Coronavirus, OMS: nuove linee guida su tamponi e isolamento

Violetta Silvestri

21/06/2020

14/11/2022 - 17:44

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Nuove indicazioni dall’OMS su tamponi e procedura da seguire per dirsi davvero guariti dal coronavirus. Mentre l’epidemia è ancora allarmante nel mondo, l’organizzazione cerca di semplificare l’iter di uscita dall’isolamento

Coronavirus, OMS: nuove linee guida su tamponi e isolamento

Novità dall’OMS su tamponi e isolamento per le persone colpite dal coronavirus.

Mentre la pandemia continua ad allarmare alcune parti del mondo, soprattutto Americhe e Asia, l’organizzazione della sanità cerca di semplificare le linee guida per chi ha contratto il virus.

Sono state diffuse, infatti, importanti indicazioni su quando considerarsi davvero guariti dalla COVID-19, fuori pericolo e pronti per uscire dall’isolamento. Le novità dell’OMS riguardano anche la procedura dei tamponi.

OMS: novità su tamponi, isolamento, guarigione

Raccomandazioni nuove arrivano dall’OMS. Le indicazioni riguardano le persone che sono state colpite dal coronavirus e che si trovano per questo motivo in isolamento.

Stando agli ultimi aggiornamenti provenienti dall’organizzazione mondiale, infatti, adesso non saranno più necessari due tamponi negativi a distanza di 24 ore uno dall’altro per dirsi guarito e uscire dall’isolamento.

Piuttosto, basteranno 3 giorni completamente senza sintomi (febbre, tosse, problemi respiratori) per poter tornare alla normalità e non considerarsi più malato.

Nello specifico, i pazienti che hanno manifestato sintomi dovranno attendere 10 giorni in isolamento ai quali se ne dovranno aggiungere almeno 3 senza che si verifichi alcun sintomo. Solo in questa verificata circostanza si potrà uscire dall’isolamento.

Per gli asintomatici, occorreranno soltanto 10 giorni di quarantena dopo il primo test positivo.

L’OMS ha fornito esempi pratici di queste nuove linee guida:

“Se un paziente ha avuto sintomi per due giorni, potrebbe essere esentato dall’isolamento dopo 10 giorni più 3, pari a 13 giorni dalla data di insorgenza dei sintomi; un paziente con sintomi per 14 giorni, può essere dimesso dopo 14 giorni più 3 giorni, pari a 17 giorni dalla data di insorgenza dei sintomi; con sintomi per 30 giorni, il paziente può essere dimesso (30 giorni più 3, quindi 33 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi).”

Le raccomandazioni, comunque, restano facoltative. I Paesi, infatti, possono decidere di continuare a utilizzare la procedura dei tamponi per diagnosticare la guarigione e la fine dell’isolamento. In questo caso, vale ancora la regola di due test negativi a distanza di almeno 24 ore.

Perché l’OMS ha cambiato idea sui tamponi

Le nuove linee guida dell’OMS cambiano, di fatto, la considerazione dei tamponi. L’organizzazione ha dato una spiegazione scientifica a questo mutamento di orientamento:

“I criteri aggiornati riflettono i recenti risultati secondo cui i pazienti con sintomi che si sono risolti possono ancora risultare positivi per il virus SarsCoV2 mediante tampone RT-PCR per molte settimane. Nonostante questo risultato positivo del test, è improbabile che siano infettivi e pertanto che siano in grado di trasmettere il virus a un’altra persona”

Con le ultime ricerche, quindi, si è scoperto che il virus, anche se ancora attivo, non sempre risulta nei tamponi eseguiti dopo 9 giorni dall’apparizione dei sintomi. Questo significa che il coronavirus è debole e non infettivo.

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