Controlli dal fisco per auto d’epoca: anche questa è ricchezza

Vittorio Proietti

30 Giugno 2017 - 10:38

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Possedere un’auto d’epoca garantisce l’esenzione dal bollo ma può indurre l’Agenzia delle Entrate a compiere controlli fiscali ulteriori: il mantenimento delle auto d’epoca è sintomo di ricchezza.

Controlli dal fisco per auto d’epoca: anche questa è ricchezza

Possedere un’auto d’epoca garantisce l’esenzione dal bollo ma può indurre l’Agenzia delle Entrate a compiere controlli fiscali ulteriori, poiché il mantenimento delle auto d’epoca è comunque sintomo di ricchezza.

I controlli dal fisco infatti partono dal presupposto che i conti della dichiarazione dei redditi del dichiarante non tornino, pertanto l’Agenzia delle Entrate è autorizzata ad indagare, supportata da una Sentenza della Cassazione 15899/2017.

Le auto d’epoca fanno reddito a tutti gli effetti secondo la Corte di Cassazione. Come vediamo l’esenzione dal pagamento del bollo non è un vantaggio così alto, rispetto al rischio di incorrere in accertamenti mirati da parte della Agenzia delle Entrate.

Auto d’epoca ed esenzione del bollo

Possedere un’auto d’epoca garantisce alcuni vantaggi, ma può portare a controlli ulteriori da parte del fisco secondo la Sentenza della Cassazione 15899/2017. L’accertamento fiscale è infatti legittimo per quei soggetti cui i conti della denuncia dei redditi non tornano.

Le auto d’epoca, a differenze delle vetture odierne, possono beneficiare di uno sconto sul premio assicurativo e soprattutto dell’esenzione del bollo. Occorre però fare una distinzione tra auto storica e auto d’epoca.

Una auto diventa storica se sono trascorsi più di 20 anni dalla sua costruzione, non dalla sua prima immatricolazione. Le auto devono comunque essere iscritte al PRA, cioè il pubblico registro automobilistico, e presentare tutti i normali requisiti di sicurezza.

Per garantire la storicità dell’auto è necessaria l’iscrizione all’ASI, cioè l’Automotoclub Storico Italiano.

Le auto d’epoca, invece, sono escluse dal PRA ed iscritte al registro del Centro Storico del dipartimento per i trasporti terrestri, ma non sono idonee alla normale circolazione, quindi andrebbero usate solo in determinate circostanze.

L’esenzione del bollo è infatti conseguenza della mancata circolazione del mezzo e ciò comporta la cifra irrisoria da versare nelle casse dello Stato.

Auto d’epoca e controlli dell’Agenzia delle Entrate

Le auto d’epoca sono un costo irrisorio dal punto di vista delle spese e delle tasse, ma non si può dire la stessa cosa dei costi di manutenzione. I pezzi di ricambio hanno dato vita ad un mercato vivace e molto spesso i veicoli restaurati raggiungono prezzi notevoli.

L’appassionato d’auto d’epoca è certamente pronto a spendere molto denaro per i suoi veicoli, per questo motivo l’Agenzia delle Entrate controlla con solerzia la corrispondenza tra denuncia dei redditi e auto possedute.

La Sentenza di Cassazione 15899/2017 ha infatti confermato questa impostazione, ricordando che come per ogni altro bene da collezione, occorre un certo reddito per garantire manutenzione e alimentare le auto d’epoca, a prescindere dall’uso che se ne fa.

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