuta tuttavia inutile e immorale.

Sebbene il distanziamento sociale, l’utilizzo delle mascherine e il lavaggio frequente delle mani siano delle soluzioni in grado di limitare la diffusione del virus, non sono sufficienti per porre fine alla pandemia. Anche il tanto agognato vaccino, che procede a ritmi speditissimi come mai nella storia, potrebbe non essere la panacea che tutti sperano secondo moltissimi esperti. Con molta probabilità quindi dovremmo imparare a convivere per sempre con il coronavirus, proprio come abbiamo fatto con altre patologie, come precisa anche il professor Nükhet Varlik: “Sono ormai molti i virologi e gli epidemiologi a sostenere che il coronavirus diventerà probabilmente endemico, cioè circolerà nella popolazione e dovremo farci i conti in tutte le stagioni, più di quanto succede con l’influenza e i raffreddori che colpiscono prevalentemente in inverno”.

Quali malattie sono state debellate e quali no

Come ci insegna la storia, sono poche le malattie che l’uomo è riuscito a debellare definitivamente. Quasi tutti i batteri e i virus, anche se nati secoli fa, continuano a circolare tra di noi ed è molto difficile eliminarli definitivamente. Solamente il vaiolo è stato eliminato del tutto negli anni ‘80 grazie alle massicce campagne di vaccinazione messe in campo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità proprio in quei decenni. Nella storia dell’uomo per il momento è la prima e l’unica malattia che è stata sconfitta completamente.

I virus responsabili delle precedenti pandemie continuano a circolare, seppur in forma ridotta o in specifiche aree del mondo, basti pensare alla malaria, che ogni anno causa più di 400.000 decessi, o la tubercolosi, la lebbra e il morbillo che, nonostante l’utilizzo di farmaci e vaccini, continuano a circolare da diversi secoli. Anche la peste resta una malattia ancora presente, ed è una delle malattie più infettive della storia umana (60%).

In arrivo un futuro incerto

Non sappiamo quali saranno gli sviluppi futuri del coronavirus, ma sicuramente tenerlo sotto controllo non sarà una cosa semplice. La speranza è che la situazione migliori con la scoperta del vaccino, ma come accade per il morbillo e la poliomielite ogni volta che si riducono le vaccinazioni queste rifanno la loro comparsa in modo prepotente. Paolo Bonanni, epidemiologo e professore ordinario di Igiene all’Università di Firenze afferma che:

“La previsione che alcuni scienziati fecero negli Anni Sessanta del secolo scorso riguardo ad un mondo in cui le malattie infettive sarebbero state definitivamente sconfitte ed eliminate grazie al progresso scientifico si è rivelata una irrealistica utopia. Un approccio saggio al problema deve partire dalla coscienza della nostra scarsa comprensione dei meccanismi che portano all’emergenza delle pandemie”.

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