Controlli fiscali in studi professionali, quando vale il segreto professionale?

Patrizia Del Pidio

1 Settembre 2025 - 11:26

Dopo una recente sentenza della Corte di Cassazione cambia tutto negli accessi per accertamento negli studi professionali. Ecco come viene tutelato il segreto professionale.

Controlli fiscali in studi professionali, quando vale il segreto professionale?

Nei controlli fiscali presso studi professionali viene eretta una nuova barriera per proteggere il segreto professionale. Con l’ordinanza 7228 del 26 giugno 2025 la Corte di Cassazione pubblica una sentenza che va a rafforzare le tutele del segreto professionale di commercialisti, avvocati e altri professionisti impedendo perquisizioni indiscriminate da parte del Fisco durante gli accertamenti fiscali negli studi professionali.

La sentenza scaturisce dal caso di un accertamento fiscale presso lo studio di un avvocato a opera della Guardia di Finanza durante il quale i militari hanno consultato e ritenuto rilevante ai fini dei controlli un bloc-notes in cui erano annotati i nomi dei clienti e i compensi che il professionista aveva percepito da essi.

Segreto professionale nei controlli del Fisco

Di fronte alle pretese della Guardia di Finanza l’avvocato opponeva il rifiuto di accedere al bloc-notes perché custodiva dati protetti dal segreto professionale. I militari, di contro, hanno notificato all’avvocato una autorizzazione, emessa prima dell’accesso allo studio, che li autorizzava al sequestro anche di documenti con dati sensibili. L’autorizzazione che consentiva di derogare al segreto professionale, però, era stata emessa prima dell’obiezione sollevata dal professionista.

L’avvocato ha impugnato l’atto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale e alla Commissione Tributaria Regionale, ma in entrambi i casi il ricorso era stato respinto poiché la Guardia di Finanza era stata autorizzata dal Procuratore della Repubblica a sequestrare documenti anche in deroga al segreto professionale. Diverso è stato invece l’avviso della Corte di Cassazione, a cui l’avvocato aveva fatto ricorso dopo i primi due rigetti. In questo caso i Supremi Giudici ritengono il ricorso fondato annullando l’avviso di accertamento e ritenendo illegittima l’acquisizione del bloc-notes su cui si basavano le pretese.

Il segreto professionale è tutelato dalla Cassazione

Secondo la Suprema Corte, infatti, quando un professionista solleva l’eccezione del segreto professionale, non basta l’autorizzazione pregressa ottenuta prima dell’accesso nello studio. La Guardia di Finanza deve chiedere un provvedimento specifico (in questo caso per l’acquisizione del bloc-notes) al giudice competente.

L’autorizzazione, quindi, deve sempre essere rilasciata successivamente all’opposizione del professionista e deve indicare in modo specifico quali documenti con essa possano essere acquisiti. Questo nuovo provvedimento, di fatto, serve a valutare quanto sia fondata l’eccezione sollevata dal professionista a tutela del segreto professionale bilanciando al tempo stesso le esigenze del Fisco di acquisire dati con il diritto del cliente di essere tutelato.

La sentenza si basa su quanto contenuto nello Statuto del contribuente all’articolo 7-quinquies in cui è stabilito che le prove che si acquisiscono violando la legge non possono essere utilizzate nell’accertamento. Acquisire documenti coperti da segreto professionale senza una specifica autorizzazione viola la legge e, secondo la Cassazione, rende nullo l’accertamento.

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