Coronavirus: per i bambini la Fase 2 non c’è

Violetta Silvestri

27 Aprile 2020 - 20:27

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La Fase 2 appena annunciata sta suscitando diverse critiche e interrogativi. Tra le maggiori perplessità c’è quella sui bambini: per loro cambia poco, quando ci sarà davvero un allentamento delle misure per i piccoli?

Coronavirus: per i bambini la Fase 2 non c’è

Nel piano della Fase 2 ci sono alcune categorie assenti: i bambini, per esempio. Il problema dei più piccoli costretti a casa nel periodo del rigido lockdown, infatti, non sembra aver ricevuto nuovi disposizioni.

La questione dei minori è duplice. Da una parte c’è il nodo familiare: come gestire i figli senza la scuola, nonni e possibilità di attività esterne se i genitori devono tornare a lavorare?

Dall’altra c’è l’aspetto dello svago per i bambini, sottratti improvvisamente alla socialità con i coetanei, ai giochi all’aperto, alle attività sportive e motorie, alla frequentazione di associazioni dedicate.

Come far ripartire il mondo infantile? Per ora, una Fase 2 per i bambini non esiste. Conte ha affermato che il Governo, coadiuvato dagli esperti, ci sta lavorando.

Fase 2 per bambini: il piano ancora non c’è

L’annuncio della seconda fase della convivenza con il coronavirus spiegato dal Presidente del Consiglio poco ha chiarito sulla condizione dei bambini.

Le certezze, al momento, sono soltanto due: la scuola resterà chiusa fino a settembre e le mascherine nei luoghi chiusi saranno obbligatorie dai 6 anni in su.

Per il resto, il piano è ancora tutto da definire. La situazione è ancora piuttosto fragile, nonostante il miglioramento dei dati nazionali su contagi e decessi.

La circolazione del virus, però, è ancora attiva e Brusaferro (Iss) è chiaro sul no alla riapertura della scuola che: “secondo i nostri modelli adesso rappresenta un rischio significativo rispetto alla circolazione del virus. In una fase delicata come quella che stiamo intraprendendo va fatto un passo alla volta.”

Stessa prudenza per i tanto invocati centri estivi, anche di tipo parrocchiale, per offrire svago ai bambini e uno strumento di gestione familiare ai genitori durante la stagione calda.

“Non ci sono le condizioni”, ha ripetuto Brusaferro, mettendo in evidenza che la struttura familiare allargata tipica dell’Italia è un ulteriore ostacolo: i bambini sono molto vicino e a contatto con i nonni, i più vulnerabili al coronavirus. Un allentamento nei rapporti e nelle attività per i piccoli sarebbe un rischio.

Sulla stessa scia anche Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico scientifico:

Come si fa a garantire il distanziamento dei bambini nel campo estivo? Un conto sarà consentire loro di uscire, un conto è progettare centri estivi o un ritorno negli oratori nei mesi caldi. Non bisogna fare confusione: assembramento e aggregazione non potranno essere in nessun caso consentiti.”

Non a caso, proprio nel piano Fase 2 è permesso andare nei giardini e parchi ma i giochi per i bambini restano inutilizzabili. I più piccoli possono continuare a passeggiare con i genitori nei dintorni dell’abitazione o accompagnarli nelle spese necessarie.

Niente di più. Il ministro della Famiglia Bonetti ha promesso nuovi incontri con esperti e Governo per dare una prospettiva di maggiore libertà anche ai bambini. Il diritto di gioco dovrà essere strutturato, in una Fase 2 tutta dedicata a loro.

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